Cipro di qui e Cipro di la.

Sta tenendo banco nella sbroccosfera la dicussione su Cipro, ove si sta attribuendo a destra ed a sinistra la responsabilita’ di qualcosa che e’ puro malcostume locale. Insomma, qualcuno in loco fallisce per colpa sua, chiede un prestito, e si incazza se gli si chiede qualcosa a garanzia. Essenzialmente, ci sono tre giocatori in questa vicenda, e tutti e tre stanno tirando dalla propria parte una coperta troppo corta.

La prima domanda che sconvolge gli elettori italiani e’ : ma chi da’ al governo il diritto di prelevare i miei soldi dal conto in banca.
Questa e’ la cosa che mi incuriosisce di piu’, per palese stupidita’. Ogni volta che qualche capo di stato dice che il debito italiano non e’ a rischio default perche’  i “fondamentali” vanno bene, che cosa credete stia dicendo? Sta dicendo che i fondamentali della nazione fanno da GARANZIA al debito.

Avete mai provato a chiedere un prestito in banca? Bene, funziona cosi’:
  • Voi: cara banca, prestami dei soldi.
  • E che cosa mi dai come garanzia?
  • Potete mettere una ipoteca sulle mie ricchezze.
Adesso prendiamo il discorso dei governi:
  • Cari finanzieri, banche e non, prestate del soldi alla mia nazione.
  • E che cosa mi dai come garanzia?
  • Beh, i fondamentali vanno bene, e gli italiani hanno un sacco di ricchezza.
Questo discorso, sia chiaro, non e’ segreto, non e’ nascosto, non e’ qualcosa che non avete mai sentito. Ogni fottuto politico ha detto esattamente la stessa cosa : “il debito italiano non e’ a rischio perche’ l’economia e’ solida’.”. Aha. Ma questo, per quanti giri di parole facciate, significa dare l’economia come garanzia per un prestito. Fine. Sicuramente potrete sommergere di tecnicismi inutili questo blog o altri, ma il concetto non cambia: il debito sovrano di una nazione ha come garanzia la ricchezz nazionale. Esplicitamente o meno, essa e’ ipotecata. Poi, tecnicamente mi direte che non lo sia, ma quando si tratta di pagare interessi il governo prende i soldi dalle tasse, e le tasse le prende a voi, che siete obbligati a pagarle. Quindi, di fatto, e’ il vostro reddito ad essere in garanzia per farsi prestare dei soldi.
Non c’e’ nulla di strano, quindi, che in caso di fallimento venga ipotecato e sequestrato cio’ che e’ stato dato in garanzia. E’ solo che avete preferito NON CAPIRE che diavolo significhi quando un politico dice che la ricchezza del paese garantisce il debito: sta ipotecando i vostri beni ed il vostro reddito. In caso di fallimento, in modi diversi, quelli erano i beni a garanzia e quelli verranno espropriati.
Andiamo a Cipro. Cipro e’ una off shore, cioe’ un paradiso fiscale. Per rafforzare l’economia locale a discapito dei turchi, prima il governo greco e poi quello locale ne hanno fatto una off shore. Per prenderne il controllo, il governo russo ha fatto in modo che fosse un of shore per i ricchi russi.
Risultato: Cipro vive di evasione fiscale e di banche paramafiose che riciclano denaro sporco. E’ inoltre sede di aziende il cui unico scopo e’ di frodare il fisco.
Nella mia personale opinione un posto simile andrebbe nuclearizzato e poi usato come poligono di tiro, ma per alcuni la posizione strategica e’ importante.
Ora, e’ successo che per via di crisi finanziaria, esposizione a titoli di stato greci e rubli, le banche di Cipro siano nella merda. Siccome il debito greco e’ stato ristrutturato ed una off shore non e’ il massimo per pretendere di essere considerato un creditore privilegiato, i ciprioti non sono riusciti ad ottenere indietro quasi nulla.
Personalmente non capisco perche’ la UE debba aiutare le banche di Cipro, dal momento che si tratta di banche malavitose: la UE aiuterebbe camorra e mafia se fossero in difficolta? Ma per via della posizione srategica, la UE ha deciso di aiutare queste banche.
Il problema della UE e’ che hanno a che fare con una nazione di paracriminali, , evasori fiscali, riciclatori di denaro sporco e mafiosi russi in trasferta. Non si tratta proprio della presentazione ideale per chiedere un prestito a qualcuno, almeno sul piano dell’immagine . Difficile dire “ehi, sono un evasore fiscale, mafioso, riciclatore e minaccio ogni giorno di uscire dalla UE per andare coi russi. Mi prestate dei soldi? E’ OVVIO che ve li rendo“.
Cosi’ la UE ha deciso di prestare soldi, chiedendo un deposito a titolo cautelare. 5.9 miliardi vengono chiesti alle onestissime banche cipriote per comprare titoli dell’ente salvabanche, cioe’ a  garanzia, e allora sbloccheranno il prestito.
La UE non ha mai chiesto di prenderli dai conti in banca dei titolari di conti. Questa e’ una decisione del governo locale. Perche’ il governo locale ha preso questa decisione?
Semplice: i cittadini sono 800.000, mentre i conti in banca sono svariate decine di milioni. Il 50% dei soldi sono russi, il 20/25% sono greci e/o straniero, e solo un 10% e’ di abitanti REALI del posto. Spalmare il debito in questo modo significa che il 90% dei sacrifici vengono spalmati su stranieri. La decisione del governo cipriota quindi e’ razionale.
Il problema e’ che i russi non hanno gradito, dal momento che sia gli oligarchi russi che i mafiosi russi hanno i soldi a Cipro. Cosi’ hanno mosso le loro leve, messo la cosa in termini di orgoglio nazionale -cipriota- (LOL) e con le loro lobbies hanno fatto respingere la proposta al “parlamento” di Cipro.
Questa sembra una buona notizia per i ciprioti, ma non lo e’. I russi, prima di tutto, non copriranno MAI il debito delle banche cipriote. Esso e’ dovuto principalmente alla ristrutturazione del debito greco, e quindi se lo facessero di fatto pagherebbero di tasca loro parte della ristrutturazione greca.
Medvedev ha minacciato di vendere le riserve in Euro del governo russo, ma e’ una minaccia a vuoto. Una simile svalutazione dell’Euro, senza passare per la BCE, aiuterebbe le esportazioni europee e renderebbe problematiche le vendite di energia in UE.
Che cosa succede ora? Che i ciprioti hanno fatto l’occhiolino a Mosca, rendendosi cosi’ piu’ affidabili (LOL) agli occhi della BCE. Insomma, secondo voi e’ piu’ facile o piu’ difficile prestare soldi a qualcuno che minaccia di staccarsi e andare via? Ovviamente e’ piu’ difficile Cosi’, le condizioni di prestito sono destinate a peggiorare.
Notevole e’ la manipolazione dell’opinione pubblica. Si dice che la cifra richiesta in garanzia somigli alla cifra dell’esposizione delle banche tedesche in Cipro, ma il paragone non ha senso. Innanzitutto perche’ l’ente deputato a richiedere la garanzia non verserebbe i soldi alle banche tedesche, quindi non si vede come potrebbero “riavere” indietro i soldi che hanno prestato, in secondo luogo perche’ la cifra e’ cosi’ piccola che e’ facilmente recuperabile mediante CDS.

