Chi ha paura di Sasha Grey?

La storia di Valentina Nappi ha provocato un paio di mail irosissime nella mia casella (in piu’ del solito, intendo) , inviate da persone che avevano il loro daffare ad accusarmi di “maschilismo”. Accusare una persona di “maschilismo” e’ come accusarla di essere un seguace del “sbrausismo” , ideologia mai esistita. Ok, puo’ darsi che io sia maschilista, e appena ci sara’ qualcosa come il maschilismo, magari la parola avra’ un significato. Sino ad oggi, non ne ha nessuno.

E’ assai difficile per i rottami dell’ottocento liberarsi dalle stronzate dette dai filosofi di quel periodo. Quando siete cresciuti con le cazzate di Marx, Engels, Hegel, Nietszche, Kant, Evola e altri minorati mentali del genere –  siete cosi’ intossicati di cazzate che occorrerebbero decenni di matematica per farvi tornare umani.
Cosi’, uno dei piu’ stupidi metodi politici di oggi consiste (ancora) nel dimostrare che le disuguaglianze hanno una origine ideologica E classista, e una volta fatto questo, proporre la “lotta di classe” come soluzione.

Poco importa che questo metodo non abbia costruito niente di durevole e che abbia miseramente fallito tutti gli obiettivi che si era preposto. Il principio e’ che se c’e’ un problema, esso va attribuito ad una ideologia , la quale predica il dominio di una classe sull’altra.
E’ una stronzata da adolescenti, la prosecuzione nell’era adulta del discorso adolescenziale “voi matusa”.
Un esempio e’ proprio la questione sollevata dalla Nappi: i ruoli.
Esiste un sistema di ruoli, che non ha niente a che vedere col maschilismo o col femminismo, che assegna al maschio alcuni lavori ed alla donna altri lavori.
Le femministe dicono che si tratta di un sistema di classi che discrimina le donne, ma non e’ affatto vero.
In un sistema di classi che privilegia uno e discrimina l’altro, una classe fa SEMPRE e per obbligo i lavori di merda, l’altra fa quelli belli, o addirittura ozia.
Quando c’erano i nobili, per dire, i servi avevano la corvee. Ma non esisteva la piu’ pallida probabilita’ di vedere un marchese a lavorare nei campi. Cosa significa? Significa che quando un mondo e’ diviso in classi, le classi inferiori NON hanno il problema dell’accesso al lavoro, anzi: hanno il problema di liberarsene, del lavoro. Cosa che regolarmente fa il nobile.
La cosa che le femministe non vogliono capire, cioe’ e’ che
se esistesse un dominio maschilista, ove si formano classi e i maschi dominano e decidono chi fa cosa, i maschi non farebbero un cazzo da mane a sera, e le donne farebbero TUTTO. L’ultimo dei problemi delle donne sarebbe “l’accesso al mondo del lavoro”.
In un mondo simile, le donne non avrebbero il problema dell’ “accesso ai lavori”, avrebbero solo UN problema: l’uscita dal lavoro. In un simile sistema di classi, i morti sul lavoro non sarebbero per il 97% uomini: sarebbero per il 100% donne. In un simile sistema non morirebbero soldati in guerra. Morirebbero soldatesse.
In un certo senso, queste femministe che detestano il “maschilismo” e credono che i maschi tramino per avere il lavoro e lasciare la donna a casa non hanno capito un cazzo: il maschio non sogna di fare tutti i lavori “migliori”, sogna di non farne neanche uno.
 
