Chi ci vuole far mangiare insetti, e perche'?

Chi ci vuole far mangiare insetti, e perche'?

Visto che l’argomento sta diventando popolare, mi sono trovato a riflettere sull’uso delle cosiddette farine di insetti. Perche’ nella narrativa che leggo ci sono molte cose che non quadrano immediatamente.

La narrativa si sta concentrando molto sul fatto che gli insetti, per venire “nascosti”, vengono macinati e ridotti in farina. In altre culture mangiare insetti e’ normale, quindi non avrebbero problemi a lasciarli interi, ma nel mondo occidentale e’ necessario ridurli in farina.

Alltrove e’ normale.

Detto questo, il solo fatto di presentarli come “farina” causa il primo catastrofico fraintendimento, perche’ automaticamente noi li classifichiamo dentro la nicchia alimentare delle farine.

Ma non e’ vero: le farine sono quasi sempre composte principalmente da carboidrati, e l’unica eccezione e’ il glutine, che e’ una proteina. 

Cento grammi di farina di grano e’ circa questo:

Mentre cento grammi di farina di grilli e’ questo:

Come vedete, il valore energetico e’ nello stesso ordine (poi le proteine si digeriscono piu’ lentamente, eccetera) ma si tratta di due cose COMPLETAMENTE diverse.

Collocare la farina di grilli dove collochiamo la farina di grano, cioe’ la panificazione, la pasta, la pasticceria o altro, non ha alcun senso. 

Del resto, dubito che con sei grammi di carboidrati voi possiate far lievitare la farina di grilli. Forse un pochino appena, ma non credo proprio che una cosa del genere possa “lievitare”.

Insomma, questa farina non e’ una farina, bensi’ una polvere. Non potete chiamarlo “farina” solo perche’ e’ macinato finemente, altrimenti diventa “farina” anche lo zucchero in polvere, il cacao fine, la cannella in polvere, eccetera. 

Tutto nasce quindi con una truffa alimentare, che consiste nel chiamare “farina di grillo” qualcosa che dovrebbe essere chiamata “polvere di grillo”.

Dico “truffa alimentare” perche’ se proponete come farina qualsiasi altra polvere, venite accusati di truffa alimentare.

In ogni caso, non cominciamo bene.


Ma andiamo avanti. In quale “nicchia alimentare” dovremmo piazzare una cosa che ha i nutrienti che ho mostrato sopra? Se vogliamo essere esatti, sarebbe questa:

E’ una di quelle polveri proteiche usate dai culturisti per mettere su muscoli. Si tratta della cosa piu’ simile alla polvere di grillo che oggi esiste sul mercato.

Gli altri cibi simili sul piano dei nutrienti sono : legumi, pesce, carne.

Ora, il pesce non si consuma quasi mai come polvere, quindi lo escluderei, a meno di non usare la polvere di grillo come farina da frittura. Un impiego di nicchia.

La carne non si consuma quasi mai come polvere, ma si consuma in polpette e come crema, per fare wurst(el) , gelatine e i cosiddetti nudgets. Forse riuscireste ad ottenere qualcosa.

Anche sui legumi non andiamo bene, perche’ nella media non li consumiamo come polvere. 

Abbiamo, cioe’, degli usi limitatissimi di questa polvere di grilli. Il resto e’ semplicemente un’imposizione , una forzatura di un ingrediente alieno dentro ricette esistenti. 

Il mondo del catering ha interesse nel vendere alle masse questa roba? Ma anche no, perche’ va ad occupare nicchie gia’ occupate. Voglio dire, il Kebap si e’ diffuso perche’ ha preso una nicchia precisa, ma se qualcuno avesse portato l’equivalente della pizza si sarebbe scontrato con un concorrente ben diverso. Chi era il concorrente del Kebap?

Ma se cominciamo a fare i mc nudgets usando la farina di grillo, facendo una crema densa e poi friggendola, andiamo a sbattere contro Mc Donalds. E’ roba che esiste, dopotutto. Se li mettete in una crema alimentare come la Nutella andate a sbattere contro l’industria dolciaria, che ha i suoi prodotti testatissimi e amati. 

Questo mi fa dubitare molto di quella teoria secondo la quale sarebbe l’industria alimentare a voler spingere per la polvere di grilli.


Ma allora a chi fa comodo?

Se usciamo dal mondo del catering e dell’agroalimentare, che ha gia’ i propri prodotti, cos’e’ la polvere di grillo? Non essendo molto lavorata e non essendo un prodotto finale, diviene sicuramente una “commodity alimentare”.

