Cosa penso di Travaglio…

Mi arriva una richiesta riguardante la mia opinione personale su Travaglio. Personalmente non ho un’ottima opinione, e questo deriva dal fatto di avere lavorato in passato con delle perizie informatiche per la difesa di alcune persone. Quello che ho notato e’ lo strapotere dell’accusa in tutto il periodo iniziale, dovuto ad un semplice meccanismo: lui, l’ accusatore,  ha indagato su di voi piu’ di quanto voi abbiate fatto. Mi spiego meglio.

 

Esistono centinaia di azioni che ognuno di noi compie, e poi dimentica. Ognuna di queste azioni puo’ essere messa in relazione con qualsivoglia attivita’ circostanti per ottenere un sospetto. Chi di voi, del resto, ricorda dove fosse il 3 dicembre 1984? Tenete un diario?

Facciamo un esempio: per via di un orario assurdo dovuto allo spostamento di un volo, ho dovuto prender euna stanza di albergo , e avendo pagato di tasca mia ne ho scelto uno abbastanza economico (un tre stelle “s”, se non ricordo male). Ora, spostiamoci di un anno.

Tra un anno arriva un accusatore, che sostiene che io sia complice di talaltro personaggio, prova ne sia che la volta che LUI era a Bologna io per incontrarlo ho preso una stanza in affitto in un dato hotel, nonostante io abiti a soli 40 km di distanza, hotel ove c’era anche il mafioso.

Problema. Problema: dimostrare che sia stato un caso. Poiche’ avro’ gettato i biglietti e lufthansa sicuramente NON terra’ traccia di ogni modifica per il pubblico (magari per l’inchiesta si’, ma non credo per tutti) , il risultato sara’ che io dovro’ svolgere delle indagini su me stesso. Dovro’ prima pagare un professionista che sappia chi chiamare in Lufthansa per dimostrare che il mio volo sia stato spostato, perche’ e percome. Stabilito che il mio volo sia stato spostato, la risposta e’: perche’ non sono tornato a dormire a casa? La risposta e’ che avrei dovuto scomodare MrsUriel alle 3 del mattino, e rifare il viaggio in automobile con il brutto tempo.

Ma: l’accusatore prevede la mossa, e dimostra che un’altra volta io abbia viaggiato con un brutto tempo (e fa fede l’ufficio metereologico dell’ Arpa) e quindi non si capisce per quale motivo proprio questa volta io vada nell’albergo insieme al noto mafioso.

A quel punto necessito di una nuova indagine, che mi vada a stabilire che quella volta ci fosse mia suocera a casa a badare alla bambina, e quindi potevo muovere MrsUriel senza per forza di cose occuparmi della bambina. Il che richiede due testimonianze, peraltro di parenti. Basta inquisire anche loro, e il gioco e’ fatto.

Ma il dato di fatto e’ questo: la parte che indaga e’ in vantaggio temporale notevole. Ha il tempo di raccogliere tutto cio’ che serve mediante i canali adeguati, di costruire il suo romanzo, “dimentichera’” ogni circostanza che possa indebolire il romanzo accusatorio, e quando arriva in campo arriva con una portata esplosiva. “Uriel e’ complice del mafioso XYZ”.

Ad Uriel servono circa 8 mesi di indagine per ricostruire tutte le circostanze della propria vita che lo hanno portato, per caso, nell’albergo dove c’era il mafioso.  A parte il fatto che nessuno seguira’ la vicenda per 8 mesi, tutto quello che avro’ da dire e’ che ho ottime scuse per essere in quel posto per puro caso, ma queste scuse NON escludono che io sia complice del mafioso. Ho “indebolito” la costruzione del romanzo, ma non ho affatto dimostrato il contrario.

Qui c’e’ il primo problema: in una fase indiziaria, o in un processo indiziario come quello televisivo di Travaglio, l’imputato e’ indietro di 8-9 mesi rispetto all’accusatore. Quando facevo perizie e parlavo con avvocati e accusati, quello che vedevo era una spaventosa difficolta’ iniziale nel ricostruire la PROPRIA vita. Tutte le cose sospette che abbiamo fatto sino ad oggi, dal cambiare il “solito” percorso perche’ un coglione con l’ape ci fa arrabbiare ostruendo la strada, possono diventare sospette: per quale ragione proprio quel giorno fate quel percorso e non il solito? C’era un’apecar a 30 all’ora che mi snervava. Prove? Boh. E chi le ha?