Se le femministe vogliono che le donne accedano ad OGNI lavoro, non devono fare altro che dare il dominio completo di ogni cosa agli uomini: da quel momento, NESSUN lavoro manchera’ alle donne. Semmai, il problema sara’ liberarsene.
Con questo voglio dire che non esiste alcuna ideologia suprematista chiamata “maschilismo”, e non esiste nemmeno alcun “dominio dei maschi”. Esiste un sistema di ruoli, i quali spingono il 90% dei CDA  ad essere maschi, ed il 97% dei morti sul lavoro ad essere maschi: un sistema sociale che ha pro e contro.
Possiamo discutere se valga la pena avere 97 banchieri maschi che guadagnano un milione di euro ogni anno al costo di 1040 uomini morti sul lavoro, ma il punto e’ che descrivere questo problema come “maschilista” e’ ridicolo: lo stesso schematismo produce SIA la maggioranza di uomini morti sul lavoro che la maggioranza di CDA. Quando c’e’ la prevalenza di una classe su un’altra, tutta la cuccagna sta da una parte e tutta la fregatura dall’altra.
l’errore POLITICO delle femministe e’ di vedere una lotta di classe ove non esiste, di vedere una dominanza inesistente, e di confondere un fenomeno (i ruoli) che ha effetti nefasti da entrambi i lati con un fenomeno di dominanza di un lato sull’altro.
In questo senso, le femministe, intelligenti o meno, sono semplicemente arretrate. Sono ferme ai discorsi sulle classi sociali di due secoli fa, sognano rivoluzioni , parlano di liberazione, e credono davvero che “lo stupro” anziche’ essere un crimine sia un atto di classe. Non e’ un delinquente a stuprare una vittima, ma “un maschio” a stuprare “una femmina”. Roba da liceo.
Oltre all’errore politico, c’e’ un secondo errore che e’ quello tipicamente comunicativo. Le femministe dicono di lottare contro gli stereotipi di genere, ma se le sentite parlare, vomitano uno stereotipo dopo l’altro.
Ne ho avuto sentore quando ho postato il video della Nappi. Ora, so benissimo che si tratta di una tendenza del porno. Ormai l’industria del porno si e’ standardizzata e specializzata, per cui una pornodiva ormai fa questo e quello, quasi sempre allo stesso modo , e a parte chi le riconosce per nome, sono ormai tutte uguali.
Cosi’ la Porn Valley ha inventato un nuovo tipo di pornodiva, iniziando con Sasha Grey, anche se Belladonna ci aveva gia’ pestato dentro. Dopo aver notato che alcune dive riuscivano a parlare e a dire delle cose, si sono accorti di una cosa: che gli uomini vanno ancora piu’ pazzi per una pornodiva se e’ anche capace di fare un discorso sensato, e specialmente se lo fa davvero.
Cosi’ i fenomeni “spot” si sono coagulati in un metodo sistematico, e dopo Sasha Grey abbiamo pornodive che hanno studiato e che riescono a discutere in pubblico, e anche rispondere zittendo l’interlocutore che si reputi piu’ intelligente, scrivere libri, suonare musica , eccetera.
La Nappi probabilmente e’ il frutto di questo nuovo trend dell’industria del porno, ovvero l’attrice porno che fa normali film porno – secondo gli standard di genere – e poi usando il proprio nome pubblica libri, fa concerti, rilascia interviste, e  tutto quanto.
La frase di Sasha Grey che ha fatto imbestialire le femministe e’ questa:
« Non sono una vittima solo perché ho scelto la strada del porno. Nessuno ha mai abusato di me e non ho mai preso droghe…. Sono sempre stata consenziente su tutto quello che ho fatto. Sono una donna che crede fortemente nelle sue scelte. Non penso affatto che tutte le donne debbano fare porno e fottere come conigli.  »
 A parte poche femministe che sono favorevoli al porno, il resto delle femministe trovava repellente l’idea per una semplice ragione.
Innanzitutto era impensabile che una donna non emancipata potesse riflettere sulla propria posizione: la riflessione, come l’intelligenza, erano monopolio esclusivo delle donne emancipate, ed una pornodiva non essendo emancipata non poteva avere la coscienza adeguata per decidere del proprio destino.
Ma la ragione principale e’ che la femminista parte da un principio tipico della lotta di classe. Se stai coi padroni, sei loro servo. E se sei loro servo, non hai capito che i due soldi che ti danno sono il prezzo per aver tradito la tua fazione. Di conseguenza, necessiti di “prendere coscienza”. Come facciamo ad essere certi che tu non abbia coscienza di classe? Semplice: piaci ai padroni.
lo scoglio culturale del femminismo ha un nome, ed e’ “maschio”. Le femministe non disprezzano le donne belle o le donne intelligenti. Esse disprezzano le donne che piacciono ai maschi. Che piacciano per l’intelligenza o per la bellzza non importa. Nessuna femminista accettera’ MAI che una donna intelligente piaccia ad un uomoperche’ hanno bisogno di credere  che agli uomini le donne intelligenti FACCIANO PAURA.
A queste persone veniva ovviamente facile prendere il film porno, notare come non ci fosse una trama e a quel punto dire “queste hanno la testa vuota, per questo piacciono a CERTI maschi”. Per accettare l’esistenza di Moana Pozzi hanno dovuto aspettare la sua morte con relativo scivolare nel mondo del “retro” , ove prenderlo in culo e’ sodomia e il porno e’ vintage. A quel punto era artisticamente accettabile.
Il fatto che esista una persona VIVA e che inizi una tendenza di pornodive che hanno un vantaggio competitivo nel dire cose intelligenti , o semplicemente avere opinioni, e’ per loro insopportabile: questo andrebbe contro la loro religione, che prevede uno stereotipo forte. A “certi” uomini le donne troppo intelligenti “fanno paura”.
La femmiista e’ caratterizzata da un vero e proprio mito della propria intelligenza. Secondo la femminista, “certi uomini” avrebbero “paura” delle donne intelligenti e piene di personalita’, e cercherebbero delle stupide oche. In una situazione in cui la diva porno e’ piu’ eccitante per “certi uomini” se ha un cervello, la loro convinzione di fare paura perche’ intelligenti non sta piu’ in piedi.

