Covid-19, qualche domanda agli imprenditori.

Covid-19, qualche domanda agli imprenditori.

Covid-19, qualche domanda agli imprenditori.

Una cosa che spicca nell’andamento della disponibilita’ di vaccini anti-covid e’ il fatto che, pur esportando vaccini e pur essendo soggetta ad Embargo, l’ Europa stia lottando per costruire capacita’ produttiva. Non per nulla abbiamo dovuto aspettare che BioNtech costruisse nuovi impianti per avere dosi regolari di vaccino.

Ma il problema non e’ solo nella produzione di vaccini: da quando l’ India ha chiuso le frontiere ad ogni export di farmaceutici , il prezzo dei reagenti e il prezzo dei medicinali in genere ha subito uno sbalzo.

Quando dite questo, la risposta che vi viene data e’ che Cina ed India producono tutte queste cose come se fossero soli, perche’ le aziende europee hanno delocalizzato li’ la produzione. E quindi la discussione finisce con “e’ il mercato, darling”.

Ma ci sono diverse cose che non tornano in questa tesi.

La prima e’ che ci sono paesi piu’ mercatisti, come gli USA o gli UK, che hanno tenuto una capacita’ produttiva maggiore IN SITU. E questo e’ importante, dal momento che e’ dipeso molto dalla capacita’ del POTUS di vietare la delocalizzazione in Cina di attivita’ “strategiche”. In pratica, non solo il presidente vieta l’import di beni strategici, ma puo’ anche avvalersi della facolta’ di impedire ad un’azienda di delocalizzare gli impianti.

Questo e’ interessante, perche’ pone un problema:

Se e’ possibile per Draghi bloccare l’export di vaccini Astrazeneca verso l’ Australia, gli e’ anche possibile impedire che la multinazionale delocalizzi la produzione in Australia?

E se le nuove normative europee che consentono agli stati di bloccare acquisizioni ostili sono tali quando un’azienda straniera cerca di comprare un’azienda locale, sono tali anche per impedire che l’imprenditore, per prendere i soldi, delocalizzi la produzione in Cina (per la modica cifra di XYZ)  anziche’ vendere l’azienda?

Questo e’ il punto: l’Europa sta pagando un prezzo carissimo per la delocalizzazione passata. Sta pagando un prezzo carissimo in vite umane.

La logica della delocalizzazione era che la produzione andava altrove, mentre lo “know how” doveva rimanere qui. Ed in un certo senso questo e’ successo: CureVac, AstraZeneca, BioNtech, sono tutte aziende che hanno sede in Europa. Se ci pensate, un successo enorme sul piano delle competenze. Ma il problema nasce dopo, quando la delocalizzazione fa pagare il suo prezzo: Cina e India chiudono i confini, non esportano piu’ (se non piccole operazioni da qualche milione di dosi, piu’ propagandistiche che altro) , e a quel punto abbiamo il vaccino, abbiamo lo know-how, ma non abbiamo la capacita’ produttiva.

Eppure e’ esistita, in Europa, tale capacita’.

Il problema e’ che ad un certo punto in Europa, e SOLO in Europa (gli USA come vedete non soffrono del problema) si e’ deciso di delocalizzare la PRODUZIONE di medicine, lasciando qui solo lo sviluppo. E la giustificazione e’ stata che “si, ma noi ci teniamo lo Know-How”.

E questo, sia chiaro, non e’ successo SOLO nel campo del farmaceutico. Forse non ci rendiamo conto del fatto che stiamo cercando una “svolta verde” avendo in Europa tantissimo know-how, e pochissima capacita’ produttiva. Essenzialmente l’unica capacita’ produttiva che rimane e’ quella delle pale eoliche, e questo succede solo perche’ trasportare una pala eolica tra continenti e’ una questione logistica non banale.

Covid-19, qualche domanda agli imprenditori.

E sia chiaro: non parlo solo di pale eoliche e pannelli solari: per esempio, l’Italia ha un primato di Know How che si chiama Geotermia.

