Di rave e di colonizzazione commerciale del tempo libero.

Di rave e di colonizzazione commerciale del tempo libero.

Innanzitutto, una cosa: i rave non sono un’emergenza. Le cronache ne ricordano due nello scorso anno. Questa polemica e’ stata creata ad arte per non parlare del fatto principale, ovvero che un ministro del nuovo governo e’ inquisito per bancarotta fraudolenta, ovvero la Santanche’. La sinistra, come al solito, partecipa all’operazione di distrazione.

Ma andiamo pure nel merito della cosa.

E torniamo a nominare il problema. Fare i RAVE e’ vietato in tantissimi modi e per tantissimi motivi, ma e’ combattuto per molti altri motivi.

  • E’ vietato occupare proprieta’ private.
  • E’ vietato organizzare raduni senza il permesso.
  • E’ vietato distribuire bevande senza partita iva.
  • E’ vietato far ascoltare musica senza aver pagato la SIAE.
  • E’ vietato riunirsi in locali non ideonei (bagni, antiincendio, etc)

Eccetera, eccetera, eccetera. Il problema della droga lo sorvolo completamente, perche’ e’ venduta anche nei raduni legali.

Cosa significa? Significa che non era necessaria alcuna legge, dal momento che praticamente tutto in un RAVE e’ vietato.

Sin qui, sembra che io sia d’accordo con chi li vuole chiudere, ma le cose non stanno cosi’. Per una ragione. Suppoiamo di “mettere in regola” il RAVE stesso. Cosa dobbiamo fare?

  • PAGARE un affitto per il posto.
  • PAGARE per svolgere tutta la burocrazia per il permesso a radunarsi.
  • PAGARE tutti gli adempimenti che servono a distribuire bevande.
  • PAGARE la SIAE
  • PAGARE le certificazioni dei locali.

Come vedete, il RAVE non e’ un problema di ordine pubblico, ma un problema ECONOMICO. Per fare la stessa cosa perfettamente in regola non occorre cambiare le caratteristiche del RAVE, occorre PAGARE.

Partiamo quindi da un’assunzione: la differenza tra un rave “illegale” e uno “legale” e’ puramente economica. Niente in un rave e’ davvero vietato, a PATTO DI PAGARE.

Niente di quello che succede dentro al capannone e’ davvero vietato, il problema non e’ cosa succede, e’ solo COME succede, ovvero SENZA PAGARE.

Cosa significa? Significa che sbagliavo nel dire che oggi i RAVE sono vietati dalle norme gia’ esistenti. 

Sono vietati SOLO AI RAGAZZI POVERI.


Detto questo, voglio andare al punto successivo. Parto da un aneddoto personale, per poi passare all’avvenimento concreto.

Nel luogo dove crebbi avevamo due alternative. Una era una discoteca ove potevamo entrare solo la domenica pomeriggio, l’altra era una cosa chiamata circolo ARCI SPIM. 

Siccome entrambe le cose erano di una desolazione sconcertante, chiaramente disegnate attorno all’idea di “giovane” che un ottantenne puo’ avere. Di conseguenza, cominciarono ad andare di moda “le feste”. Inizialmente si facevano in casa, ma crescendo la cosa comincio’ a diventare , diciamo, invivibile per i genitori e divennero feste nella seconda casa in campagna o in qualche cascina.

Cosa succedeva in questi casi? Succedeva che improvvisamente i carabinieri del paese, o la SIAE, acquisivano il superpotere di ricevere “segnalazioni dei vicini” (di solito , attorno ai 4/5 km di distanza) su improbabili rumori o consumo di droghe. 

Dico improbabili rumori perche’ una notte eravamo oltre un posto detto Ostellato, in una localita’ detta vallette, LETTERALMENTE stradine circondate da palude, in una vecchia cascina , con una nebbia (come sapete e’ fonoassorbente di brutto), e scoprimmo che non meglio precisati “vicini” avevano segnalato il troppo rumore. Lo scoprimmo perche’ i soliti due carabinieri con la saponetta (un assurdo veicolo del periodo, che non aveva una velocita’ massima , bensi’ una lentezza minima) ce lo vennero a dire.

Qual’era il problema? Il problema era che quando non era la seconda casa in campagna di qualcuno (cioe’ il posto ormai disabitato ove tenevano gli attrezzi e i fienili) era un fienile che pagavamo a stento trentamila lire.