Ovviamente, direte voi, in tribunale e’ l#accusa che deve portare le prove, e quindi l’accusa di aver parlato col mafioso in albergo cadranno: hai prove della conversazione? Testimoni?(1) Ovviamente, l’accusa deve cadere , ma questo succede per la ragione che questa e’ la regola del processo: e’ chi accusa a dover dimostrare.(2)

Nel lavoro di Travaglio, invece, questa regola non esiste: Travaglio esce con l’accusa, dicendo che io quella sera ero dentro l’albergo con il noto mafioso (in realta’ in stanze diverse, ma e’ piu’ bello scrivere “con”) , che non era mai successo prima che io dormissi li’ , e che la mia scusa del tempo brutto non sta in piedi perche’ un’altra volta sono sceso col tempo peggiore, e via dicendo.

Ovviamente travaglio dovrebbe dimostrare che io abbia anche parlato col mafioso, e non soltanto che si possa pensare io lo abbia fatto: ma questa non e’ la regola del dibattito con Travaglio. Quando le persone dibattono con lui, non solo non hanno lo stesso tempo di ribattere (Travaglio fa tirate di decine di minuti che esauriscono il tempo a disposizione, e arriva in trasmissione con l’indagine gia’ scritta) , ma non hanno probabilmente avuto ne’ il tempo ne’ la voglia di investigare  , raccogliere e scrivere il contro-romanzo , lavoro che di solito fa il legale difensore.

Ma non solo: se siete accusati di qualcosa in tribunale, le accuse sono note in anticipo, le prove sono note alla difesa ed elencate, e il discorso accusatorio e’ noto per darvi la possibilita’ di difendervi. ovviamente, voi pagate un professionista per leggere la farneticazione dell’accusa e ribattere. Ma una volta formalizzata l’accusa, quella e’ e quella rimane. Non e’ che ve la possono cambiare cosi’, su due piedi. Travaglio, invece, quando si trova con qualche (di solito debole) tentativo di difesa, non fa altro che aggiungere nuove teorie, nuovi agganci, cioe’ estende la portata e la fattispecie delle accuse. Cosa che nei tribunali e’ vietata.

Punto ultimo, in Italia (come in tutti i paesi civili) non e’ possibile venire processati piu’ volte per lo stesso reato, dopo la sentenza definitiva, tranne casi estremi nei quali emergono scenari completamente diversi. MA e’ difficile ed inconsueto perche’ esistono dei meccanismi di garanzia mediante i quali si vuole evitare l’accanimento. Si tratta invece del pane quotidiano di Travaglio, che dopo aver messo qualcuno alla berlina per il fatto A, poi ci ricama sopra e ottiene AA, e poi AAA, e via cosi’.

In pratica, il processo che vede Travaglio come accusatore e’ un processo nel quale

  • Travaglio ha passato la vita ad indagare su persone che di mestiere non indagano su di se’ medesimi.
  • Non vale la regola dell’accusa che produce la prova, ma solo dell’accusa che RIPORTA la prova. Nessuno vi dice che quanto detto da Travaglio sia tutto vero, nel senso che la verita’ gode della qualita’ della completezza, oppure non e’ una verita’.
  • Se anche vi difendete, Travaglio estende il campo della propria indagine, o lo modifica con nuovi “fatti” e nuove accuse.
  • Dovreste pagare un professionista per studiare tutto cio’ che Travaglio scrive di voi , per svolgere una controindagine, onde contestare tutti i fatti: il risultato sarebbe un pamphlet lunghissimo, che nessuno leggerebbe o ascolterebbe in TV, una polemica gigantesca ed infinita.
  • Travaglio, essendo un giornalista, puo’ ripararsi dietro la cortina della riservatezza delle fonti, cosa che, in un tribunale, non e’ possibile.
  • A travaglio non e’ MAI richiesto davvero di produrre delle prove, ma solo di citarle. E qui devo spiegare.

