Chiudete il becco agli intellettuali.(Pippa bakka Potiomkin)

Il titolo di questo post e’, ovviamente, dialetto finlandese di sotto. Oggi sui giornali di Milano (Leggo e altri, il milanese deve risparmiare per i vestiti alla moda, non compra il giornale) c’e’ tutta la disperazione della citta’ per la morte di Pippa Bacca. C’e’ una sola domanda che nessuno si fa. Allora la faccio io.

Riepiloghiamo un po’ i fatti. Un intellettuale e’ colui che,   attraverso una comprensione del mondo piu’ profonda e/o piu’ ampia,  e’ capace di mostrare agli altri come orizzontarvisi.

Spesso ci capita , leggendo interviste agli intellettuali , di leggere che vorrebbero essere piu’ ascoltati, che vorrebbero un ruolo maggiore nella politica, che vorrebbero partecipare al processo decisionale; in quanto il loro contributo sarebbe quello di conoscere e comprendere il mondo meglio della media, dunque meglio dei politici stessi.

Continuiamo coi fatti.

Oggi, qualsiasi genitore proibirebbe alla figlia di andare da Modena a Bologna in autostop. Se poi la figlia dicesse loro che viaggia rigorosamente chiedendo passaggi a camionisti bulgari e turchi, con ogni probabilita’ nascerebbe “qualche problema di incomprensione generazionale”.

Questo perche’ e’ evidentemente insalubre, e’ evidentemente pericoloso, e’ evidentemente incosciente fare una cosa simile. E stiamo parlando di Modena Bologna.

Questa e’ semplice percezione della realta’. E’ un fatto che sia pericoloso affidarsi a sconosciuti. E’ un fatto che nessuna donna italiana lo farebbe, o quasi.

Bene. La signorina Pippa Pacca aveva deciso che il mondo (quale mondo? questo qui?) fosse diverso.Lo scopo della sua performance era quello di dimostrare che “e’ possibile girare in ogni luogo del mondo, anche i piu’ pericolosi, affidandosi esclusivamente alla bonta’ delle popolazioni locali”.

Cosa che, ovviamente, e’ falsa. Lo sapevamo prima e lo sappiamo adesso che ne abbiamo avuta un’altra conferma sperimentale. Non e’ vero che sia possibile girare sicuri in ogni parte del mondo. E specialmente non e’ vero che si possa fare nei luoghi piu’ pericolosi. E la bonta’ delle popolazioni locali e’ una palla.

La verita’ e’ che questa intellettuale non solo non ci appare come una persona con una comprensione profonda e ampia del mondo, non ci appare nemmeno una persona con una comprensione sufficiente a sopravvivere: l’impressione che abbiamo ascoltando lei, la sua famiglia e gli sciroccati che ha attorno e’ che si tratti di un branco di minus habens, i quali avrebbero bisogno di un mongoloide in overdose che spieghi loro (con molta pazienza, perche’ non e’ detto di riuscirci al primo colpo) i principi fondamentali dell’esistenza umana.

La domanda che nasce spontanea e’:

POSSIAMO ANCORA FIDARCI DEGLI INTELLETTUALI?

Possiamo lasciare la cultura, l’arte, la scuola in balia di questa gente? Davvero possiamo pensare che una nazione abbia un futuro lasciandosi guidare da questo ridicolo branco di sciroccati incapaci di percepire i fatti di base della realta’ materiale?

Dobbiamo ascoltare queste persone?

Dobbiamo davvero ascoltare personaggi che pretendono di prendere un passaggio da un camionista bulgaro in un paese ove la donna e’ una merdaccia scadente, a tremila chilometri da casa, e uscirne dello stesso diametro di prima?

Dobbiamo lasciare la scuola in mano a persone, che dopo la morte di un familiare, rilasciano dichiarazioni come “canteremo per lei”? Sembra luna scena di Toto’ a Capri con gli esistenzialisti!

E che dire di affermazioni come “Non è morta perché faceva l’autostop, ma per mano di uno spostato, poteva accadere anche alla stazione centrale di Milano. E i turchi non c’entrano niente: sono brava gente, non ancora toccata dal consumismo”.

Perche’, ammasso di idiozie, qualcuno ha detto che e’ colpa dei turchi? L’autostop non lo farei nemmeno tra Modena e Bologna, se e’ per questo. E proprio perche’ se c’e’ una cosa che attira i carnefici sono le vittime. Eh, gia’. E che cazzo c’entra il consumismo? Ma cos’ha, in testa, la segatura? E quelli sarebbero gli intellettuali?

Ah, si’: ci tengono a farci sapere che i funerali si terranno ” sabato prossimo presso la Basilica medievale di origine paleocristiana di San Simpliciano a Milano”. Cioe’, mica seghe. E’ paleocristiana medioevale. Bisogna farlo vedere, e’ un po’ come le mutande di Dolce & Gabbana che devono stare fuori per mostrare la marca.

E’ come se io dicessi “vado nella macelleria novecentesca di origine postbellico-popolare di Carlo”. Figo.

E QUESTI SAREBBERO GLI INTELLETTUALI ITALIANI?

La cosa che stupisce in tutto questo e’ di non leggere mai una critica, di non leggere mai una presa di distanze: si tratta di una persona che viene da una famiglia che e’ una spece di corazzata potiemkin nel mondo degli intellettuali d’avanguardia, figuriamoci.

Con quale coraggio un branco di sciroccati che accoglie tra le proprie fila individui che hanno perso il contatto con la realta’ chiede di avere piu’ peso in politica?

Con quale coraggio chi propina una cultura che non ha nulla a che vedere con il mondo reale, con quale coraggio chi ha una conoscenza cosi’ superficiale del mondo , con quale coraggio chi  ha una comprensione del mondo cosi’ limitata da commettere stupidaggini che nessuno permetterebbe  a propria figlia di compiere si permette di chiedere piu’ spazio?

Tempo fa Paolo Villaggio ebbe il coraggio di pronunciare una frase che suonava blasfema e che rappresento’ un grido di protesta nei confronti di certe caste di intellettuali dal finanziamento pubblico facile: “La corazzata Potiomkin fa CAGARE!”

Ecco , adesso e’ ora di andare oltre:

“Gli intellettuali italiani non capiscono un cazzo!”.

E il guaio e’ che e’ vero.

Uriel

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