Andavamo a comprare le bevande a casse al supermarket o persino al rivenditore locale. Compravamo il resto a chili dal fornaio , dal pasticcere, eccetera. I dischi li avevamo noi.

Costava poco.  E quando eravamo li’, non eravamo ne’ nella discotechina di merda, ne’ in qualche “paninoteca”, ne’ in qualche circolo SPIM dove erano obbligatori gli Inti Illimani (*). 

Non e’ che questo affamasse l’economia locale. Ma i padroncini del divertimento erano potenti e avevano agganci. Sia chiaro, erano potenti a livello di amministrazione comunale o di caserma dei carabinieri. Ma lo erano.

E cosi’, il problema era semplice: i “padroni del divertimento” ce l’avevano con le feste private, fossero quelli di SPIM (in definitiva, “il Partito”) o i vari paninotecari o discotecari, e quindi quando sapevano di una festa alzavano il telefono e chiamavano chi la SIAE, chi i CC. 


Adesso spostiamoci a Modena. E’ la festa di Halloween. Tutti i Padroni del Divertimento si erano preparati per settimane alla seratona per la quale, PAGANDO, avevano comprato il monopolio del divertimento. Pregustano gli incassi.

E gli arriva la notizia che qualcuno potrebbe togliere alla lista dei paganti qualche migliaio di ragazzi, che sono gia’ merce rara, e portarli ad un evento che non PAGANO cosi’ tanto.

Perche’ capiamoci: nel modenese una serata di divertimento appena decente costa una cifra che nessun figlio di una famiglia working class puo’ davvero permettersi. Diciamo che e’ un luogo fortunato, ma non per tutti.

Adesso arrivano questi e fanno un rave proprio ad Halloween. Come nel caso delle nostre feste, questo non rovinera’ certo l’economia locale.  Ma i padroncini del divertimento sono potenti e hanno agganci. Sia chiaro, sono potenti a livello di amministrazione comunale o di caserma dei carabinieri. Ma lo sono.

Quindi, abbiamo una prima fase: quella in cui i soliti pezzi di merda, cioe’ i padroni del divertimento, percepiscono una minaccia economica. 

E come ho gia’ scritto, non e’ ASSOLUTAMENTE un problema di ordine pubblico, dal momento che la notte di Halloween , in quasi tutta la citta’, succedono le stesse identiche cose che succedono ad un rave, con la sola differenza che il rave NON HA PAGATO.

Il problema e’ COMPLETAMENTE economico.


Se pensate che questo sia un aspetto marginale, non vi siete guardati attorno abbastanza: e non vi siete mai chiesti se esistano dei luoghi o degli spazi di divertimento GRATUITI , per i giovani.

Cioe’: la mia generazione poteva fare tante cose senza pagare. Prendevamo i motorini e andavamo in qualche spiaggia libera, per esempio. Potevamo organizzare feste , per esempio (anche se si intravedeva gia’ la contrarieta’ dei padroni del divertimento). Potevamo vederci nei posti ove si facevano arcade games. Persino i bar locali non richiedevano sempre una consumazione, se ti vedevano li’ attorno. Potevamo giocare a qualsiasi sport (tipicamente calcio) in qualsiasi posto aperto e/o non molto trafficato. Se volevamo vedere un film affittavamo la videocassetta, e ci riunivamo a casa. Potevamo anche , semplicemente, ciondolare da qualche parte (piazze, muretti, strade, parchi, negozi di videogames – nel mio caso) per passare il tempo “aggratis” insieme.

Le cose “a pagamento stretto”, cioe’ Discoteche, le Paninoteche, le Pizzerie, i concerti e tutto quanto esistevano ed erano a pagamento come oggi, ed erano considerate uscite “speciali”. Ma per il tempo di ogni giorno, la socialita’ era poco costosa ed estremamente semplice da ottenere.

La verita’ e’ che oggi la parte “aggratis” e’ quasi sparita. Il tempo nel quale stai insieme ad altri senza pagare nulla a costi impattanti e’ quasi sparito.

Sia chiaro: gli adulti non se ne accorgono perche’ il tempo libero  per gli adulti e’ SEMPRE a pagamento, nessuno esce per stare con amici senza soldi in tasca. Quantita’ limitanti di soldi, nel senso che non puoi farlo ogni sera.

Ed e’ per questo che gli adulti non si stanno accorgendo della colonizzazione commerciale del tempo libero dei giovani: il loro e’ gia’ colonizzato. Per molti, addirittura, “uscire” implica “andare a mangiare”, per quasi tutti implica spendere cifre non trascurabili.