 

 Hanno poco da dire che a “certi” uomini le donne intelligenti fanno paura: il successo POST-porno di Sasha Grey fa capire esattamente il contrario, ed il fatto che l’industria porno stia spingendo sulle(presunte o meno) capacita’ intellettuali delle attrici, fa capire una cosa: non e’ affatto vero che “certi” maschi abbiano paura delle donne intelligenti ed autonome. Anzi, ne sono attratti.
Sasha Grey ha smesso di fare porno, ma ha ancora migliaia di fan, alcuni dei quali darebbero un braccio per uscire a cena con lei. Ma se ci chiediamo in che cosa spicchi, o perche’ sia lei e non una qualsiasi delle altre ragazzine anali del mondo, la risposta e’ che “Sasha Grey ha qualcosa in piu”‘. La sfiga e’ che qualcosa in piu’ di Sasha Grey rispeto a, che so io, Niko Lee o Gianna Michaels non sono certo le performance o le forme.
La femminista non fa altro che mettere una foglia di fico sulle distorsioni piu’ tipiche dell’educazione femminile. Educate pensando di essere principesse destinate al principe azzurro, inventano storie di maschilismi e discorsi sui grandi sistemi per non ammettere di non essere principesse e che il principe azzurro abbia baciato un’altra. A questa constatazione, rispondono come rispondevano loro le loro madri quando asciugavano loro le lacrime: “se non ti vuole non ti merita”, o “se va con una cosi’ non era buono per TE”, o “perche’ guarda solo CERTE COSE e non altre”, ma la scusa principe per confortare una ragazza scartata e’ sempre quella “le donne intelligenti (beninteso: come te)FANNO PAURA ai maschi”.
 Ovviamente nessuna madre direbbe alla figlia “non sta con te perche’ non sei proprio sveglissima” o “non sta con te perche’ sei noiosa”. Fosse anche cosi’ cretina da arrivare seconda al concorso per la piu’ cretina, la scusa e’ sempre quella: “le ragazze intelligenti ed autonome come te fanno PAURA agli uomini”.

Ma non sono gli uomini ad aver paura. E’ qualcun altro.

Qualcuno ha paura di Sasha Grey. Qualcuno ha paura di Valentina Nappi.
Ne hanno paura le signore del “certi maschi hanno paura delle donne intelligenti”,  e se l’industria del porno , ormai inflazionata da centinaia di pornodive tutte uguali e tutte ugualmente disinibite, decide di fare la gara tra quelle piu’ brave nel porno e fuori, in futuro non riusciranno piu’ a dire a loro stesse che “certi maschi hanno paura delle donne intelligenti”.
E dovranno fare i conti con la loro stessa educazione: ALCUNE donne sono preziose, ALTRE no, e se non passa un principe , esiste la seria possibilita’ CHE NON NE MERITI UNO.
uscendo dalla metafora, e’ possibile che se non diventi CEO e’ perche’ non lo meriti, se non trovi lavoro e’ perche’ non sai fare un cazzo di niente, e se nessuno ti si fila e’ perche’ non dici una cosa sensata neanche a morire.
Perche’, appunto, la donna intelligente ed autonoma non spaventa proprio nessuno: impiegati intelligenti ed autonomi sono il sogno di ogni azienda, e una moglie intelligente ed autonoma e’ il sogno ANCHE di maschi stupidi.
Ma non tutte le donne sono cosi’. E questo e’ il punto che la femminista non vuole capire, perche’ non e’ altro, di solito, che una adolescente mai cresciuta, ancora incapace di rispondere alla domanda “perche’ il principe non ha scelto me”.
Che il principe sia un uomo, un datore di lavoro, un dottorato di ricerca, o qualsiasi altro selettore.

Ben Detto.
Uriel
(1) E’ come l’islam “moderato”, che equivale a dire che se ce n’e’ un poco  di meno e’ meglio.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *