Come ti lapido la puttana.(NSFW)

Nello scorso post una commentatrice ha detto “ma c’e’ ancora qualcosa che una donna puo’ fare senza essere una puttana?”. Si trattava di una domanda sorta dopo che ho raccontato di come ho rimosso le reazioni di friendfeed , seguite alla decisione (ingenua) da parte di mia moglie di pubblicare qualche ricetta -piuttosto calorica- su questo blog.

Le cose andarono, per essere esatti, circa cosi’.

Io postai la ricetta con cui Lady Uriel (mia moglie, appunto) fabbrica la crema di mascarpone bolognese. Siccome ebbe un certo successo, mia moglie disse “eh, se basta cosi’ poco, allora dammi un account che vado di piadina, tigelle e tutto quanto”. Si profilava una guerra contro l’anoressia, uno scontro di titani quasi, tra le armate diafane dell’anoressia guidate da D&G e le possenti cavallerie della cucina romagnola, guidati dalla possente sdaura. Da questo epico scontro si poteva gia’ intravvedere qualche bagliore del sol dell’avvenire.

In quel periodo, pero’, usavo la feature di DISQUS , quella di elencare le “reazioni” ad un post, come venivano scritte su Friendfeed, il sistema di social networking per fighetti coperti da monili pederastici, nerd in calore e carampane indignate.
Il risultato e’ che iniziarono a dire cose tipo “quello stronzo costringe quella poveretta di sua moglie a postare ricette sul suo blog”, o “la solita casalinga troia(1) annoiata che cerca cazzi su internet”, ed altre cose che sollevano l’anima. Poiche’ molti di questi commenti venivano dalle aree cattoliche di Usenet, quelle piene dei valori della famiglia appunto, di per se’ non ci feci caso ed eliminai i commenti da friendfeed, lasciandoli alla loro occupazione principale.
Tuttavia, questo si inseriva in un contesto piu’ generale, ed era quella domanda che oggi rintrona nelle orecchie di tutti:

Puo’ , oggi , un italiano qualsiasi, calcare il palcoscenico facendo qualcosa di notevole, o anche semplicemente avere un secondo di visibilita’ facendo una cosa qualsiasi, senza essere accusato delle cose piu’ infami? Puoi aprire un’azienda senza venire accusato automaticamente di voler inquinare e distruggere il mondo, o di evadere, puoi costruire una casa senza venire accusato di essere uno speculatore o un mafioso o quant’altro, puoi insomma fare QUALSIASI COSA sia visibile al pubblico SENZA essere smerdato, insultato, coperto di insinuazioni che prima o poi diventeranno persecuzioni?

Questo e’ il punto generale, ma in questo emerge la situazione delle donne, che e’ ancora peggiore. La donna italiana ha oggi di fronte soltanto due opportunita’. La prima e’ quella di scomparire in una anonima bruttezza. Dico “anonima bruttezza” non per indicare un solo concetto, ma per indicarne due. La donna italiana deve scomparire perche’ se bella OGNI COSA CHE FA verra’ ricondotta alla sua bellezza: se e’ bella e ha un bel lavoro, ha avuto il bel lavoro perche’ e’ bella, e quindi e’ andata a letto con qualcuno per averlo. Se ha una bella casa, ha una bella casa perche’ e’ bella, quindi per forza di cose si e’ sposata bene, ovvero si e’ venduta.
TUTTO, tutto cio’ che una donna bella fa e’ ricondotto sistematicamente alla sua bellezza. E poiche’ ricondurre ogni cosa alla sue bellezza e’, di fatto, accusarla di aver monetizzato la bellezza stessa, ne deriva che per una donna che sia bella OGNI TRAGUARDO e’ sporcato da un fuoco sociale che mette in relazione per forza di cose la bellezza con il traguardo raggiunto, sostenendo che sia stato raggiunto tramite la bellezza stessa.
L’altra parola che ho usato e’ “anonima”. Perche’ il secondo punto e’ proprio questo: nel momento in cui una donna sale su un palcoscenico, fosse anche uno stupido blog come questo, in qualche modo e’ diversa dalla massa di coloro che non lo fanno. Poiche’ e’ tale, ne risultera’ automaticamente che sia diversa dalle altre. E se e’ diversa dalle altre, ed essendo la donna anonima onesta per definizione, se ne deduce che lei cerca di essere vista, allo scopo, ovviamente, di monetizzare questa visione.
Quindi, si parla di “anonima bruttezza” perche’ non soltanto alla donna si chiede di non essere avvenente perche’ le vengano riconosciuti dei meriti, ma non deve anche avere dei meriti evidenti, perche’ tale “mettersi in mostra” denota volonta’ di apparire, e quindi volonta’ di piacere, e quindi volonta’ di monetizzare se’ stesse. Il verdetto e’ sempre lo stesso:
Se vi sentite tanto superiori ai talebani che impongono il burqa per nascondere e spersonalizzare le donne (sotto il burqa non c’e’ differenza tra una e l’altra), facendole piombare in un anonima bruttezza, beh, sappiate che state realizzando la stessa cosa, semplicemente avete creato un sistema sociale di lapidazioni, strutturato in modo che di NESSUNA donna si riconoscono i meriti, se il suo peccato e’ quello di spiccare o di essere bella, o entrambe le cose nel momento in cui “bella” e “interessante” si sovrappongono. Se una donna che ha qualcosa da dire puo’ attirare -a prescindere dalla bellezza- perche’ diventa interessante, beh, siamo punto a capo: e’ l’amante di qualcuno, ergo e’ interessante per monetizzare.
Cosi’ la domanda di oggi, relativa alla situazione italiana, e’ questa:

c’e’ ancora qualcosa di notevole che una donna italiana possa fare , c’e’ ancora un palcoscenico benche’ poco guardato che possa calcare, senza per questo dover dimostrare di non essere arrivata li’ facendo pompini, dove dimostrarlo significa essere palesemente brutta o palesemente poco interessante?

La risposta e’ che, oggi come oggi, QUALSIASI cosa metta in mostra una donna che non riesce, in qualche modo, a dimostrare di essere troppo brutta o troppo poco interessante , viene accolta con la stessa accusa:
BBOTTANA!
Un tempo, la miserabile cattiveria cattolica dava alle donne belle da espiare la tentazione che provocavano negli uomini, cosi’ come in Arabia Saudita una donna dagli occhi troppo avvenenti puo’ essere multata perche’ -persino sotto il chador(2)- ha gli occhi “troppo sensuali”, ma il risultato non cambia. E’ tollerabile che una donna salga su un qualsiasi palcoscenico , di tipo professionale come politico, di tipo sociale o di tipo economico,  solo a patto che la donna in questione sia disposta ad ESPIARE il proprio successo mediante una lunga penitenza di bruttezza e anonimato, che si celano dietro le richieste di “non essere troppo volgare” e di “non cercare troppo l’attenzione”.
Le guardiane della rivoluzione che si fanno passare per donne che “il corpo delle donne non si tocca” altro non sono che l’avanguardia di una varieta’ occidentale di sharia, quella che vuole la donna europea COLPEVOLE se arriva a qualche traguardo mentre ancora qualcuno si ricorda che e’ una donna. Cosi’ queste signore si mettono su facebook la foto della Montalcini, dimenticando forse che la signora non e’ brutta, ma solo vecchia; le poche foto giovanili che ho visto su un giornale da parrucchiera mostrano invece una ragazza fin troppo gradevole, dove “fin troppo” si riferisce al canone di chi oggi vuole questa sharia occidentale: sicuramente la Montalcini fece carriera per le sue doti intellettuali, che in qualche momento devono essere apparse come potenziali mentre erano sicuramente gia’ visibili le doti femminili; IMMAGINO QUINDI COSA LE AVRANNO DETTO DIETRO.
Perche’ oggi la verita’ e’ cruda e semplice:

vige in Italia una versione occidentale della sharia, che non proviene dal mondo islamico ma dai recessi piu’ provinciali del paese. Tale Sharia prevede che una donna italiana, qualora si trovi in una situazione che le dia piu’ attenzione rispetto a qualsiasi altra, DEBBA espiare il proprio peccato di protagonismo mediante una cura della BRUTTEZZA del corpo e della mortificazione della propria personalita’ sino all’anonimato. La pena per chi sgarra e’ una forma occidentale di LAPIDAZIONE SOCIALE, che consiste nel NON riconoscere alcuno dei suoi meriti personali, riconducendo ogni traguardo raggiunto alla sua avvenenza o al suo modo di essere femminile, insinuando quindi che si sia prostituita in qualche modo, insinuazione che diviene prima sospetto e poi certezza, per consolidarsi in un ostracismo vero e proprio.

Si tratta come ho detto di una caratteristica presa dall’ Italia negli ultimi anni, gli anni nei quali l’odio e l’invidia sono stati sdoganati purche’ andassero dalla parte giusta. In generale NESSUN italiano puo’ fare qualcosa di notevole senza prendere uno sputo in faccia o una qualche maldicenza, essendo odio ed invidia parte di un METODO collaudatissimo capace di sfinire qualsiasi volonta’ positiva.
I giornali sottolineano di continuo il fatto che chi abbandona l’Italia lo faccia per sfuggire dalla burocrazia -come se all’estero non ci fosse burocrazia- o per sfuggire alle tasse -come se all’estero ci fossero sempre e solo meno tasse: perche’ la gente va in Svezia, allora- o per trovare piu’ lavoro, ma molti quando fanno queste analisi dimenticano sempre un fattore essenziale.
Se c’e’ volonta’ positiva, la burocrazia si supera, e alle tasse si risponde coi guadagni e col successo. Ma NIENTE puo’ fermare quell’attrito viscoso che e’ costituito da una serie di tentacoli di maldicenze che diventano sospetto e poi certezza, che vengono raccolte in tanti piccoli dossier contro ognuno, e che avvelenano lentamente l’esistenza di chiunque voglia fare qualcosa.
Oggi e’ possibile lapidare una donna italiana come e’ possibile lapidare una donna saudita. In Arabia Saudita la cosa si fara’ con le pietre, mentre in italia si fa con le parole. Parole particolari, che trasformano una bella dottoressa in una prostituta -e quindi non affidabile come dottoressa- , parole che trasformano una donna che semplicemente voglia creare una associazione di volontariato in una “che ha le conoscenze e le mafie” se solo non e’  anonima,  e che “si fa strada” se e’ anche avvenente.
Non c’e’ piu’ NIENTE che si possa fare, ormai, senza avere sputi, odio ed invidia. Nemmeno tenere un blog. Qualcuno mi ha rimproverato del fatto che questo blog e’ cambiato. Verissimo. Quando parlavo di lavoro pensavo di dare un messaggio del tipo “se ti dai da fare e studi e sei disposto a viaggiare molto ce la puoi fare”. Me ne hanno dette di tutti i colori. Quando parlavo di cose che mi capitavano me ne piovevano addosso di ogni tipo.
E io non sono una donna: immaginate che lo fossi. Riuscite, in Italia, anche solo a dire che una donna fa la consulente in giro per l’Europa senza che ricevere la solita insinuazione, che e’ sospetto E QUINDI CERTEZZA? Se io fossi una donna e parlassi di IT riguardo alle telco Tier-1, quanti ne avrei addosso a dire -sempre la stessa cosa-? Lo sapete? Io lo so, perche’ ad una mia collega e’ successo. A TUTTE le mie colleghe e’ successo.
E cosi’, ancora una volta, se la domanda e’:
c’e’ ancora qualcosa di notevole che una donna italiana possa fare , c’e’ ancora un palcoscenico benche’ poco guardato che possa calcare, senza per questo dover dimostrare di non essere arrivata li’ facendo pompini, dove dimostrarlo significa essere palesemente brutta o palesemente poco interessante?
La risposta e’:
No, perche’ vige in Italia una versione occidentale della sharia, che non proviene dal mondo islamico ma dai recessi piu’ provinciali del paese. Tale Sharia prevede che una donna italiana, qualora si trovi in una situazione che le dia piu’ attenzione rispetto a qualsiasi altra, DEBBA espiare il proprio peccato di protagonismo mediante una cura della BRUTTEZZA del corpo e della mortificazione della propria personalita’ sino all’anonimato. La pena per chi sgarra e’ una forma occidentale di LAPIDAZIONE SOCIALE, che consiste nel NON riconoscere alcuno dei suoi meriti personali, riconducendo ogni traguardo raggiunto alla sua avvenenza o al suo modo di essere femminile, insinuando quindi che si sia prostituita in qualche modo, insinuazione che diviene prima sospetto e poi certezza, per consolidarsi in un ostracismo vero e proprio.
Signore , questa e’ la vostra condanna. Le impari opportunita’ non sono causate dalla burocrazia o dalla discriminazione in se’, ma da quello che ormai e’ diventato un “metodo italiano”, fatto proprio da OGNI donna del paese, da OGNI fazione del paese senza esclusione alcuna, che e’ quello di darvi solo DUE vie per il successo. La prima e’ di ESPIARE la COLPA di essere una donna e di aver voluto calcare un qualsiasi palcoscenico mediante bruttezza e anonimato. La seconda e’ quella di vedere, per definizione, annullate le proprie competenze, i propri meriti, la propria professionalita’, con la solita insinuazione.
Uriel
(1) In alcuni commenti si usava il termine “emiliana” con lo stesso significato.
(2) Si, magari quello saudita non si chiama chador, ma io non sono un sommelier di merde, per cui una merda vale l’altra.

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