De Germania II

Per un qualche motivo strano, vedo nei commenti che se soltanto da italiano osi parlare male di qualche paese straniero, immediatamente la reazione e’ che dovresti tacere perche’ all’estero anche la merda e’ profumata. Per quanto mi riguarda, invece, l’oro rimane oro e la merda rimane merda: se qualcuno fa qualcosa di buono ha fatto qualcosa di buono, se fai delle merdate hai fatto delle merdate. Che siamo in Italia o in Germania.

Non essendo la prima volta che lavoro all’estero, conosco bene questo atteggiamento degli italiani. Molti di essi si comportano come se il fatto di trovarsi all’estero e vivere secondo le abitudini straniere ne faccia automaticamente una categoria antropologicamente diversa di persone. Di conseguenza, essi devono fare “join of the stream”, in modo da diventare persone non-piu’-semplicemente-italiane-come-te: devono diventare piu’ tedeschi dei tedeschi, piu’ inglesi degli inglesi, eccetera.

Poiche’ essi credono di aver acquisito valore soltanto per il fatto di vivere all’estero e di seguire abitudini diverse ivi acquisite, chiunque dubiti di qualcosa o della sua bonta’ e’ visto come un individuo che mette in dubbio questo valore aggiunto che loro avrebbero acquisito vivendo li’. Vi faccio qualche esempio per intenderci meglio.

Avrete sentito dire spesso che la TV italiana e’ un ammasso di letame, e che “tutte queste tette e culi” all’estero non si vedono. Cosi’, quando siete qui certi italiani vi dicono che loro “guardano la TV tedesca” come dire che si ingozzano di cultura.

Bene. Due giorni fa, alle 9.30 di sera ho acceso la TV. C’era un quiz. TV del lander locale, pagata coi soldi dei cittadini. Quando il quiz e’ iniziato la conduttrice era vestita, anche se in maniera abbastanza esotica. Iniziano a chiamare da casa, e la tizia inizia a togliersi il pareo e lo spolverino, o a rimetterli , a seconda che i telespettatori chiamanti abbiano indovinato o meno. Tira e molla, la trasmissione si conclude con un telespettatore che riesce a lasciarla in topless e vince 38.000 euro. Comunque, nel tira e molla, era rimasta in semitopless (una tetta si e una no) un paio di volte. Titoli di coda con questa tizia in un pesantissimo topless che saluta , sorridente.

Facendo zapping oltre al grande fratello tedesco potreste trovare anche il corrispondente dell’isola dei famosi: solo che ieri sera c’erano , nell’ordine, un pazzesco troione sessantenne rovinato dal botulino, una serie di personaggi femminili che avrebbero fatto impallidire la maggiorata del GF italiano, due idioti palestrati e per far ridere la gente un concorrente di origini turche(1) che fa la scimmia arretrata e ignorante come da copione.

Ora, ovviamente dire questo non toglie nulla al giudizio altrettanto negativo che possiamo dare della TV italiana: il guaio e’ che toglie “valore” a tutti quegli italiani che adesso sono piu’ intelligenti e diversi da me perche’ guardano la TV tedesca. Cioe’: stai ancora guardando la stessa merda che guardavi in Italia. In che cosa, adesso, saresti diverso dagli altri italiani?(2)

Questa pretesa di essere diventati qualcosa di diverso rispetto agli altri italiani, dai quali ci si vuole dis-associare , fa si’ che il sistema straniero venga visto non come un sistema con pregi e difetti encomiabile o criticabile, ma come un sistema “migliore”, e quindi per forza di cose perfetto o quasi. Del resto, se cosi’ non fosse essi non si sentirebbero abbastanza “promossi” dal fatto di vivere all’estero.

Infatti, ogni critica al sistema locale viene vissuta dai neo-ariani come una critica al loro nuovo status di “promossi” dall’aver cambiato nazione; di conseguenza il neo-ariano si sente inficiato (o meglio, sente inficiare la propria differenza-superiorita’ verso gli altri italiani), sente criticare la sua “promozione antropologica”.

Cosi’, per dire, ho dovuto prenotare una colonscopia. Fatta la prenotazione in Emilia, circa un mese di attesa e qualche decina di euro da pagare. I colleghi mi hanno detto allora di usare la carta europea dei servizi e provarci qui, dove tutto e’ superiore. Certo, tutto e’ superiore compreso il tempo d’attesa: 4 mesi . Il sistema tedesco, infatti, e’ un sistema simile a quello della regione Lombardia (che fa cagare ) e si divide in privatistico e semiprivatistico/convenzionato. Il che significa che se andate con la mutua del luogo finite nel calderone dei poveri e degli immigrati, mentre se pagate la “praxis” allora siete a posto. Quindi ho tenuto la mia prenotazione in emilia.

I tedeschi stessi criticano questo sistema, ma guai a voi se lo fate di fronte ai neo-ariani: per loro avrei dovuto fare “comunque” la prenotazione “qui”, perche’ “comunque qui”. Comunque qui cosa? Comunque cosa? E’ quel “comunque” che sintetizza l’essenza del neo-ariano, dell’italiano promosso dal fatto di vivere all’estero: il fatto che nemmeno di fronte all’evidenza accetta di criticare il sistema che lo ha promosso, perche’ cosi’ facendo criticherebbe la propria “promozione”.

Con questo non voglio dire che la Germania mi faccia schifo: anche io potrei valutare di venire qui definitivamente. Ma se scegliessi di diventare cittadino tedesco, da quel momento non mi sentirei “promosso” e quindi tenuto a difendere il contesto (che mi promuove) a tutti i costi: mi sentirei nel dovere preciso di criticarlo quanto fanno i tedeschi. Penso che la cittadinanza implichi anche dei doveri, specialmente se (a differenza di quella italiana) si trattasse di una cittadinanza che HO SCELTO. E quindi, avrei anche il dovere di migliorarla con un atteggiamento ferocemente critico,e non con l’aria imbesuita degli emigrati che passano il tempo a dire “eh, certo che qui e’ tutta un’altra cosa”.

Mi sentirei nel dovere preciso di scandalizzarmi per i continui scandali per corruzione che hanno distrutto i socialdemocratici , come fanno i tedeschi, e non di dire “si’, ma comunque in confronto ai nostri, comunque”: comunque un cazzo, una “mani pulite” che dura da 7 anni vuol dire che c’e’ un problema, cazzo, tantevvero che i tedeschi ne discutono, eccome, del fatto che tutte le maggiori industrie locali siano state pizzicate a foraggiare politici.

Ed e’ proprio questo il punto: apprezzo molte cose della Germania, ma non riesco a perdere l’onesta’ intellettuale al punto di non notare i difetti. Questo perche’ non mi sento “promosso” dal fatto di essere qui, ragione per cui non devo temere che una critica alla Germania mi sminuisca, o sminuisca la presunta differenza/superiorita’ che ci sarebbe perche’ adesso vivro’ qui.

Anzi: questo entusiasmo apodittico per il paese, compresi i difetti che vengono sempre minimizzati o ignorati perche’ comunque qualcosa, sa molto piu’ di provinciale, e semmai certifica la piena italianita’ e non viceversa.

Ed infine vorrei far notare qualcosa riguardo al tema della lingua: se uno straniero che parla solo inglese entrasse in una banca italiana , e non venisse servito perche’ non parla italiano, saremmo li’ a tuonare di tempi moderni, di Italia inadeguata, di Europa, di mancanza di investimenti dall’estero, eccetera. Diremmo che e’ la testimonianza di come l’ Italia sia inadeguata a stare in Europa, e che e’ anche per questo che ci sono pochi investimenti stranieri, eccetera eccetera.

Tuttavia, mi viene detto tra i commenti che se non imparo il tedesco allora potrei avere problemi con le banche locali, che pero’ non sono arretrate ed ignoranti come lo sarebbe una banca italiana che rifiuti uno straniero: quando si esprime in tedesco, l’arretratezza e l’ignoranza sono comunque ignoranze e arretratezze tedesche. Ed e’ ancora quel “comunque” a fare la differenza: il fatto che per i neo-ariani, per i “promossi” ad italiani all’estero, qualche cosa sia un difetto gravissimo, sintomo di arretratezza e ignoranza se avviene in Italia,,mentre e’ una giustificabile “regola del gioco” , una caratteristica locale, se invece avviene in salsa tedesca.

Allora: se queste persone sognano di avere qualcosa che certifichi la loro differenza/superiorita’ nei confronti degli altri italiani, e la vogliono trovare nel fatto di vivere all’estero, sono liberi di farlo. Non mi interessano gli egotrip altrui.

Pero’ non pretendiate che lo faccia anche io: se voglio mostrare di essere diverso dagli altri posso farlo anche rimanendo in Italia. Ce l’ho sempre fatta, e c’e’ gente che saprebbe distinguere un mio pensiero da quello di chiunque altro semplicemente leggendolo su un muro. Non ho bisogno di queste “promozioni”.

A differenza di molti di voi.

E forse il problema e’ proprio questo. Se avete bisogno di vivere all’estero e di sentirvi un po’ stranieri per disassociarvi dall’italiano medio, forse e’ perche’ a quell’italiano medio somigliate sin troppo.

Vorrei aggiungere una sola cosa: il fatto che io abbia elencato i difetti del sistema tedesco (che ho capito meglio parlando coi tedeschi coi quali sono uscito a cena , tanto perche’ vengo accusato di odiarli) non significa che il prossimo post io non vi elenchi le cose migliori o le occasioni delle quali approfittare se siete qui.

Quello che pero’ non voglio toccare e’ il filone dei “promossi” ad italiani-all-estero, e voglio precisamente tenere lontani tutti quei fessi che sono perfettamente entrati nel loop “adesso sono asceso al cielo, non sono piu’ un merdoso italiano-in-Italia ma un italialo-all-estero, mi si copra orsu’ di preliminari erotici”.

Dalla prossima puntata: le figate che dovete assolutamente fare qui, e le cose che potete/dovete assolutamente godervi, dal giro delle discoteche (perche’ non pagate l’ingresso ma solo le consumazioni in quel di Altstadt, quindi potete fare i clubbish e girarvele tutte in una sera finche’ non trovate la serata “che va”) ai costi bassi della vita, alla tessera comunale dei servizi culturali. Ma prima, fuori i farlocchi dalle palle.

Uriel

(1) Se un turco va in una TV tedesca, ci fa una figura di merda al solo scopo di divertire i locali.

(2) Si tratta del resto di format internazionali che si vendono worldwide in apposite fiere. Fininvest non inventa nulla, si limita a comprare. Ho visto il corrispondente di Maria de Filippi , per dire, con capelli biondi e corti e voce roca: con ogni probabilita’ il format richiede una conduttrice fatta cosi’.

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