Concorso ambientale in associazione mafiosa

Sto seguendo un attimo la vicenda della ragazza ripresa a sua insaputa dentro
i bagno di una discoteca, la quale e’ stata poi messa in piazza diffondendo
il relativo video su Whats’app.

Le comari che scrivono sui giornali italiani stanno, appunto, reagendo da perfette
comari (del resto il lettore italiano ha i giornalisti che merita) e stanno
facendo il classico lavoro delle comari: vedere la cosa sotto l’angolo del pettegolezzo,
ovvero “che cosa succede dentro quella tale discoteca”, da cui deriveranno altri
succulenti commenti su qualsiasi ragazza che entri in quella discoteca, che verra’
“sparlata” dicendo che , ovviamente, se vanno in quella discoteca allora fanno le
stesse cose.

Oppure la vedono sul piano di “dove andremo a finire di questo passo signora mia”
e via a parlare di quanto siano troppo disinibite le ragazze di oggi, mentre ai loro
tempi se una si faceva chiavare lo faceva col prete, e tutte queste cose che
fanno molto “patente di onesta’”, ovvero “se io dico che tizia e’ una troia, allora
sono una santa”.

Ovviamente c’e’ anche il piano “il progresso ci uccidera’, e’ tutta colpa dell’Internet”,
“ai miei tempi ci bastava un perizoma di bisonte per divertirci” e tutto l’armamentario
di chi rimpiange l’abbecedario, l’orbace e le mammane.

La cosa che invece non sento mai dire e’ “e’ colpa dei miserabili bastardi criminali, guardoni
e prepotenti che provano qualche soddisfazione nel rendere la vita impossibile ad altri”.

Non vedo la voglia di condannare chi si mette a fare il guardone in una discoteca,
riprende una ragazza e poi commette IL CRIMINE (perche’ e’ un crimine, AGGRAVATO dal
fatto che la ragazza sia minorenne) di sbattere tutto online.

Anzi, tutto si e’ concentrato nel fare pressioni sulla vittima, sino a farle ammettere
che deve pentirsi pubblicamente di quanto ha fatto, la peccatrice
ma non e’ che qualcuno dica che chi le ha fatto quello dovrebbe pentirsene amaramente.

La verita’ e’ che i giornalisti conoscono bene il loro pubblico, e sanno bene
di essere letti da subumani, i quali pensano che l’occasione fa l’uomo ladro,
per cui se uno e’ ladro e’ colpa dell’occasione: se vengo a rubare in casa vostra,
e’ perche’ il vostro allarme non e’ abbastanza buono, le porte non sono abbastanza
robuste, o perche’ avete commesso qualche errore nel girare la chiave e non si sono
chiuse bene. Ma sia chiaro, non sono io ad essere un delinquente: siete voi che
avete chiuso male la porta.

Se in Italia “non rubare” si legge “non rubare oggetti ben custoditi”, ovviamente
“rispetta le persone” si legge “rispetta solo le persone che possono aprirti come
una cozza”.

E quindi il pentimento viene insegnato e richiesto (e sbandierato sui giornali, ovviamente,
perche’ la comare paesana Annunziata vuole soddisfazione pubblica) alla ragazza ,
la cui colpa e’ di aver ceduto alla tentazione, e non ai miserabili delinquenti
che si sono divertiti a riprenderla a sua insaputa e a postare sui social network
il filmato.

In Italia, per i colpevoli, esiste un timore reverenziale. Esiste ammirazione,
diciamolo pure. Ed e’ per questa ammirazione che nessuno – nemmeno i giornalisti,
memmeno Mariaconcetta Illibbata Annunziata – osa sospettare, anche lontamanente,
che filmare una minorenne in questa situazione sia un reato grave, perdipiu’ aggravato.

Il giornalista ovviamente non lo fara’ mai. Il giornalista italiano e’ un maiale
che vuole del pelo da mettere in prima pagina (e la pruderie contro i calendari “se non ora quando” era
una foglia di fico per l’odio politico, come si e’ visto dal ritorno di calendari e tette),
e quindi mira ad assuefare l’opinione pubblica a questo genere di crimini, al solo
scopo di poterli commettere impunemente in futuro.

Quindi non mi aspetto che un giornalista spenda due parole contro dei criminali.

Il resto dell’opinione pubblica, essendo l’Italia un paese profondamente bigotto,
(poi esistono i bigotti di destra e quelli di sinistra, ma bisogna essere dei sommelier
di bigotti per distinguerli dal retrogusto) e’ ovviamente concorde nel dire
che abbia sbagliato la ragazza e che la colpa sia sua.

Certo, fare determinate cose nel bagno di una discoteca non e’ una trovata geniale.
Ma neanche legare la bicicletta con una catena che puo’ essere tagliata e’ geniale.
Nemmeno lasciare la casa con una porta che puo’ essere scassinata e’ molto saggio.

Ma la verita’ e’ che in italia , il peggiore tra i vostri errori e’ quello di subire
un sopruso. Non e’ molto diversa dall’ India, in fondo: se ti succede qualcosa
di male e’ colpa tua, senza dubbio. Qualsiasi cosa ti succeda, se sei una vittima
e’ perche’ hai sbagliato da qualche parte, e in fondo te lo meritavi.

Il fatto che qualcuno abbia subito un sopruso , in italia e’ la prova certa
della sua mancata specchiatezza morale: la comare Annunziata vuole sempre dimostrare che
se a lei non succede lo stesso e’ perche’ lei, Annunziata, e’ persona di sani principi
che ovviamente non si espone certo a situazioni del genere.