Questa genialata di respingere il prelievo dai conti non fara’ altro che far succedere quanto successo, ovvero il governo coprira’ con beni pubblici il fondo di garanzia. Ma in questo modo, il carico si scarichera’ solo sui cittadini. Prelevando dai conti bancari, il 90% del carico sarebbe finito su stranieri.

Adesso si arriva alla vexata quaestio. Succedera’ anche all’Italia?
La risposta e’: prima o poi accadra’.
Esaminate attentamente il problema e lo capirete.
La domanda e’ “come si esce da un debito pari al 120% del PIL”?
La risposta e’ “dipende da come e’ composto il PIL”.
Per prima cosa e’ bene chiarire una cosa: liquidita’ e solvibilita’ sono due concetti diversi. Stampare moneta aumenta la liquidita’, ma non la solvibilita’ in termini sistemici. Questo e’ meglio chiarirlo.
Supponiamo di voler scendere al 60% del debito in 20 anni. Bisogna perdere un 60% del PIL di debiti, cioe il 3% del PIL. A questo 3% del PIL va sommato l’interesse che sta attorno al 5% del PIL. Una palla al piede da 8% del PIL. Se gia’ un 5% di interessi e’ una cifra devastante, un 8% e’ un salasso insostenibile. Dare liquidita’ alle banche non serve a nulla. Il punto e’ che il governo deve togliere un 8% del PIL per darlo ai creditori, ogni anno, per 20 anni.
Adesso il punto e’ “come e’ composto il PIL”. 
La domanda e’: a chi volete togliere l’8%?
  • Il settore costruzioni e’ al collasso. Senza una spinta speculativa di mutui facili non aumentera’. Durante la crisi non cambiera’ nulla, e la popolazione non cresce.
  • Commercio. C’e’ gia’ una contrazione in atto, una pesantissima ristrutturazione del mercato a favore di e-commerce (~13%) e grande distribuzione. I negozi sono allo stremo.
  • Industria in senso stretto. Bella domanda, ma sono gli unici a sostenere l’export. Colpisci quelli e crolla tutto.
  • Altre attivita’: bella domanda. Stiamo parlando di artigianato e piccole aziende di servizi alla persona.
  • Infine il mondo del credito. Va da se’ che non vogliamo colpirlo.
Non esiste, cioe’, un settore trainante coi granai pieni. Tutti gli altri paesi del mondo hanno sempre un settore trainante coi granai pieni, sia la finanza o le banche o le costruzioni o qualsiasicosa. L’italia ha spalmato la crisi molto bene, ma questo esclude interventi mirati.
Dov’e’ il maiale grasso, allora?
E’ sui patrimoni. L’unico mondo stracolmo di soldi e di proprieta’ e’ quello dei patrimoni. 

Voi siete grillini e mi direte: ma se riducessimo gli sprechi dell’ 8% potremmo rientrare “bene”. Ni. Quei soldi sono spesa pubblica, e finiscono o in “Altre attivita’ e servizi”, o in “Commercio” – sotto forma di spesa – o in “Credito, attivita’, servizi”. In poche parole, un abassamento dell’8% della spesa pubblica (quasi tutta interna) si spalmerebbe comunque sui settori produttivi.
Penso che sia solo questione di tempo, poi arrivera’ una patrimoniale in Italia. E arrivera’ perche’ e’ l’unico modo che avete di uscire da quell’incubo che e’ il debito pubblico.
L’economia reale non reggera’ a lungo in questo modo, specialmente se il delta tra il valore dei servizi forniti e la quantita’ di tasse e’ cosi’ alto.
L’economia si sta desertificando, e siccome le PMI hanno un piccolo segmento della filiera, la loro densita’ e’ cruciale. Se per produrre qualcosa occorre 1,2,3 passaggi, e ci sono aziende che fanno 1,2,3 nell’arco di 50 Km e’ un conto. Se {1,2,3} sono sparse in 300KM, diventa un altro conto. Se facciamo 1000KM, e’ impossibile per la PMI, che dedica poche risorse alla  logistica e  al controllo , venirne a capo. Se la densita’ di aziende si abbassera’ ancora senza che la dimensione aumenti , diventera’ presto un problema.
Quindi, mi sa che sia inevitabile che si arrivi alla megapatrimoniale per chiudere un bel blocco di debiti. Vendere patrimonio pubblico e’ impensabile perche’ manca liquidita’ agli acquirenti, e come se non bastasse si toglierebbe liquidita’ al mercato.
Il problema non e’ “se”, il problema e’ “quando”. 
Grillo dice “vogliamo che Germania e Francia ricomprino il debito italiano e poi ritrattare le condizioni.
Tradotto in soldoni, questo significa: “vogliamo che Germania e Francia ci prestino 2000 miliardi, che poi non restituiremo se non in parte perche’ ritratteremo il debito”.
Direi che le speranze che Germania e Francia lo facciano sono pressoche’ nulle. Se anche fosse proponibile dire “vogliamo che GErmania e Francia comprino il debito” (se preferite pagare interessi a banche straniere anziche’ italiane, de gustibus) , aggiungendo “che poi lo ritrattiamo” significa essere dei fessi. Chi mai ti darebbe dei soldi alla esplicita condizione di non rivederli?
Anche la speranza che Germania e Francia salvino l’italia per salvare i consumi degli italiani e’ illusoria. Essenzialmente, l aziende italiane sono concorrenti dirette di quelle francesi e tedesche. Qualsiasi cifra di importazioni un disastro italiano compromettesse, la scomparsa dei concorrenti italiani (quando il paese e’ al default nessuno ti compra un chiodo e spariscono le grandi comesse) compenserebbe largamente i mancati introiti.
Quindi no, nemmeno Grillo ha la soluzione. E una nazione che importa 490 miliardi l’anno per esportarne 490 non puo’ permettersi fluttuazioni annunciando svalutazioni.

Per cui, e’ mglio che gli italiani si mettano il cuore in pace: prima o poi la megapatrimoniale arriva.

Uriel