Criptovalute.

Criptovalute.

Come ho gia’ detto, sono uno scettico delle criptovalute non per cosa sono (in realta’ feci mining dei miei primi bitcoin – che poi spesi per una birra ad Amsterdam – usando un raspberry I) , ma per cio’ che sono diventate. Cosi’, adesso che tutti scrivono il funerale delle criptovalute, la mia domanda e’: ma pensate che moriranno le criptovalute, o che morira’ quel che sono diventate?

La distinzione e’ importante. Il mondo era appena uscito dalle macerie del Credit Crunch e di Lehman Brothers, e si stava infilando nella crisi del debito sovrano greco, quando lessi di questa invenzione. Chattai su IRC per qualche tempo, e l’idea mi piacque. 

Cosi’ siccome avevo un raspberry che aveva un chip grafico, sebbene ridicolo, mi misi a fare mining. Eravamo ancora alle prime ere geologiche, quindi riuscii a fare mining di bitcoin con un certo successo.

Mi scontrai subito col fatto che nessun negozio accettava bitcoin in pagamento, e quindi li misi da parte. Un giorno, durante un viaggio ad Amsterdam (che dista da qui poco, usando l’alta velocita’ ) vidi che una birreria accettava bitcoin in pagamento. Fu cosi’ che comprai una delle birre piu’ costose dell’universo conosciuto. Se qualcuno se lo stesse chiedendo, si, era buona. Era praticamente una belga. Per cinquantamila e rotti euro (oggi sarebbero solo 17.000) , del resto, almeno la schiuma doveva farla.

La tecnica era semplice, il tipo stampava un qcode su uno scontrino, tu fotografavi e via. 


Detto questo, cosa si diceva sui forum a quei tempi? Beh, il bitcoin era disegnato per combattere quelle speculazioni che avevano ridotto il mondo finanziario in macerie con la crisi del credit crunch, e che stava cominciando a consumare il mondo dei debiti sovrani.

Ricordo che Satoshi, da qualche parte, aveva sostenuto di essere certo che se qualcuno avesse costruito una finanza speculativa su questo sistema, si sarebbe fatto male, in un modo o nell’altro. 

E poiche’ la finanza speculativa si sta facendo MOLTO male in questi giorni, direi che la sua profezia si sia avverata, chiunque egli sia.


Ma dopo il come, occorre esaminare il cosa. Che cosa e’ andato storto?

Quello che sta esplodendo oggi e’ un exchanger. Un ente che si occupa di trasformare la criptomoneta X nella criptomoneta Y, e guadagna facendo scalping. Sin qui tutto bene, ma vorrei far presente che nell’architettura originale gli exchanger non erano nemmeno previsti. C’era UNA moneta, il bitcoin. Basta.

Questo e’ dovuto al fatto che tutto si basava sul fatto che il circolante (l’ M0 ) fosse destinato a scarseggiare progressivamente. Ma se creiamo altre criptomonete abbiamo creato altro circolante, per quanto sconnesso a bitcoin: lo connettiamo tramite un exchanger. 

Ma in questo modo, il circolante aumenta. Mentre era previsto che fosse sempre piu’ difficile fare mining dei blocchi. Bel trucco, ma adesso vi siete fatti male. E Satoshi lo aveva detto. 

Non e’ che io sia qui a divinizzare Satoshi, ma d’altro canto, gli exchanger e le miriadi di monete alternative non erano previsti nel design, e siccome contraddicono una parte grossa del paradigma (il circolante cala nel tempo) ,  il botto di cui tutti scrivono sia un caso certificato di FAFO (Fuck Around => Find Out).


Un altro paradigma era che il Bitcoin non era fatto per venire accumulato come derivato del costo dell’energia, ma per essere SPESO. Doveva essere qualcosa che vi facilitava andare a comprare la birra. Non era nato per diventare finthech, e neanche un derivato.

E l’errore di considerarlo un derivato e’ semplice: quando create un blocco, consumate energia, cosa che vi conviene fare solo se il valore del bitcoin e’ superiore al costo energetico. Quindi al momento si direbbe un derivato dell’energia, e tutti hanno adottato questa definizione con molto piacere.

Ma ora che il costo dell’energia sta salendo, non sale quello di Bitcoin. Quindi e’ un derivato sino ad un certo punto, ovvero per nulla. Praticamente disaccoppiato: il costo dell’energia si comporta piu’ come il costo del conio, piu’ che come un derivato.

