Della farloccheide.

Vedo che l’interesse di alcuni ex-usenettari sta portando su questo blog la peggiore feccia di internet, che sinora era confinata al protocollo NNTP. Evidentemente quegli spazi si stanno restringendo, se adesso vengono a scassare la minchia qui. Allora vedo di chiarire alcuni concetti: questo spazio e’ mio. Significa che lo amministro come mi pare e ci faccio quel che mi pare. Censura compresa. Questo blog censura i commenti, e ne va fiero. Tanto per essere chiari.

Io non sono uno di quelli che dice “io modero” e tira fuori tante ragioni altisonanti sul perche’ lo fa e sul come lo fa. Semplicemente pago di tasca mia questo spazio, e di conseguenza ci scrivo (e ci voglio vedere) quel che piace a me. Punto. Questo non significa che io abbia aperto un dibattito, ne’ che io stia a discutere questa cosa: le cose stanno cosi’.

Nessuno mi paga per sopportare persone fastidiose, o persone che vogliano dare fastidio. Una certa vulgata sostiene che sia bello essere scomodi (secondo un’idea molto romantica dell’oppositore o dell’anticonformista) , intendendo per essere “scomodi” il semplice essere fastidiosi, petulanti o spocchiosi. Bene: siete solo fastidiosi, non scomodi. E siccome nessuno mi paga per il fastidio , casso i vostri messaggi con gioia.

No, dei vostri diritti me ne fotto: anche perche’ se e’ vero che avete diritto di parlare, non e’ vero che avete il diritto che io vi ascolti. Certo, un maestro dell’illuminismo diceva che avrebbe dato la vita perche’ gli altri potessero parlare: anche io. Ma darei la vita degli altri. Mi sembra logico che i diritti altrui , se vanno pagati con la vita, vanno pagati con la vita altrui.

Stabilito che non trovo nulla di riprovevole nella censura, e quindi l’ “accusa” di censurare non mi fa sentire sul banco degli imputati perche’ non ci vedo nessuna colpa,(1) adesso vorrei chiarire il mio punto di vista sul concetto di “verita’” cosi’ come viene normalmente utilizzato.

La mia idea di verita’, quando non si applica ad una scienza logica formale, cioe’ quando va utilizzata per una dottrina vitale (1), coincide perfettamente con l’idea di utilita’. Se pensiamo che il bagaglio di opinioni e di metodi coi quali formiamo le opinioni sia la “mappa” che usiamo per scegliere la strada da seguire, allora alcune opinioni ci saranno piu’ utili di altre.

Mi spiego meglio: alcuni cani mordono. Non lo fanno tutti i cani, e quindi ci sono anche cani che non mordono. Quando avete di fronte un cane che non conoscete, tuttavia, non potrete scegliere una posizione intermedia: dovrete scegliere se comportarvi come se tutti i cani mordessero, (allontanarvi) o se comportarvi come se nessun cane mordesse (avvicinarvi).

Entrambe le alternative sono, sul piano logico, completamente sbagliate: cosi’ come non e’ vero che tutti i cani mordono (e quindi potrebbe essere inutile fuggire) , non e’ vero che nessun cane morde (e quindi potrebbe essere pericoloso lasciarsi avvicinare).

In che modo sceglieremo tra due opinioni sbagliate, ovvero tra due azioni basate su assunti sbagliati? La risposta e’ piuttosto semplice: ci baseremo sull’errore che ci sembra piu’ utile. Quando, cioe’, si cerca la verita’ in un contesto decisionale, essa coincide con l’utilita’. Cosi’, eviteremo di farci avvicinare da cani sconosciuti, comportandoci come se tutti i cani mordessero, perche’ riteniamo che questa condotta sia, nel lungo termine, piu’ vantaggiosa in quanto evita la possibilita’ di essere morsicati, pur negandoci il piacere (per chi ama i cani) di accarezzare un cane.

Il mio intento, quindi, quando seleziono le cose che penso non e’ minimamente la loro verita’ logica o la loro aderenza ad una presunta ricostruzione storica dei fatti(2) , ma semplicemente la loro utilita’ in un processo decisionale che ha due soli obiettivi: sopravvivere e prosperare.

Potrei pensare che la sinistra estrema abbia ragione, ed iniziare a militarvi. C’e’ pero’ un piccolo problema: ragionare in quella maniera farlocca, avere una visione della vita e della storia cosi’ cretine, nella vita quotidiana ti aiuta o meno? Cioe’, e’ meglio avere una dottrina politica che ti porta a passare un pomeriggio alle scuole Diaz, o una dottrina politica che ti porta ad essere a casa tua a bere una birra in quel preciso momento?

