De Germania

Vengo rimproverato perche’ da troppo tempo non parlo piu’ della mia vita(ccia) in Germania. Questa volta rispondero’ alla domanda: ma c’e’ qualcosa che ti piace VERAMENTE? C’e’ qualcosa che veramente ti fa stare bene, o che ti piace un mondo, o che apprezzi particolarmente? Allora…. vediamo. Parliamo di Duesseldorf.
Dunque, Duesseldorf e’ una citta’ tedesca che ha diverse particolarita’. La prima e’ che e’ una citta’ ricca e snob, ma questo credo di averlo detto. Il punto della cosa, pero’, e’ che quando date dei soldi a dei tedeschi, e ne date tanti, quelli iniziano a spenderli nella maniera dei tedeschi, ovvero nel tirare tutto quanto a lucido.

Va da se’ che si tratti della citta’ dell’architettura. Il palazzo ex-Mannesmann e’ il primo vero grattacielo all’americana costruito in Europa, e cosi’ via. Tra le cose piu’ belle (e alienanti) da vedere e’ come hanno rifatto i “docks”. Si tratta degli arenili ove prima si fermavano le chiatte che portavano il carbone dalla Ruhr, navigando il Reno. Le quali chiatte, a dire il vero, ci sono ancora.
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Oggi che Duesseldorf e’ un posto da fichetti e non piu’ di operai, ci stanno le barche (d’acqua dolce, ma non sottilizziamo) e ovviamente la vista sui Docks e sui nuovi edifici. Ovviamente anche quelli sono piuttosto fichetti e pettinati, e in primavera appaiono circa cosi’:
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Si, li hanno fatti proprio storti. E’ voluto, non c’e’ stato un terremoto.
Ora, perche’ dico tutto questo? Perche l’ultima foto e’ stata scattata in primavera. Ora, nei paesi nordici la primavera non e’ un semplice evento di tipo metereologico o relativo alla meccanica dei corpi celesti: e’ un evento SOCIALE. E’ un evento antropologico.
Durante l’innverno, il tedesco e’ un “Homo Caverniculus Bibens et Laborans ” , nel senso che e’ un cavernicolo che sta in casa, lavora e beve. Del resto la Germania e’ un posto piuttosto scuro, e non invita proprio ad uscire.
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D’inverno la germania e’ gotica, ma non invita ad uscire , di giorno.
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E anche la sera, fa buio molto presto. Loro ci mettono le candele sui marciapiedi,
, fuori dai negozi, ma non aiuta molto.
Poi arriva la primavera, e puf. I colleghi che erano musoni durante l’inverno divengono amichevoli. La gente esce e sorride. Le donne si spogliano e vanno a prendere il sole in bikini nei parchi. E i parchi…. beh, qui i parchi pubblici li sanno fare. Ce n’e’ uno, in particolare, che ha un angolo particolare, un angolo dove vado nei pomeriggi di bel tempo a leggere. Io personalmente lo trovo magico.
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Il parco dei giardini botanici universitari, sul Bilk.
Questo e’ il mio angolo preferito. Di persona e’ anche piu’ bello
(sono un pessimo fotografo).
Allora, della Germania mi piace la primavera. Improvvisamente questi escono dalle caverne, iniziano a sorridere, si danno agli sport piu’ incredibili, passano tempo fuori di casa, riempiono i parchi pubblici. E via. L’intera societa’ cambia.
Dovete immaginare i tedeschi come se fossero un intero popolo di metereopatici. Finche’ e’ scuro ed e’ brutto tempo (autunno ed inverno) anche loro sono brutti e scuri. Poi arriva la primavera e l’estate, e BUM: sembrano un altro popolo. Capisco perche’ piaccia loro andare verso il sole: hanno un rapporto quasi FISICO col sole. Non appena cambia il clima, cambiano loro.  Questo fa di me un grande fan del Global Warming: altri cinque gradi e puf, abbiamo una specie di Brasile nel mezzo d’europa.
La cucina. La prima impressione (sbagliatissima) che si ha della Germania arrivando in posti come Duesseldorf (o altre grandi citta’ tedesche ) e’ che i tedeschi non mangino pane. Succede perche’ nelle grandi citta’ internazionali si fa , appunto, cucina internazionale. E la cucina internazionale e’ una cucina che deve accontentare gli americani fanatici del no-carb, come gli indiani che non mangiano mucca, quelli che non mangiano maiale , cosi’ come i vegani e tutti quanti i gusti. Inoltre, il tedesco consuma il pane in maniera molto diversa, cioe’ spesso come portata (con formaggi , burro alle erbe e/o marmellate per colazione) mentre nelle portate vere e proprie ne mangia meno e tende al piattone unico che contiene patate, purea di patate e altri carboidrati.
