Cinquanta sfumature di noia.

Per prima cosa: siccome stanno arrivando in massa (e i picchi di iscritti dopo che hai disturbato qualche volonteroso figliodi mi stanno sospetto) dei nuovi commentatori, ho chiuso le iscrizioni per questa settimana. Saranno tutti respinti, riga. Comunque, visto che mi sono sfogato abbastanza nello scorso post, rispondo a quelli che mi chiedono che cosa io pensi di “cinquanta sfumature di grigio”.

La prima cosa da dire, e’ che sono MOLTO scettico verso il cosiddetto “immaginario erotico femminile”. Non e’ che io abbia qualcosa contro le donne, sia chiaro. Pero’, troppo spesso compri dei libri che promettono di essere un “viaggio nei desideri SEGRETI dell’immaginario femminile”.
Cosi’ apri il libro e cominci a leggerlo, e…. inizi a sfogliare le pagine sbadigliando. Ad ogni pagina dici “questo lo immaginavo a 13 anni quando mi masturbavo”, “ah, si, questo lo sognavo a 18 anni quando mi facevo le fantasie erotiche al buio”, e poi “ah, si: quando avevo 21 anni mi piaceva un sacco questa roba”.

Ora, io non dico che l’ Histoire d’O oppure i libru di Jacqueline Carey siano il massimo: l’ Histoire d’O e’ semplicemente una storiella di fruste , pate’ di fegato d’oca,  fruste e pate’ di fegato d’oca, fruste IMMERSE nel pate’ di fegato d’oca. Ci sono alcune idee interessanti, ma dopo un pochino stufa. Lo stesso della Carey: il primo libro e’ interessante, il resto e’ semplicemente uno snervante fiaba condita di pompini.
Sarebbe ora di chiarire , probabilmente, una cosa: l’immaginario erotico femminile e’ altamente sopravvalutato.
Quando dico altamente sopravvalutato intendo dire che se ne e’ fatto un mito. Poiche’ parte della seduzione e’, di fatto, una frode che consiste nel lasciare immaginare piu’ di quanto ci sia in realta’, va da se’ che ogni aspettativa a riguardo sia destinata ad essere delusa.
Voglio dire, il gioco del “vedo/non vedo”, spesso usato dalle donne come arma di seduzione, consiste nel far immaginare al maschio le cose che non si vedono. Ora, applichiamo un pochino di logica e chiediamoci: se il maschio di fronte all’ignoto immaginasse MENO di quanto esiste realmente, un tale gioco sarebbe redditizio?
Usciamo un attimo dal mondo del sesso -altrimenti a molti non arriva piu’ il sangue al cervello- e pensiamo ad un mero gioco economico. Io vendo una scatola CHIUSA, senza mostrare il contenuto, contando sul fatto che il cliente IMMAGINI che dentro esista qualcosa di valore.
Ora, i casi sono due:
  • Di fronte all’ignoto il cliente immagina MENO di quel che c’e’ dentro. In quel caso, per chiedere di piu’, mi converrebbe mostrare il contenuto, che altrimenti verrebbe sottovalutato.
  • Di fronte all’ignoto il cliente immagina PIU’ di quel che c’e’ dentro. In tal caso, mi conviene NON mostrare il vero contenuto, sfruttando la sua enorme aspettativa per alzare il prezzo.
Di conseguenza, va da se’ che il gioco del “vedo/non vedo”, il gioco della seduzione misteriosa, il gioco che vede il “mistero” della donna, ha un senso economico solo PERCHE’ il maschio sopravvaluta la donna. Se la tendenza del maschio fosse quella di SOTTOvalutare, converrebbe alle donne non avere segreti.
In generale, ogni cosa che acquisisce un valore in quanto NON mostrata presume una fortissima attivita’ di sopravvalutazione, altrimenti il gioco andrebbe in perdita e converrebbe mostrare la merce.
E cosi’ torno a bomba ripetendo la mia affermazione di prima: l’immaginario erotico femminile e’ sopravvalutato.
Esso e’ maggiormente sopravvalutato quando e perche’ si pretende che abbia valore in quanto “segreto”, “inconfessabile”, “nascosto”, “mai detto”.
La cosa che pero’ si capisce poco e’ che in questo meccanismo della sopravvalutazione, l’attivita’ di immaginare e’ tutta dal lato maschile. Intendo dire che se una persona gioca sul “mistero” delle fantasie femminili, in realta’ sta solo provocando la nascita di fantasie (ed aspettative) dal lato maschile. In generale, cioe’, l’immaginario femminile non e’ altro che una luce riflessa di quello maschile.
Non sono l’unico a pensarla cosi’: Anais Nin, per dire, quando tento’ di scrivere pornografia non fece altro che aggiornarsi leggendo pornografia maschile, ovvero non fece altro che scopiazzare le fantasie di altri, non avendone evidentemente di proprie. Affermare che Anais Nin abbia scritto grandi cose e’ assurdo, dal momento che lei stessa ammette di aver scopiazzato -e non senza ammettere un certo disgusto- la pornografia maschile, ovvero l’immaginario erotico degli uomini.
Di conseguenza, quando approccio un libro come “Cinquanta sfumature di grigio” so una semplice cosa:

si tratta di un libro il cui valore e’ di pretendere di svelare segreti sulla sessualita’ femminile, ben sapendo che il valore di questi segreti consiste nel fatto di essere immaginati dagli uomini , ma attribuiti alle donne.

Qual’e’ lo svantaggio di questi libri? Lo svantaggio e’ semplicemente che un lettore con un forte immaginario erotico li legge e pensa “se questo e’ l’immaginario erotico delle donne americane, preferisco di gran lunga la teoria dei tipi ramificati(1)“.
Almeno un tempo quando si scriveva una roba come Histoire D’O la si ambientava in un castello, la si faceva sodomizzare su una costosissima pelliccia d’orso, tra gentiluomini dai modi raffinati che sorseggiavano brandy e ti si inculavano discutendo di affari coloniali. Si costruiva l’attesa mettendo la protagonista su una macchina di lusso con autista in livrea e sedili di pelle. Emmanuelle si fa almeno il suo primo tizio nella cabina privata di un aereo che va in Indocina (Il Vietnam prima dell’ odore di napalm) , e se immaginate quanto costi un viaggetto del genere, e poi ci mettete il posto esotico, insomma, almeno ci mettono un pochino di condimento.
Le cose non stanno proprio cosi’ in tutte le sfumature di grigio (tra cui evidentemente la noia,. che personalmente immagino grigia).
Chi ha scritto quel libro ha semplicemente preso da qualche casellario di un consultorio familiare  delle storie di donne picchiate da fidanzati e mariti, per poi riscriverle pretendendo che alle vittime la cosa piaccia. Niente di piu’.  Basterebbe togliere qualche orgasmo, e ce ne sarebbe abbastanza per un articolo sulla violenza domestica che non sfigurerebbe su Repubblica.
D’altro canto, questi libri vengono classificati “per donne” in quanto si presume -e puo’ anche far parte di una campagna marketing- che i lettori del libro siano donne. E’ abbastanza facile vedere che sia concepito per donne , visto il linguaggio. Trasformare un libro porno per uomini in un libro porno per donne e’ abbastanza semplice, basta un semplice comando “sed”, che sostituisca alcuni termini, tipo “mi sfondava la fica” in “mi toccava nel profondo”, la parola “cazzo” con “membro”, e cosi’ via.
Perche’ le donne americane leggono questo tipo di libri? Beh, e’ abbastanza semplice, e rientra nel meccanismo della sopravvalutazione. Supponiamo di dover vendere una scatola chiusa, e di voler far credere che dentro ci sia qualche cosa. Noi vogliamo sapere come descrivere quella scatola nel preciso modo che portera’ il cliente a sopravvalutarla.
Vogliamo sapere, quindi, che parole usare , quali gesti precisi, vogliamo sapere di che colore debba essere la scatola, in modo che quando il cliente guarda la scatola finisca con l’immaginare che contenga piu’ di quanto c’e’ dentro.
Cosi’, ci sono due ragioni per il successo di questi libri:
  1. Gli uomini lo leggeranno perche’ , PRIMA di comprarlo, IMMAGINANO che il libro contenga molto piu’ di quanto contiene, per la semplice ragione che gli uomini attribuiscono alle donne molta piu’ fantasia erotica di quanta ne abbiano in realta’, attribuendo al genere femminile l’immaginario maschile.
  2. Le donne , che trovano vantaggioso venire sopravvalutate allo scopo di apparire piu’ attraenti, comprano questo genere di libri perche’ vogliono sapere in che modo far sopravvalutare meglio il proprio immaginario erotico agli uomini.
A questo si aggiunge il fattore “competizione”, tipico del genere femminile.
Vedete, quando osservate in libreria una donna che compra un libro erotico, tutto quello che fa la vostra fantasia e’ immaginarla in situazioni che probabilmente lei non ha mai nemmeno pensato di incontrare. La sopravvalutazione che fate di lei vi porta ad assegnare a quella donna -che magari e’ una noiosa cretina frigida- un valore che essa non ha. In quei cinque minuti, mentre la vedete con il suo libro erotico  quella li’ e proprio quella li’ vale -per voi- un pelo di piu’ di qualsiasi altra, perche’ avete IMMAGINATO alcune cose.