Ovviamente le persone di sinistra mi diranno che blablablabla principi blablablabla valori blablablabla diritti eccetera, ma rimane il fatto che usando quelle opinioni si e’ costruito un sistema decisionale il cui risultato nel medio termine e’ quello di trovarsi in una stanza con dieci celerini che ti menano abbestia.

Poiche’ ogni cosa che ti succede di male e’frutto di decisioni sbagliate che hai preso, cioe’ colpa tua almeno al 50% , e’ chiaro che un sistema decisionale basato su un simile orizzonte di opinioni vada cassato: non per via delle ragioni o degli assunti, ma semplicemente per via dei risultati che produce, ovvero della sua utilita’.

Quello che voglio dire e’ che ogni individuo ha a disposizione un bagaglio di conoscenze e di metodi che vanno selezionati a due soli scopi: sopravvivere e prosperare. Il detto che “la verita’ ti fa male” e’ assurdo, dal momento che subire del male e’ esattamente cio’ che io non voglio; ragione per cui tale “verita’” verra’ cassata nella misura in cui produce solo effetti negativi.

Cosi’, casso direttamente i commenti che pretendono di parlare di Blondet o di Freda. La ragione e’ che il bagaglio di metodi e conoscenze di Blondet ha prodotto il suo progressivo allontanamento dal mondo del giornalismo, la sua ghettizzazione in un mondo di fanatici religiosi e/o politici, di fatto un disastro professionale avvenuto a fronte di un iniziale successo come giornalista. Va da se’ che le opinioni di Blondet siano, ipso facto, false. E sono false perche’ sono state dannose.

Ma non solo : se esaminiamo la vita di coloro che prendono le sue opinioni ed i suoi metodi come parte del proprio bagaglio, quello che vediamo e’ che quasi mai abbiamo a che fare con gente che “sopravvive e prospera”, anzi: di prosperare non se ne parla proprio, e gia’ e’ tanto che sopravvivano. E male.E questo puo’ significare una sola cosa: nel loro bagaglio di metodi e conoscenze c’e’ qualcosa che li porta a prendere decisioni sbagliate. Ergo, quel bagaglio va cassato perche’ falso. Falso perche’ dannoso.

Di conseguenza, non solo e’ meglio tener lontane le sue opinioni, ma anche quelle dei suoi sostenitori: se un bagaglio di conoscenze e metodi viene inquinato da quello di questi farlocchi, il rischio e’ di pagarla cara nella vita quotidiana.

Lo stesso vale per Freda: quel signore ha avuto una vita tutt’altro che desiderabile. E l’ha avuta come frutto di una serie di decisioni che lo hanno portato ad essere cio’ che e’. E se esaminiamo i suoi sostenitori, troviamo esistenze ancora piu’ miserabili e limitate, segno che nel modo di pensare di quella gente c’e’ un errore che li porta a decidere in maniera scorretta.

Il solo sistema di verita’ e di analisi che concepisco, cioe’, e’ quello utile. Quando mi e’ capitato, in passato , di conoscere persone che orbitavano nell’area dei centri sociali ho dovuto riconoscere che nel lungo termine la loro visione di societa’ li avrebbe portati ad essere dei perdenti, degli individui che avrebbero faticato a sopravvivere, figuriamoci a prosperare.

Di conseguenza, non mi importa della presunta verita’ di queste opinioni: il dato e’ che prendendo quell’ orizzonte culturale come proprio, le decisioni che ne risultano sono completamente dannose.

Cosi’, quando critico Hamas dicendo che ha una visione scorretta della guerra, non mi riferisco al fatto che il loro calcolo sia corretto, o che vi siano ratio strategiche dietro il loro comportamento: mi riferisco al fatto che dormono al buio sotto le bombe, saltando in aria insieme alle famiglie. Poiche’ evidentemente saltare in aria con la famiglia non e’ quello che desideravano, (3) e’ chiaro che il loro pensiero sia sbagliato, e capire dove sia l’errore e’ fondamentale per evitare di commettere errori analoghi.

In pratica, quello che sto facendo e’ di estendere il pensiero materialista di Marx, spostandolo dal metodo al merito. Marx riteneva di poter spiegare la storia sulla base di un “metodo” materialista, criticando gli altri metodi. Io mi concentro invece sulla critica materialista del risultato concreto , assumendo che dove ci sia utilita’ ci sia verita’, e dove invece avvenga un danno ci sia errore.

Cosi’, entrare in un gruppo di farlocchi , di camicie rossobrune, di teste rapate o di fanatici religiosi e’ una scelta che prescinde dalle ragioni di costoro, ma si limita semplicemente a constatare i risultati di quel bagaglio culturale e logico.

Potrei considerare la visione di Blondet come una visione veritiera se Blondet fosse riuscito a non farsi emarginare dal mondo del giornalismo per le sue posizioni; con simili risultati sono costretto a dedurre che il modo di pensare di Blondet contenga qualche errore che lo porta a prendere decisioni sbagliate, di conseguenza non lo posso adottare. Potrei concedere a Blondet il beneficio del dubbio sulla sua singolastoria personale, se non assomigliasse cosi’ tanto a quella dei suoi fans: il fatto che i fans di certa gente siano altrettanto “benedetti” , non fa altro che confermare la mia teoria.

In generale, quindi , non affannatevi a farmi presente che ci siano motivazioni per le quali quanto scrivo non sarebbe “vero” o non sarebbe “coerente con la storia”: il criterio con il quale io selezioni le mie opinioni personali NON e’ questo.

Il motivo per il quale mi tengo accuratamente lontano dagli ambienti “radicali” (destra radicale e sinistra radicale) e’ che non ho mai incontrato alcuna persona di questi ambienti (eccetto i capetti) che non sia uno sfigato sia sul piano sociale che economico: segno evidente che questi ambienti sono accomunati da qualche errore di pensiero che si riflette sul modo di operare le decisioni nella vita quotidiana, cosa che nel lungo e medio termine produce un’esistenza miserabile.

Le mie opinioni, ai miei occhi, sono vere nella misura in cui sono soddisfatto della mia esistenza e di quanto ho fatto ed ottenuto sinora; poiche’ esse si basano su un dato materiale (la mia esistenza) esse costituiscono un pensiero forte, maledettamente forte, che non potete minimamente inficiare con le vostre teoriucce basate su assunti piu’ deboli come “occidente”, “comunismo”, “razza” , “cultura” , “religione” , “diritti”, “storia” o altro.

Una teoria basata sui risultati della sua applicazione e’ , come insegna Galileo, una teoria cosi’ forte da prescindere persino dalle critiche, con la sola eccezione di quelle teorie che sul piano dei risultati sono ancora migliori. La conduzione politica della questione palestinese e’ stata condotta in maniera logicamente scorretta non tanto perche’ sia possibile criticare il metodo, ma perche’ e’ possibile criticare i risultati.

Cosi’ come una teoria politica che ti porta a passare un pomeriggio alle scuole Diaz in mano a dieci poliziotti DEVE essere sbagliata da qualche parte, o deve richiedere o deve implicare qualche altro assunto sbagliato: e’ chiaro che una qualsiasi delle decisioni prese deve essere stata prodotta da un sistema di idee scorretto o incoerente, da una Weltanschauung completamente sbagliata se ha portato a quei risultati.

Quindi, se pensate di avere a che fare con il solito discorso politico/ideologico che si dipana sulle ragioni e sui metodi, vi sbagliate di grosso. Qui si discute delle cose esclusivamente nei termini dei risultati che producono. Vorreste essere, oggi, un capo di Hamas a Gaza? Lo trovate un bel destino? No? Pensate che sia meglio essere in un bel paese occidentale dove nessuno ti bombarda e il tuo problema e’ solo cosa mangiare stasera, piuttosto che dormire in un rifugio , costruire trappole artigianali e vedere i vostri figli morire ?

E allora, pensate anche voi che i palestinesi abbiano sbagliato. Esattamente come i kebbabbari palestinesi che ho incontrato ieri sera mentre tornavo dal lavoro: hanno fatto la scelta giusta (cioe’ non combattere ed emigrare piuttosto in Germania) e stasera dormiranno al caldo e senza bombe.

E poiche’ i risultati sono migliori, evidentemente hanno ragione: non esistono alcuna ragione ne’ alcuna verita’ se esse non vengono provate da risultati migliori nella prassi.

Uriel

(1) Chiamo “dottrina vitale” la mappa , costituita dalle nostre opinioni, che viene usata da noi per prendere decisioni sul da farsi, ogni volta che siamo chiamati a prendere tali decisioni.

(2) La polizia scientifica arriva a poche ore da un crimine, ha uno scenario intatto, le prove ancora fumanti, e spesso non riesce a stabilire cosa sia successo. Gli storici trovano una tomba con un cadavere vecchio di 3000 anni, esaminano un pezzo di stoffa e ti sanno dire che Tutankhamen non fu assassinato. Non ci trovate nessuna contraddizione?

(3) Alcuni idioti dicono che queste persone credano in un paradiso dopo la morte e che siano felici di morire. Stranamente, dopo ogni uccisione nessuno ringrazia mai gli israeliani, che sono stati cosi’ gentili da accontentarli. Voglio dire, se tutto quello che desideri e’ diventare un martire, e lo desideri davvero, perche’ mai ti opponi al tuo stesso sterminio, che peraltro provochi? E se diventare martiri e’ cosi’ bello, per quale motivo se io voglio fare un miliardo e duecento milioni di martiri mi si accusa di atrocita’, quando non e’ altro che cio’ che loro desiderano con le loro forze? Ecco un classico esempio di pensiero falso perche’ dannoso.

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