Un’ altra slealta’ di Travaglio e’ quella di pubblicare degli stralci: egli cita un pezzo di sentenza, un pezzo di giornale, scegliendo accuratamente i punti che gli fanno comodo. Chi ha lavorato con la difesa sa che le intercettazioni devono essere disponibili in tutta la loro interezza, perche’ spesso estrapolandone una parte si stravolge il senso delle frasi. Figuratevi che cosa succede con un giornalista che in 30 minuti riassume 18.000 pagine di sentenza: probabilmente quanto scrive , cioe’ lo stralcio, corrisponde al vero. Ma non e’ TUTTO il fatto. Separare una parte dei fatti per presentarla da sola e’ un’operazione che i tribunali dei paesi civili NON accettano; ed e’ per questo che i processi sono composti di tanti incartamenti, faldoni, fogli di carta.

Il fatto che una semplice conversazione, estrapolata dal contesto, possa venire letta in maniera diversa dal suo senso reale fa capire quanto sia facile costruire accuse in quel modo: e se ci fate caso, nei suoi libri capita che Travaglio citi… l’accusa dei processi in maniera testuale(3), ma quando lo fa non riporta mai le 1000 pagine scritte dalla difesa per difendersi da quanto detto in quella frase, si limita a riassumerle e spesso a denigrarle. Cosi’ evita di finire in galera per diffamazione: la parte che fa comodo a lui e’ estrapolata da un fatto reale, la parte che farebbe comodo all’accusato viene sistematicamente riassunta, omessa, diminuita: il problema e’ che posso querelare qualcuno per cio’ che scrive, ma non per cio’ che NON scrive, e questo e’ il gioco della gente come Travaglio: essi raccolgono “fatti” come collane del rosario, arrivando a corposissimi ammassi di accuse.

Nel fare questo citano altre fonti, generalmente stralci, e si tratta di stralci presi in maniera perlomeno maliziosa.

Ovviamente l’onesta’ intellettuale vorrebbe che se qualcuno cita il PM dell’accusa mentre dice “Uriel discuteva di omicidi nell’Hotel tal dei tali” , ci sia anche il plico della mia difesa che dimostra io fossi li’ per caso, ed in maniera del tutto imprevedibile. Ma Travaglio a quel punto ti scrive cose come “a quel punto Uriel parla di aerei annullati, racconta di suocere baby sitter, e via dicendo”. A quel punto dovrei  querelarlo, ma non esiste nessuna norma  che lo obblighi a riportare per esteso la mia difesa quando cita uno stralcio della mia accusa: in questo modo e’ al sicuro da querele, e fa la parte di quello che dice il vero.

La vittima di Travaglio di fatto non ha scelta alcuna, e se Travaglio si intestardisse su chiunque di voi, scavando adeguatamente, potrebbe trovare qualsiasi cosa. Siete sicuri che il fornitore di mozzarella del vostro negozio non sia un camorrista? Che due mafiosi non si diano appuntamento nel vostro bar? Nel vostro hotel?

L’unica cosa che potreste fare sarebbe di pagare un professionista per difendervi, per investigare su di voi medesimi per raccogliere tutte le circostanze (spesso irrilevanti perche’ semplici banalita’ quotidiane), e scrivere un tomo difensivo. Il vero problema e’ che arrivereste mesi e mesi dopo di lui (e non e’ come in tribunale che il giudice aspetta, la gente sputa la sentenza in pochi secondi) , e peraltro nessuno leggerebbe la vostra difesa, ne’ avreste il tempo di esporla in TV. Ma se anche lo faceste, Travaglio non farebbe altro che passare gli otto mesi successivi a stralciare altre carte, a citare altre frasi , altri articoli di giornale, e quindi sarebbe ancora otto mesi di accuse avanti a voi.