Ma quando vi staccate da questo falso mito (dei tedeschi senza pane) e trovate dei negozi di alimentari tedeschi…. cambia tutto. A parte l’uso smodato di Paprika, Cannella e altre spezie , che rendono la cucina piuttosto saporita,  dovete provare ad entrare in una delle loro Backerei. Che ci crediate o meno, i tedeschi hanno una tradizione di panificazione pari (e a volte superiore) di quella italiana. Questo e’ dovuto ad una grande tradizione nella coltivazione dei cereali (non ci fanno solo la birra)  , ma se all’arrivo avete l’impressione che non usino il pane , scoprirete dopo qualche mese che lo fanno, eccome se lo fanno, e quanto (e di quanti tipi) lo fanno. Solo le catene di supermercati sgrause hanno il pane francese , ma se trovate i negozi , beh…. ci sanno fare, eccome.
Lo stesso dicasi della cucina. Ok, per quanto incredibile questi mangiano piu’ maiale di noi emiliani. Sembra impossibile, visto che in Emilia Romagna si mette lo strutto anche nel pane, ma loro ne mangiano davvero di piu’. Se vogliamo parlare di salumi, e pensate di sapere cosa siano Wurstel e Salsicce, vi sbagliate di grosso. A parte che dovreste chiedervi QUALI Wurstel e QUALI salsicce, se solo uscite dai grandi supermercati (la working class urbana mangia un sacco di merda) , c’e’ da impazzire. I loro salumi, specialmente i prosciutti, a noi risultano strani.
Usano un maiale molto grasso, che quindi si presta bene all’arrosto, ma quando devono ottenere dei salumi stagionati ricorrono (forse una mancanza storica di sale?) molto piu’ all’affumicamento e alla tossicazione col ginepro che alla deidratazione col sale. Forse gli lieviti non crescono molto bene sulla carne come da noi, ma tant’e’: hanno un numero spaventoso di salumi locali, quasi tutti sanno di affumicato e di ginepro piu’ che i nostri (il nostro prosciutto appare loro come incredibilmente “dolce”) , ma devo dire che si difendono benissimo. Se vi addentrate dentro la cucina tradizionale tedesca finirete con lo scoprire che alla fine dei conti erano un popolo fortemente contadino, per cui non hanno molto da invidiare a nessun altro.
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 Käsespätzle (foto non mia, ma e’ la prova provata che l’uomo discende dalla scimmia E TENDE AL MAIALE.)
Quindi si, la cucina tedesca alla fine mi piace molto, pane e salumi sono da urlo, a patto di scegliere la Backerei e la Metzegerei giuste.
Scegliere i negozi giusti invece e’ un dramma. Sebbene noi pensiamo che i tedeschi abbiano una regola per tutto, le cose non stanno proprio cosi’ per i negozi. Il sistema fiscale e il loro sistema di apertura fanno si’ che le licenze siano molto generiche. Cosi’ non esiste il tabacchino, ma se entrate che so da Tchibo potete prendere il caffe’, comprare vestiti, cellulari, sigarette, giornali, giocattoli, dolci. Il tutto in un negozio che ha le dimensioni di un tabacchino. Lo stesso dicasi per le altre attivita’ commerciali: a parte poter comprare uno scooter al supermercato , come se fosse una bicicletta (non ve lo fanno portare alla cassa per via dei carrelli) , i negozi hanno delle merceologie inspiegabili, con la sola eccezione delle grandi catene specializzate.
Allora sapete da subito che se andate da Kampf potete trovare pasticceria , pane e fare colazione, cosi’ come sapete che andando da Maredo trovate le bistecche e che da DM trovate tutti gli shampoo, i detersivi, gli spazzolini e per la cura del corpo . Ma sono posti mainstream che vi danno un prodotto internazionale. Se andate nei singoli negozi…. beh, dipende dalle idee del negoziante. Hanno praticamente mano libera. E il problema di lasciare un tedesco a mano libera e’ che partoriscono cose come queste:
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Se non vi capitasse di leggere “Hair Style”, vedendo una vetrina del genere potreste anche avere dei dubbi sulla loro sanita’ mentale. In realta’ e’ la vetrina di un parrucchiere e si vede da fuori, ma sino a quando ci passate davanti distrattamente l’unica cosa che vi capita e’ che vi spanciate dal ridere.