Questo ovviamente fa si’ che le donne che vogliono sembrare attraenti quanto e piu’ di quella li’ vadano allora a comprare lo stesso libro, nel tentativo di stimolare le medesime fantasie, o meglio, di non venire classificate piu’ noiose di quella li’ che avete immaginato in pratiche indicibili.
La stragrande maggioranza dell’emancipazione sessuale femminile, cioe’, e’ un mero meccanismo di emulazione per competizione. Se in qualsiasi paese, anche il piu’ islamico, riuscite a convincere almeno X donne – dove X e’ una massa critica- a lanciare uno specifico segnale erotico, TUTTE inizieranno a lanciare lo stesso segnale, per competizione. E qualcuna, nel tentativo di superare le altre, ne mandera’ uno ancora piu’ forte. E’solo questione di raggiungere un certo numero critico.
D’altro canto, esistera’ anche il desiderio di approccio maschile. Quando vedete una tizia che tiene l’ Histoire D’O sotto il braccio, la prima cosa che fate e darvi quella specie di aria un pochino Sir Stephen, come se voi passaste la vita a marchiare a fuoco le vostre colleghe al lavoro o foste in procinto di frustare la cassiera di Feltrinelli. Capite quindi che non appena vedete una tizia attraente che compra l’ Histoire D’O, quello che fate e’ andare a comprarlo anche voi, per lanciare un segnale: “siamo sulla stessa lunghezza d’onda”.
E quindi , se una quantita’ sufficiente di donne lancia un preciso segnale erotico, esso diventa parte di un linguaggio comune, e tutti i maschi risponderanno usando lo stesso codice.
Cosi’ possiamo completare il quadro, riassumendo:
  1. Gli uomini lo leggeranno perche’ , PRIMA di comprarlo, IMMAGINANO che il libro contenga molto piu’ di quanto contiene, per la semplice ragione che gli uomini attribuiscono alle donne molta piu’ fantasia erotica di quanta ne abbiano in realta’, attribuendo al genere femminile l’immaginario maschile.
  2. Le donne , che trovano vantaggioso venire sopravvalutate allo scopo di apparire piu’ attraenti, comprano questo genere di libri perche’ vogliono sapere in che modo far sopravvalutare meglio il proprio immaginario erotico agli uomini.
  3. Per un meccanismo di competizione femminile, se almeno X donne sono diventate piu’ interessanti agli uomini comprando il dato libro, affermando di leggerlo o mostrando di leggerlo, immediatamente TUTTE le donne entreranno in competizione e lo compreranno a loro volta.
  4. Per un meccanismo di approccio maschile, se almeno X donne dicono di aver letto quel libro, di averlo comprato, o mostrano di averlo letto e/o comprato e di apprezzarlo, immediatamente tutti i maschi interessati faranno lo stesso per comunicare con lo stesso codice.
 Di fatto, quindi, il meccanismo di successo di questo libro e’ stato:
  1. Far immaginare ai maschi che contenga chissa’ cosa, sfruttando la maggiore fantasia erotica del maschio.
  2. Far immaginare alle donne che contenga chissa’ cosa che insegni a stimolare la fantasia maschile , ovvero insegni a farsi sopravvalutare.
  3. Far pensare alle donne che leggerlo, dichiarare di leggerlo o mostrare di leggerlo renda piu’ interessanti agli occhi degli uomini, o perlomeno sia un vantaggio competitivo su altre donne.
  4. Far pensare agli uomini che se tutte le donne lo leggono, allora sia necessario imparare quel codice per poterci parlare.

E il libro in se’?

Non contiene niente.  Niente di niente. Cinquanta sfumature di NOIA, vuoto, nulla di nulla. Viene voglia di andare a leggere Kant a letto con Umberto Eco.

Uriel
(1) Credo la teoria dei tipi ramificati sia il mattone piu’ indigeribile dell’universo, dopo la Crostata di Muco & Argilla di Nonna Vogon.

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