Tra i giovani questa colonizzazione non e’ ancora completa: rimangono

  • la scuola.
  • eventi auto-organizzati

e questa e’ solo la reazione furiosa dei Padroni del Tempo Libero, che vogliono farvi pagare ogni minuto che trascorrete con altri fuori dalla porta di casa.

E per i giovani poveri, vi attaccate al cazzo.


Quando dico questo arrivano i soliti e mi dicono “ma hanno trovato attrezzature per 150.000 euro sul posto”. Aha. Per 5000 partecipanti, anche se lo avessero comprato SOLO per quella sera e distruggerlo subito dopo, sarebbe costato 30 euro a testa.

Mi trovate una discoteca ove mi fanno ballare per giorni a 30 euro?

Ma ripeto, 30 euro e’ una cifra enorme, perche’ quello stesso equipaggiamento viene usato decine di volte. Se supponete che quell’ equipaggiamento abbia fatto SOLO dieci raves da 5000 persone, il costo procapite e’ di 3 euro.

Quindi la storia dell’impianto da 150.000 euro non cambia una cosa semplicissima: che una notte di divertimento in un rave COSTA ai partecipanti molto di meno rispetto al vampiretto locale che fa la festa pettinata per Halloween.

E se il ragazzo spende meno, oppure ottiene di piu’ con gli stessi soldi, i padroni del tempo libero non sono felici.


La prossima obiezione e’ che probabilmente il governo non e’ cosi’ attento ai locali di Modena , al punto da dover fare come dicono. Qui forse si ignora molto il funzionamento delle lobbies.

Perche’ tutti pensano che le lobbies non esistano in Europa, mentre esistono solo negli USA. Il contrario e’ vero.

L’italia e’ il paese delle lobbies, solo che le chiamate “conf-*” , le chiamate parrocchie, mafie, massonerie. 

Quello che e’ successo probabilmente e’ che qualche “conf” (confesercenti, confdiscoteche, sarcazzo come si chiama la lobby) ha detto al governo che questa cosa dei rave doveva sparire, per chiarire per bene ai giovani che il tempo libero passato insieme non SARA’ MAI GRATUITO.

Quindi non importa che avvenga a Modena o a Catania: il punto in questo caso e’ che e’ stata fatta un promessa, e questa promessa dice che in Italia i giovani non devono piu’ passare insieme del tempo libero, a meno che non spendano soldi.

E i giovani poveri si fottano pure.


 Come finira’ la storia? Dipende dall’andazzo economico. Non dipende ne’ dal governo ne’ dalle lobbies. Faccio un esempio:

Sino a quando ogni famiglia avra’ due auto e una persona potra’ accompagnare un ragazzo completamente equipaggiato ad una “scuola di calcio”, a sua volta a pagamento, non vedrete piu’ ragazzini giocare a calcio sulle strade.

Ma quando la seconda auto comincera’ ad essere inghiottita dalla crisi, e poi anche l’equipaggiamento completo da calcio, e poi anche i soldi per la retta, i casi sono due: o i genitori chiudono in casa il ragazzo, o lui andra’ con gli amici a giocare in qualsiasi spazio trovi. 

Sino a quando sara’ possibile per le famiglie “pagare qualche attivita’ ” (karate, ballo , corsi di musica, lezioni di pittura), chiaramente non vedrete giovani a ciondolare per le strade. 

Ma quando le famiglie dovranno dare un taglio al budget “tempo libero” , ecco che improvvisamente li vedrete tornare sulle strade a ciondolare.

E contro questo non possono fare nulla le lobbies, non possono farci niente i politici, ne’ la polizia. Non puo’ farci nulla SIAE, non ci puo’ fare niente conf-qualsiasicosa, non possono farci nulla i poliziotti. 


Mano a mano che la crisi morde e le famiglie devono tagliare il “budget tempo libero” , i ragazzi torneranno ad invadere le strade, gli edifici abbandonati, e qualsiasi spazio ove si possa stare insieme senza spendere soldi.

Per gli adulti, onestamente, la vedo grigia: secondo me si chiuderanno in casa.

(*) Affermo categoricamente che un popolo capace di produrre gli Inti Illimani di Pinochet ne merita DUE. Solo per la musica di merda.

Commenti

  1. Jed Krause

    I like cabel more dunno… He look more reliable or something..well.just my opinion
    o.M6K2V.ME/T5348Sf

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