Un’altra cosa che mi piace della Germania sono le case. Per due motivi. Il primo sono i pavimenti in legno. No, non dico parquet. No, parlo proprio di legno: assi di perlinato inchiodate al suolo sopra un’intercapedine. Questa cosa, unita all’abitudine di avere TANTE finestre GRANDI , e di fare le case GRANDI, rende comodissime le case. Unico punto a sfavore: l’abitudine, per le case al primo piano, di avere enormi finestre che danno sulla strada. La gente passa e ti guarda dentro. E si, TI GUARDANO DENTRO. Senza pudore.
Cosi’, se vi piacciono le case grandi e luminose, arredate come l’ Ikea e coi pavimenti di legno bello caldo, la Germania fa per voi.
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Il pavimento di legno ha TUTTE le buone  qualita’ del parquet, ma non
vi prende un colpo se rovesciate qualcosa per terra, perche’ sono stupide assi inchiodate.
L’ultima cosa che mi piace di Duesseldorf e’ il rapporto che il cittadino di citta’ ha con gli la natura. I parchi sono praticamente ovunque, e fin qui tutto bene. Il punto e’, pero’, che dentro i parchi urbani ci sono gli animali (spesso rigorosamente numerati e censiti con targhette e segnalatori radio). I quali animali (conigli , anatre, lepri, cigni, oche ) sono nutriti (non e’ vietato) dalla gente e quindi tendono a fidarsi. Col risultato che vi puo’ succedere che un cigno venga a dare un occhio all’interno della vostra macchina fotografica (che poi e’ un cellulare, ma voleva vedere se lo avevo aggiunto alla rubrica , magari):
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Questo vale anche per le zone urbane, nel senso che gli animali non hanno capito bene che i parchi abbiano un confine, e vi capita di vederli andare a spasso per la citta’. Il traffico si limita ad adeguarsi e a lasciarli passare (tralasciamo il fatto che questi attraversano usando la ciclabile – la striscia rossa di marciapiede e’ la pista ciclabile)
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Attraversamento papere.
La cosa , invece, cui fatico ad abituarmi e’ l’abuso che fanno della precisione. Cioe’, il tedesco e abituato a documentarsi. Se volete usare un servizio, nessun problema: c’e’ il manuale dello stato sociale, il manuale dell’ Hartz I, II, III, IV, il manuale delle ferrovie, il manuale e le spiegazioni di ogni cosa. Cosi’, siccome loro li leggono davvero, ogni volta che chiedete un’informazione che e’ in un manuale , vi guardano come se aveste mancato al vostro supremo dovere:  leggere il manuale. Non so come si dica RTFM in tedesco, ma deve essere qualcosa come “di’ a tua madre di lasciare in pace il mio cane, che torna a casa distrutto ogni sera”.
Il tedesco DEVE essere preciso. Ne sente il bisogno. Cosi’, vi capita di vedere scritte cosi’:
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Il numero di CL e’  evidentemente IL problema dello sprizz. Faccio notare che, poiche’
i loro bicchieri sono piu’ grandi di 11Cl, evidentemente si tratta  dell’equivalente di percentuali molari.
Il tedesco DEVE intendere le cose con precisione. La lingua tedesca non e’ precisa come il latino a livello grammaticale (anche se si vantano del contrario) ma e’ ENORMEMENTE tassonomica. Cosi’, i loro manuali sembrano una specie di microprogrammazione in assembler. Potete stare certi che il barista del “Tangente” (un bistro pseudoitaliano) vi fara’ un composto che ha ESATTAMENTE le proporzioni di 4:6:1 . La loro abitudine a comportarsi esattamente come da manuale e’ snervante, ed e’ l’unica cosa cui ancora fatico ad abituarmi, perche’ quando diventano pedanti tendono allo snervante. Non riescono a  capire che  “devi leggere un libro di 860 pagine PRIMA di salire su un tram” forse non e’ normale nel resto del mondo, ove si sale su un tram (StrasseBahn) senza sapere  di preciso come funzionino le sue sospensioni.
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Foto(non mia): una giovane  tedesca deve sposarsi , ha letto un manuale
di educazione sessuale, e lo applica alla lettera.
Tutte le foto sono scattate da me, tranne quando specificato diversamente.(per i buontemponi che ti segnalano a google per il copyright, intendo)

UrielP.S: su richiesta di Reez Law, appassionato di grattacieli, posto qualche foto di parco locale , citta’ e Reno vista dal grattacielo ove lavoro.

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