L’altra carenza di Travaglio , rispetto ad un processo, e’ che non puoi mai controinterrogare i testimoni, che spesso sono altre fonti giornalistiche. E’ divertente come si possa costruire la prova giornalistica. Il giornalista A scrive un articolo che dice cose tutto sommato oneste di Uriel, tranne che c’e’ una frase in mezzo, che so io “Uriel, questo professionista della dimenticanza”( sono in effetti piuttosto sbadato al di fuori del lavoro) e poi continua con una simpatica tirata d’orecchi, nulla che io potrei querelare. Al giornalista B a quel punto non resta che citare “A” , stralciando quella sola frase, e scrivendola cosi’ :” che Uriel dimentichi troppo spesso certi particolari della sua vita lo nota anche , nel 2009, Il giornalista pinco pallo del tale giornale, quando scrive “Uriel, questo professionista della dimenticanza”. Ovviamente i due sono d’accordo, e ancora una volta si utilizza il potere dello stralcio. Si tratta di malcostume giornalistico, perche’ io pe rdifendermi dovrei procurarmi una copia del giornale, mostrare tutto l’articolo, e far vedere che si parlava di cose diverse. E’ una consuetudine del mondo del cattivo giornalismo italiano.

In definitiva, confronto Travaglio ad un processo per mostrare questa cosa: Travaglio monta delle vere e proprie pseudoinchieste, che assomigliano spesso (anche per linguaggio)  alle inchieste dei magistrati, cui si ispira/allea. Ma le regole del processo travagliesco, diciamo  il “codice di procedura travaglica”, non contengono neanche uno dei meccanismi di tutela che normalmente  rendono civile ed equilibrato un processo di fronte alla legge.

Se in un processo di fronte ad un giudice vuoi dire una cosa, non basta uno stralcio, devi portare tutta la conversazione o il documento. Se citi un testimone, deve essere possibile controinterrogarlo con la stessa malizia e da un professionista della difesa. Le accuse devono essere note, e le prove a disposizione pubblicate (e note all’accusa in tempo utile per contestarle) e fissate , e specialmente il giudice non ascolta solo l’accusa, cioe’ un professionista, ma ascolta (e per intero, per legge) anche la difesa. Questa e’ la ragione per la quale un processo per corruzione dura anni , con udienze e controudienze, mentre il corrispondente mediatico travagliesco dura pochi minuti di trasmissione TV (nei quali parla quasi sempre lui) : viene omesso tutto quell’impianto giuridico (che fa del processo un processo degno di una nazione civile) a tutela di chi viene accusato.

Se anche nei processi reali il PM potesse procedere come procede Travaglio, annullando quasi tutte le tutele dell’imputato, il 100% dei processi si concluderebbe con la condanna dell’imputato.

Ci sono tribunali ove questo succede o succedeva? Si`, quelli sovietici (alcuni, pero’, i processi penali erano abbastanza equi, certi livelli erano destinati ai reati politici e di opinione), rarissimamente quelli di Tito (il processo contro Stepinac , il santo protettore dei genocidi e dei criminali,  fu tutto sommato piuttosto equo, cosa che nessuno si aspettava)   e solo in certi casi un procedimento simile si usa nei tribunali texani (in Texas diverse prove, dal DNA alle testimonianze dei familiari sono accettate solo dall’accusa ma non dalla difesa, abolendo il concetto di parita’ tra difesa ed accusa. Giuridicamente, il Texas non e’ “occidente” neanche per scherzo.). Ovviamente anche i tribunali speciali fascisti (quelli ordinari non erano neanche tanto male, paragonati ai tempi) seguivano le stesse regole.

Direte voi: ma Travaglio non fa processi. Per fortuna , no. Ma e’ riuscito in un’operazione pericolosissima, ovvero quella di far accettare alla popolazione un processo di “messa sotto accusa mediatica” che produce una reazione sociale materialmente vera, e manca di tutte quelle tutele che invece sono di regola nei tribunali: Travaglio puo’ fare tutte quelle cose che ai PM sono vietate dalla costituzione, vietate allo scopo di evitare il ripetersi di alcune consuetudini mussoliniane, come l’accanimento giudiziario, la disparita’ tra difesa ed accusa, eccetera.

Trovo che l’operazione culturale che Travaglio opera sia, sul piano sociale, devastante: egli mira a rappresentare il processo come un’operazione di selezione (e non di raccolta secondo regole certe) delle prove e degli indizi, un dibattito visibilmente dispari svolti in ambienti selezionati (Santoro , per dirne una) , con un pubblico (giudicante)  selezionato, e del tutto ben disposto ad ignorare la difesa. Questo processo “absque strepitu advocatorum” , che e’ lecitissimo se viene fatto sui mass media, sta iniziando ad entrare nelle coscienze come il modello ideale di processo, come se Travaglio facesse un lavoro di raccolta delle prove e non di selezione arbitraria delle stesse (citando stralci, e solo stralci) , come se quello dovesse essere il metodo di lavoro quotidiano del PM di tutto il paese.

Sempre piu’ persone in Italia stanno iniziando a pensare che i metodi con i quali Travaglio mette insieme le proprie inchieste non siano i metodi di un giornalista piuttosto malizioso, ma i metodi coi quali dovrebbero venire condotte le inchieste vere:  non intendo dire che le persone credono che quelli di travaglio siano dei fascicoli di accusa perfetti: vengono ritenute gia’ sentenze, o vicine alla sentenza. Travaglio si presenta come quello che elenca fatti, esattamente come ai giudici e’ data la funzione di accertare i fatti medesimi. In pratica, lui e’ l’accusa che si presenta come giudice.

Con ogni probabilita’ sara’ difficile rimediare a questo guasto culturale, riportando la gente a pensare che in un paese civile non ci debba essere alcuna disparita’ tra accusa e difesa, ne’ riguardante la professionalita’ dell’accusatore  (ne’ il fatto che Travaglio puo’ guadagnare lo stipendio scrivendo accuse contro Uriel, mentre Uriel ci lo rimetterebbe lo stipendio per difendersi, per dirne una), e che le garanzie che la legge pone a regolare i processi non siano semplicemente degli intralci creati ad hoc per fermare Travaglio, ma semplici istituzioni del diritto di qualsiasi paese civile.

Il fatto poi che le persone come Travaglio ci guadagnino lo stipendio a scrivere accuse mentre chi si difende sia costretto a spendere impegno e soldi rendono avvantaggiato Travaglio se non altro per ragioni di sfinimento: la tua stessa determinazione a difenderti , spendendo soldi e impegno, produce una risposta da parte di Travaglio, che torna in TV a spegare come demolisce la tua difesa, guadagnando altri soldi! In pratica e’ un match tra un pugile e un fornaio: il pugile puo’ picchiare il fornaio, mentre il fornaio puo’ solo regalargli una pagnotta: e’ ovvio che a finire al tappeto, nel lungo termine, sara’ sempre il fornaio.

Grazie alle persone come Travaglio, sempre piu’ gente sta iniziando a percepire il tema della giustizia come un momento nel quale una persona seleziona stralci maliziosi della vita altrui, li assembla scrivendo un bel romanzo criminale, li espone al pubblico che grida “crucifige! crucifige!” , ottiene una sentenza scontata e si, dai, siccome siamo magnanimi riportiamo, tra le risate del pubblico, la patetica difesa che non ha mai avuto alcuna chance di difendersi con regole cosi’ favorevoli all’accusa. E comunque, quando si parla di LUI, l’innocenza non e’ una scusa, perche’ se sei innocente e’ solo perche’ sei un furbo e  architetti molto bene le tue malefatte. E se sei cosi’ furbo da sembrare innocente, sei di sicuro colpevole.(altra regola del “codice di procedura  travaglica”).

Il mondo che creeranno ovviamente e’ un incubo Kafkiano, ove e’ possibile sbattere in carcere chiunque rispondendo solo agli umori del pubblico, pubblico che e’ accuratamente foraggiato da un’informazione che coincide con l’accusa medesima. Cosi’ come Mussolini era soggetto solo al fascismo, la magistratura e’ soggetta solo alla legge: il guaio e’ che Travaglio e’ soggetto solo ai suoi fans, i quali sono peggiori sia della legge che del fascismo.

Uriel

(1) Sui testimoni ho grosse riserve: la testimonianza e’ l’unica “prova” che puo’ essere creata dalla semplice volonta’ umana.

(2) In Italia non e’ cosi’, e “dimostrare” significa solo convincere un giudice della bonta’ del romanzo accusatorio che hai scritto.

(3)Sapendo di poter venire querelato, ovviamente si mette le spalle al coperto scrivendo “Il dottor Pincopallo, PM del processo, dice blablablabla”. Poi non menziona la difesa, o la riassume annullandone ogni rilevanza.

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