Come funziona un’ occupazione a Bologna.

Tempo fa ho criticato pesantemente Cofferati per via delle sue posizioni circa la legalita’. Confermo tutto quello che ho detto. Tuttavia, per onesta’ intellettuale mi sembra ragionevole anche spiegare cosa sia la controparte, cioe’ cosa siano gli “Occupanti” e i loro rappresentanti.

Faro’ quindi un esempio estremo, per chiarire il concetto. Poi ve lo adatterete a piacimento. La premessa e’ semplicemente questa: a Bologna non c’e’ stata alcuna alternanza politica vera per circa 50 anni, e Guazzaloca e’ stato diverso dalle giunte comunali come la zuppa dal pan bagnato. Morale: esistono rituali, leggi non scritte, equilibri intoccabili. In 50 anni di monolite monocolore, essi hanno occupato ogni angolo della citta’, compresa l’opposizione.

A bologna, cioe’, c’e’ un solo partito, cioe’ il partito di bologna, con un solo programma politico, che e’ “le cose a bologna si fanno sempre cosi’, e non cambiera’ mai”. Il manifesto politico di queto partito recita “tutto va bene, tutto va meglio, che cazzo ci fai ancora sveglio?”. Ed e’ infatti questo il tema principale della politica bolognese: il diritto di dormire.

Adesso, andiamo all’esempio. Io sono la proprieta’ di un grosso palazzo , adiacente al parco piu’ bello della citta’, diciamo i Giardini Margherita.

Vorrei farci un centro commerciale, che usasse come area ristoro per i clientii giardini Margherita. Ovviamente, i permessi non arriverebbero e io entrerei in conflitto con il consiglio comunale.

Il consiglio mi farebbe notare come in una zona simile nessun piano regolatore preveda alcun centro commerciale, che la viabilita’ non lo consente, e che i giardini sono un patrimonio di tutti, e quindi non li potrete usare per i vostri clienti, riempiendolo di fast food e bar in franchising. E che essendo una zona a vvalore artistico, non dovreste cambiarne l’aspetto cosi’ tanto.

Ecco la prima fase del centro sociale occupato: il conflitto tra proprieta’ e comune sugli usi del locale.

Adesso, entrano in ballo le immobiliari. Diciamo quelle silenziose, quelle che non hanno l’ufficio con la vetrina ma semplicemente la targhetta dorata in centro, che nessuno le conosce.

Arrivano da voi, e vi dicono che in qualche anno risolveranno il problema. Come?

Molto semplice: questi signori hanno dei contatti nel mondo dei CSOA. Voi lasciate il palazzo incustodito, e loro lo faranno occupare. Arriveranno i soliti tizi (se vi chiedevate di cosa vivessero, adesso lo sapete), e ci si infilano dentro.

Il vostro stabile, adesso, e’ un problema politico e di ordine pubblico. O meglio, lo sarebbe perche’ sinche’ voi non manifestate chiaramente che gli occupanti stanno li’ dentro contro la vostra proprieta’, con una denuncia, non ci sono nemmeno gli estremi per cacciarli fuori.

E cosi’, vi “fate di nebbia”, cioe’ non rispondete ne’ positivamente ne’ negativamente a chi vi chiede cosa pensate dell’occupazione. E anche se lo fate, lo fate con parole ambigue, fumose, e guardandovi bene dallo sporgere denuncia.

A questo punto, quelli dello CSOA inizieranno con la loro arte: lo spaccamento di coglioni insostenibile. Concerti Strakazzinkul Metal-HipHop-Punk alle due di notte, tonnellate di merda e piscio per le strade, gente sbronza o strafatta che vi dorme sui marciapiedi, furti e vandalismi ovunque.

Il problema politico aumenta. E se non aumentasse, ci penserebbe il Resto del Carlino, cioe’ l’anello di congiunzione.

Il giornale (che e’ parte della mafia, pardon dell’equilibrio cittadino) , sempre su “suggerimento” degli stessi immobiliaristi, inizierebbe ad amplificare il gia’ grande fastidio del quartiere. Dieci telefonate di protesta diventerebbero cento, dieci fatti di cronaca divengono cento, e cosi’ via.

A questo punto la pressione politica sul comune e’ insostenibile. E’ insostenibile perche’ i cittadini del quartiere votano, eccome. E’ insostenibile perche’ i prezzi delle case stanno calando, e la lobby dei “275 euri-settimana posto letto lavoratore referenziato” vi finanzia il partito.

E allora? Allora il comune chiama la proprieta’, chiedendo se innanzitutto non volesse denunciare gli occupanti alla polizia. Ma questa volta, anziche’ darvi malati e/o assenti, rispondete che non vi interessa piu’ del destino di quell’area, perche’ non ci potete fare la cosa che volevate.

A quel punto, la risposta non sara’ piu’ il “non si puo’ fare” ma il “vedremo cosa si puo’ fare”.

Nelle settimane che seguono, il comune decidera’ che:

1) I giardini MArgherita sono della gente, ma che male c’e’ se un centro commerciale aiuta la gente a spendere?

2)La zona del quartiere e’ artistica, ma un bel palazzo in vetrocemento come quelli di MAscarella non e’ che facciano schifo schifo, solo moderatamente e modernamente cagare. Che non e’ “schifo”, ecco.

3)La viabilita’ non consentirEBBE di farci un centro commerciale, ma poiche’ tra 25 anni ci sara’ la metropolitana e fra 250 anni ci sara’ il teletrasporto in tangenziale, perche’ porsi il problema?

4)Il piano regolatore si cambia.

Ma non solo. La costruzione di un centro commerciale diventa addirittura “valorizzazione” del quartiere, nonche’ grazie ad un accordo di sponsorship con Unipol/Montepaschi/Sabatini/Carisbo/Coop ci sara’ anche un museo dei preservativi usati dalla resistenza , nonche’ un centro di volontariato per la cura dei procioni alopegici delle chiapas africane. E quindi, il nuovo centro commerciale aiuta i deboli e contribuisce alla Memoria, quella con la M maiuscola.

Questa e’ la funzione dell’occupazione di stabili da parte dei cosiddetto CSOA.

E ovviamente, non ci vuole molto a capire chi li paghi per il lavoro che fanno.

Si potrebbe anche intuire QUANTO li paghino, con un po’ di voglia.

Sostituite pure i nomi con gli analoghi della vostra citta’, e siete a posto.

Ma ricordate: lo CSOA e’ lo strumento usato dai proprietari per ricattare il comune.

E specialmente non ha NULLA a che vedere con la penuria di case (che non risolve) e con la penuria di spazi (che comunque usano solo loro e solo per loro stessi).

Il Cofferati, fascista in incognito, questo lo sa bene. E sa che se si piega a questo ricatto, poi dovra’ subirne altri.

Quello che non sa e’ che ha contro il partito unico di bologna, che ha come iscritti tutti i cittadini e le istituzioni di Bologna, e che ha come programma “a Bologna e’ sempre stato cosi’”.

Temo che il suo futuro politico non sia proprio dei piu’ promettenti.

Non perche’ sia fascista, ma perche’ non e’ bolognese, e quindi non ha mai letto il programma del partito unico.

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