Sebbene i paesi che ne fanno un uso piu’ visibile siano quelle sotto, la geotermia (o l’uso di geotermia a scopi energetici) nasce in Italia, dalle parti di Piombino. Lo know-how , quindi , ci sarebbe. Ma la situazione e’ questa:

Covid-19, qualche domanda agli imprenditori.

E quando le Filippine ti battono in una tecnologia che hai letteralmente INVENTATO TU, qualcosa sta andando storto.

L’Italia, essendo un paese che si trova su faglie e ha un appennino che poggia su una seconda faglia, ha un potenziale geotermico gigantesco. Forse lo sanno solo i locali, ma esistono gia’ impianti del genere, come a Ferrara (https://it.wikipedia.org/wiki/Centrale_geotermica_di_Ferrara) ove viene usato a scopi di riscaldamento (oggi di solito fatto usando il gas metano) che costituisce piu’ del 40% delle emissioni.

Ma… se volessimo estendere la cosa (e di spazio per fare geotermia in Italia ce n’e’), ci scontreremmo immediatamente con un problema: la mancanza di capacita’ costruttive.

Se l’orizzonte della conversione da fossile a rinnovabile e’ del 2030, l’Italia (e l’Europa nel suo complesso) non avrebbero la capacita’ industriale di costruire abbastanza centrali geotermiche. Dovremmo chiedere ad aziende USA. Capisco altri paesi che sono geologicamente stabili, come la Germania o la Polonia o l’est europa (la Francia per esempio ha vaste zone ove e’ facile (richiede trivellazioni a minore profondita)’, ma in generale in ogni localita’ il cui nome finisce per “Terme” sarebbe adatta.

Le imprese legate al benessere sono in Italia oltre 30mila e le regioni con il più alto numero di stabilimenti termali sono la Campania (114) e il Veneto (110), seguite dall’Emilia-Romagna (24), dalla Toscana (22), dal Lazio (18) e dalla Lombardia (16).
Secondo i dati del Rapporto Federterme 2011 (Associazione Italiana di categoria delle industrie termali e delle acque minerali) le imprese italiane classificate come aziende termali sono 378.

Praticamente siete seduti sulla piu’ gigantesca fonte di energia pulita e rinnovabile del mondo, e la usate per rassodare le chiappe. (non che costruendo le centrali si dovrebbero chiudere gli stabilimenti termali, sia chiaro.)

Perche’ succede questo? Sempre per lo stesso motivo: piano piano l’industria italiana, e per certi versi europea, ha delocalizzato laddove la manodopera costava meno.

Siamo fragili nell’affrontare le sfide cruciali che ci attendono, per la semplice ragione che abbiamo mosso la capacita’ industriale all’estero, confortandoci con la falsa idea che “quel che conta e’ lo know-how”

Il covid, con la situazione assurda per la quale l’Europa ha inventato alcuni  dei vaccini piu’ usati (Pfizer, AstraZeneca ) , spiega bene una cosa. Spiega che avere lo know how mentre non hai capacita’ produttiva, in un mondo che sara’ sempre piu’ diviso, non serve a niente. (menziono anche Curevac perche’ fu la prima azienda ad iniziare la sperimentazione, Trump cerco’ di comprarla e assicurarsi il monopolio, ci fu tutta una serie di ricambi nei vertici quando furono fermati, e ora si trova indietro :l’ EMA sta esaminando i dati. Ma in termini di invenzioni, furono i primi, e siccome sto ).

E se volete un colpevole , e lo vorrete quando la merda urtera’ il ventilatore la seconda volta, non dovete cercarlo a Bruxelles: non dovete fare altro che chiederlo a Confindustria.

Perche’ i ritardi nella campagna vaccinale , dovuti alla mancata capacita’ produttiva, si contano in centinaia di migliaia di morti.

E prima o poi qualcuno dovra’ fare giustizia.

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