Le aziende di commodity sono delle finanziarie che si limitano a prenotare (come futures) dei prodotti alimentari di base (farina, grano, mais , olio , olive, etc), a stoccare i prodotti, a spostarti, a rivenderli.

Si tratta, su scala globale, di una dozzina di entita’ che di fatto controllano il mercato. Spesso non si quotano in borsa per non rendere pubbliche le performance. Questi commodity traders sono comunque enormemente ricchi.

Che problema hanno?

Beh, mettiamola cosi’: hanno comprato mais, grano, olio di semi e altro dall’Ukraina, in quantita’ gigantesche, ma e’ arrivata la guerra. E anche se avessero avuto dei futures, non c’e’ nulla da fare. I campi sono distrutti, contadini morti, silos incendiati. 

Una bella botta, per questi commodity traders.

Se ci mettiamo anche la siccita’ che colpisce qui e li’, (per esempio, e’ gia’ chiaro che la pianura padana sia compromessa dalla situazione idrica), questi signori del trading di commodity alimentari sono abbastanza preoccupati.

Ci vorrebbe qualcosa che non si fa sui campi, ma in qualche fabbrica, penseranno. E i grilli si allevano in stabilimenti che sembrano fabbriche. 

E’ inutile incolpare la UE, che non vuole certo distruggere il suo patrimonio alimentare ed il suo export, o il mondo dell’agroalimentare. A volere la polvere di grilli (e tutto cio’ che si inventeranno) sono principalmente i giganti del trading di commodities alimentari.

Chi sono? Ecco i primi 4:

Questi signori ovviamente lavorano benissimo in un mondo globalizzato, mentre hanno problemi se abbiamo catastrofi naturali , guerre, siccita’ improvvise. Siccome si direbbe che andiamo verso piu’ guerre e piu’ siccita’, per non parlare degli “eventi estremi”, le loro linee di approvvigionamento sono meno affidabili di un tempo.

Il loro sogno e’ di muovere la produzione di cibo dai campi alle fabbriche. Le fabbriche le mettete in un posto sicuro, sono piccole, ne costruite ancora se volete piu’ cose. 

Di conseguenza, non dovreste stupirvi se sta arrivando la carne artificiale cresciuta in un bioreattore, sempre piu’ pesce allevato lontano dal mare, la polvere di grillo , il latte artificiale fatto nel bioreattore, e tutto quanto. Sono i signori del trading che si sono stufati di avere a che fare con “la terra”. Arrivera’ di tutto.

Questi grandi trader hanno a disposizione enormi liquidita’, che usano per finanziare le startup che poi producono cibo artificiale. Le principali sono:

  1. Impossible 
  2. Beyond Meat 
  3. Mosa Meat 
  4. Upside Foods 
  5. Perfect Day 
  6. Formo 
  7. Motif Foodworks 
  8. Ginkgo Bioworks 
  9. BioMilq – Lab-grown breast milk 
  10. Eat Just 
  11. NotCo 
  12. Perfect Day Food 
  13. Nature’s Fynd 

tutte queste imprese sono state arruolate o finanziate allo stesso scopo: produrre cibo senza usare agricoltura.


Il marketing di questa roba, come vedete, e’ ossessivo quanto stupido e poco onesto:

  • mangiando questa cosa rispetti gli animali
  • mangiando questa cosa salvi il pianeta.

In che modo triturare animali per farne una polvere rispetti gli animali non mi e’ noto. Ma una cosa e’ certa: i grilli mangiano. Quindi se creiamo una gigantesca fabbrica ove vengono cresciuti , essi produrranno dei residui. Insomma, anche i grilli cagano. Non so cosa caghino, ma questi rifiuti andranno smaltiti. Ho gia’ visto il mare adriatico andare in merda per colpa delle mucillagini dovute alle scorie del maiale gettate in po.

Non sono certo di voler sapere cosa facciano le scorie di grillo.

Certo, poi c’e’ la carne di animale cresciuta nel bioreattore, ma se cresce produce qualche scoria, anche se le cellule non cagano: anche in questo caso, non ho ben capito che scorie siano e come verranno smaltite. 

In generale, e’ ingenuo pensare che costruire un grosso stabilimento pieno di bioreattori, o un cappannone pieno di insetti, possa in qualche modo risultare salutare per il pianeta.

Di certo, fara’ bene ai traders, che guadagnano economia di scala e basso rischio di eventi sociopolitici, catastrofi naturali , o siccita’.

Sono loro che vogliono mangiare grilli.

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