E allora diciamolo: Franca Rame fu colpevole dello stupro che subi’, perche’ se
fosse stata una donna morigerata, non avrebbe provocato cosi’ i fascisti, facendo
politica cosi’ forte. Bastava che si sposasse e rimanesse in casa, e non le sarebbe
successo nulla. Ste puttane comuniste.

In realta’ Franca Rame non fu mai costretta a dire cose tipo “Solo adesso ho capito
cosa ho fatto”, a pubblicare articoli di pentimento, perche’ era di una tempra un pochino diversa.
Del resto non tutte sono Franca Rame. Neanche Lucia Immacolata Mariaconcetta Illibbata Annunziata,
per fare un esempio.

Il problema non e’ il sessismo: se siete vittime di qualcosa e siete maschi,
succede lo stesso. Vi succede qualcosa perche’ la vostra condotta e’ criticabile,
prova ne sia che tutti coloro che vi diranno questa cosa – persone morigeratissime –
non hanno mai avuto problemi: i cazzi loro, si fanno.

Se mi succedesse qualcosa, ci sarebbe la pletora di gente a dirmi che ho provocato
io avendo un blog, e non certo chi mi ha sparato addosso. Prova ne sia che se
non hai un blog, non ti sparano. Chi te lo ha fatto fare? Non ti potevi fare li cazzi tua?

Questa non e’ mafia, sia chiaro. Questo e’ lo stagno ove la mafia nuota. E’ diverso,
perche’ non si tratta di partecipare ad una associazione di stampo mafioso o
di concorso, esterno o interno. Si tratta di quello che definirei “concorso ambientale”,
ovvero tenere un comportamento che , essendo molto diffuso, produce le condizioni
ambientali perfette per la proliferazione della mafia.

Una delle caratteristiche dei paesi controllati dalla mafia e’ che le vittime sono
colpevoli. Se vi bruciano il negozio, dovevi saperlo che dovevi pagare. Eh. Lo vedi
che io sono una persona che non se la cerca, e a me non succede niente? Te la sei
cercata, te la sei.

Te la sei cercata

, insieme a tutte le litanie tipo “ma chi te lo fa fare”
e’ parte di quel concorso ambientale alla associazione mafiosa. Chi dice questo
e’ mafioso.

Secondo la legge, la ragazzina non ha nulla di cui pentirsi perche’ non ha violato la legge.
Prova ne sia che non e’ inquisita.

Secondo la legge, i criminali sono quelli che dovrebbero pentirsi, perche’ hanno violato la legge.

Se cominciamo a pervertire la legge e diciamo che invece e’ la vittima che
deve pentirsi delle proprie azioni, mentre i criminali “hanno fatto quello che si sa”,
stiamo lavorando al “concorso ambientale all’associazione mafiosa”.

In questo ambiente , diciamo “mafiaformato”, il delinquente e’ semplicemente
un concetto immanente. E’ come il cielo o la forza di gravita’, che sempre c’e’
e sempre ci sara’, una componente normale della natura. Quindi e’ inutile condannare
il delinquente, perche’ sarebbe come condannare il cielo , o la luna, o il sole.

Sarebbe come condannare la pioggia perche’ ci bagna, o il sole perche’ ci scottiamo
al mare. Ed e’ anche una cosa impersonale, nel senso che e’ la mafia, non e’ tizio
che fa qualcosa e deve marcire in carcere. E’ come la forza di gravita’, una legge
della fisica, e’ inutile chiedersi chi sia il colpevole: se ci fate male e’ perche’
avete voluto vivere come se non ci fosse.

Quando tutti la pensano cosi’, quando tutti spersonalizzano il crimine e accusano
la vittima di non aver tenuto conto di una nota legge della natura della quale
nessuno ha colpa (il crimine, la mafia, etc) allora si realizzano le perfette
condizioni ambientali per la proliferazione della mafia, della camorra, e in
generale di una societa’ di merda abitata da subumani.

Ecco, chi scrive oggi del “pentimento” della ragazzina che ha subito un crimine,
e che non ha commesso a sua volta alcun crimine, ai miei occhi sta macchiando
di un crimine gravissimo: il concorso ambientale alla diffusione della mafia,
ovvero l’atto di contribuire alla costruzione delle condizioni ambientali
perfette per la proliferazione della mafia stessa.

Quando vi lamentate perche’ la mafia e’ arrivata anche al nord, sapete chi
accusare. Non solo chi l’ ha aiutata a fare affari , o chi vi si e’ affiliato.

I principali colpevoli sono coloro che, anche nel piccolo, anche in ambiti
che sembrano apparentemente lontanissimi dalla questione mafiosa, hanno creato
e diffuso la cultura che consente alla mafia di proliferare. I colpevoli sono
coloro che, come chi scrive all’ HP l’articolo che ho postato, si adoperano per diffondere
quella cultura che apparentemente non ha nulla a che vedere col fenomeno mafioso,
ma che risulta, all’atto pratico, nell’ambiente che e’ perfetto per la
proliferazione del mostro

.

La mafia, come la cultura mafiosa, e’ un’infezione. Ogni infezione ha i suoi vettori.
I vettori sono quelli che spersonalizzano il criminale trasformandolo in una
qualsiasi componente impersonale della natura e della fisica, una legge universale
di cui tenere conto, per cui si commette leggerezza, colpevole leggerezza,
nel fare qualcosa illudendosi che invece il crimine sia una questione di persone,
di colpevoli, di colpevoli da punire.

Chi dice questo a qualsiasi riguardo e’ un vettore dell’infezione mafiosa.

Di vettori di questa infezione ne esistono molti.

Alcuni scrivono sui giornali.

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