Il problema e’ che la differenza tra le due cose (derivato o moneta) e’ drammatica: se prendiamo un valore complessivo di 10 miliardi di euro in moneta, come circolante, abbiamo la moneta di una nazione non trascurabile. Se lo consideriamo un derivato, beh, le piante alle reception di BlackRock vi fanno 10 miliardi di derivati senza battere ciglio: e’ una quantita’ insignificante.

Portare le criptomonete a diventare dei derivati esotici OTC non e’ stata una mossa geniale: il bitcoin poteva valere enormemente di piu’ se fosse stato usato come moneta. 

E anche questo errore si e’ tradotto in volatilita’, con il conseguente disastro.


Ma quanto e’ grande il disastro? Beh, il problema e’ che il “disastro” di FTX e’ grande 600 milioni di dollari. Forse state pensando che sia tantissimo, ma se considerate che sinora Elon Musk ha perso 36 MILIARDI con Twitter, 600 milioni di euro per i mercati finanziari non sono niente. 

Se andassimo a contare quante entita’ piu’ piccole di un miliardo scompaiono o falliscono ogni giorno al NYSE, o attorno al NYSE, onestamente non troveremmo cosi’ catastrofico questo “crollo”. E’ solo un tizio che si e’ fregato i soldi della propria azienda alla faccia degli investitori. Come hanno fatto alcune banche in Italia, per dire. 

Perche’ tanto scalpore? Viene da chiedersi quanto sia interessata la stampa che dipinge il crollo di FTX come una catastrofe devastante. 

Del resto, la stampa continua a dire cose inesatte: FTX non era un mercato “non regolato”, anzi: adesso il boss andra’ in carcere. Non era un anonimo scambiatore in un servizio interno della rete TOR. Era una societa’ che ha appena chiesto il Chapter 11, quindi era regolato eccome. 

Perche’ la stampa dice che il mercato non e’ regolato? Beh, perche’ comunque e’ un mondo che a molti torna comodo coprire di discredito.


Cosa c’e’ di buono e cosa di cattivo? Ci puo’ aiutare la Hype Curve per WEB3/Blockchain,  compilata da Gartner. 

Come vedete se ingrandite le immagini, le Blockchain platforms sono in questo momenti nella parte bassa, quando muoiono tutte le illusioni prodotte dal pensiero magico. E quello che dovete notare e’ quanta roba ci sia “in caduta”, nel Trough of Disillusioment.

Ma se osservate la parte successiva, scoprite che le monete digitali, le applicazioni decentralizzate e i portafogli digitali sono nello slope of Enlightment. Con questa terminologia si intende quella fase in cui le persone e le aziende dicono “certo, l’ Olio di Serpente non fa guarire paralitici e non mi fa ringiovanire, ma sulla catena della bicicletta e’ il migliore che io abbia mai visto“.


Si tratta di quella fase della riflessione nella quale, morti i ciarlatani, qualcuno prende la bottiglia di unguento miracoloso e scopre che va benissimo come vaso per i fiori, ovvero qualcuno prende quelle tecnologie e dice: “bene, riflettiamoci con calma. Cosa posso farci, in azienda?”. 

Si tratta della fase che precede il “plateau of productivity, che Gartner stima (per queste tre tecnologie) essere lontano meno di due anni da ora. 

Ovviamente, una cryptocoin come tecnologia produttiva potrebbe davvero somigliare pochissimo a quelle che abbiamo conosciuto noi. Ricordiamo sempre che le auto elettriche sono possibili perche’ un settore completamente diverso (quello della telefonia mobile) ha investito moltissimo nella ricerca sulle batterie. Altrimenti Elon farebbe macchine a vapore alimentate ad idrogeno. (e potrebbero funzionare davvero bene).

Anche il nome dei prodotti sara’ concepito per far dimenticare alle persone di avere a che fare con una cryptocoin: dopotutto potrebbero chiamarlo “Bonifico In Tasca”, e funzionerebbe ugualmente, senza essere riconosciuto come qualcosa che oggi viene letto come losco.


La mia conclusione, cioe’, e’ che le criptomonete non sono morte. Nel ciclo di Gartner, stanno uscendo (in maniera dolorosa per molti) dalla fase del pensiero magico a quello della sensatezza. 

Quello che e’ morto non e’ la criptomoneta in se’, ma cio’ che era diventata. Ma attenzione, perche’ se voi usate una fiamma ossidrica per pettinarvi, e l’idea non paga, non e’ la fine delle fiamme ossidriche: e’ la fine del loro abuso.

Non so come si chiameranno i prodotti commerciali basati su blockchain. Ma di certo, quando arriveranno stenteremo a riconoscerli. 

E se arriveranno, allora Satoshi aveva avuto ragione: se li usi male, ti farai molto male. Altrimenti, ci paghi la birra.

Commenti

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *