Case chiuse

Negli ultimi articoli diversi commenti mi hanno chiesto di parlare di piu’ delle case chiuse tedesche, che sono legali e pubblicizzabili (trovate le insegne sulle fiancate dei taxi e girano pullmini pubblicitari con le reclame) qui in Germania. Onestamente non ci sono mai entrato, anche se ne sento parlare molto e ho visto anche un interessante documentario in TV. Vedo di rispondere sia a chi mi chiede del lato “umano” che di quello sociale.
Per prima cosa, quando arrivate qui vi e’ chiaro che esistono le case chiuse. Se andate nella hall degli hotel e prendere una brochure di Dusseldorf, spesso alla voce “relax” sono indicati i cosiddetti FKK, cioe’ i bordelli. Spesso se arrivate la sera e chiedete di andare in un hotel (adesso ho un appartamento qui, ma le prime volte mi succedeva) ve li consigliano i tassisti (credo abbiano dei benefit nel farlo). Dusseldorf non e’ come Amburgo, quindi NON c’e’ un “quartiere a luci rosse”, se escludiamo un posto ove le signorine stanno alle finestre di un palazzo, che si vede andando in treno da Dusseldorf a Koln.

Inoltre , ripeto, vedete le reclame sulla fiancata dei taxi, i pulmini con una tizia in topless stampata sul fianco e il nome del bordello, etc etc etc. Quindi, insomma, vi e’ chiaro.
Essendo una cosa legale, per il tedesco e’ possibile. Di conseguenza, non c’e’ il rischio che vi fermino , che irrompa la polizia, che qualcuno mandi multe a casa. I bordelli sono fatti in modo tale, normalmente, da precludere la possibilita’ di stabilire che voi andiate proprio li’: si tratta di edifici fuori citta’ (in tal caso circondati da siepi) o di edifici che hanno androni in comune con altri edifici. Insomma, non si puo’ stabilire con gran certezza che voi andiate li’.
Del resto, farlo e’ punibile per legge, ed e’ un reato penale. A meno che non siate minorenni, nessuno puo’ avere da ridire sul fatto che entrate in un bordello, e la privacy , almeno sul piano giuridico, e’ tutelatissima. Qui, insomma, sarebbe in galera la Bocassini. Poiche’ nessuno ha nulla in contrario, stabilire se un politico vada a puttane e’ abbastanza fatua, come attivita’: quando la capitale si e’ mossa a Berlino si sono mosse quasi 1500 prostitute, e non era per il panorama. Del resto, quando ci sono stati i mondiali di calcio, sono arrivate ragazze da mezzo mondo.
In definitiva, quindi, nessuno vi dice nulla. Il che, essenzialmente, significa che se siete qui la scelta di andarci o meno e’ una scelta. “E’ una scelta” significa che non viene nessuno a dirvi nulla, quindi non potete aggrapparvi a nessuna scusa. Io vivo al numero 74 di una strada. Al 126 c’e’ un palazzo con due piani occupati da due “club”. Spetta a me decidere se posso andarci o meno. E solo a me.
In italia potrei dire che ho paura di avere a che fare con una tizia schiavizzata, picchiata, minorenne. Qui no. Le ragazze sono sempre maggiorenni, sono contractors e la polizia vigila piuttosto bene.  Non posso dire che ho paura di essere multato. Esistono posti anche economici.
Quindi, se volete la scelta, l’avete. E’ una scelta nel vero senso della parola: entrambe le strade sono ugualmente percorribili. Dovete decidere se vi va di pagare per il sesso oppure no. Nel mio caso, visto che Lady Uriel e’ in italia, tra pagare per il sesso oppure una sega gratis, “kostenlos” se preferite il tedesco.
I motivi per cui non ci vado, tuttavia, sono tutti cazzi miei e non ne parlero’. Spero che ne abbiate di altrettanto forti. Sappiate solo che la cosa NON vi rende la vita piu’ facile, perche’ dovrete proprio avere dei motivi vostri. Nessuno vi aiuta nella scelta: e’ libera. Sono SOLO cazzi vostri.
Adesso andiamo al secondo punto, ovvero al mito del bordello legale come esaurimento della prostituzione come problema. Mi riferisco ad un interessante soziologischen Dokumentarfilm” che ho visto sulla cosa. I tedeschi, quando fanno un documentario sociale, vi dicono proprio la verita’ . Nuda e cruda. 
Innanzitutto, e’ una pura chimera che le donne “si pagano i contributi per la pensione”. Non perche’ non li paghino, sia chiaro. Ma per il semplice motivo che le prostitute non lavorano fino alla la pensione.
La carriera delle prostitute inizia attorno ai 20 anni. Se hanno la carrozzeria giusta, ovviamente fanno le escort e/o lavorano nei bordelli “bene”, quelli che costano tanto, almeno per una decina di anni. Arrivate attorno ai trenta, in quei posti arriva carne fresca e loro devono cambiare per qualcosa di piu’ basso profilo.
Vivono ancora bene per altri 5-6 anni, dopodiche’ per loro si apre la strada di posti “economici”, come “Hinter dem Bahndamm”, un posto con le classiche finestre aperte e numerate dove voi scegliete la tipa che sta li’ e basta. I costi sono bassi, attorno ai 50-60 euro a prestazione, di cui il 50% va alla tipa e il 50% al gestore. Su quel 50% la tipa paga tasse, e quindi gliene restano il 25%. Per questa ragione, si fanno qualcosa come 10-12 ore/giorno per recuperare i soldi per vivere.
Ma anche i “trenta” finiscono, e si va sui quaranta. Sui quaranta, praticamente da nessuna parte si trova lavoro, e lavorano in casa. Ma alla lista delle cose che fanno si e’ aggiunta tutta una serie di cose che prima non facevano. Se le giovani giovani le dovete premiare se fanno anal e dovete trattare sul pompino scoperto o meno, (detto ‘franzische” da queste parti) , gia’ attorno ai 30/35 anni “griechische” (anal) e il pompino scoperto sono di serie. Dopo i 35, ci trovate “extrem” (dal fisting all’oggettistica piu’ disparata) , e verso i quaranta c’e’ tutto quanto legale, e un “parliamone per il resto”. Il resto, cio’ che non si puo’ dire perche’ e’ illegale, di fatto e’ limitato alle poche cose illegali che sono illegali anche tra adulti in Germania, ovvero zoofilia e incesto.(1)
Attorno ai 40/45, insomma, la nostra lavoratrice del sesso ha uno spazio in piu’ se vuole portare una bottiglia di acqua minerale ad un picnic, ama gli animali piu’ di greenpeace e le mancano ancora 20 anni alla pensione.
Poiche’ entrare nel mondo del lavoro a 40/45 anni con un simile passato e’ impossibile, finisce nelle mani dell’onnipotente stato sociale (insieme ai figli che ha fatto di solito per avere altri sussidi , visto che sono 10 anni che non ha tanti soldi) , il quale le rifila un miniappartamento in qualche quartiere di immigrati, un sussidio base , e per il resto del tempo si prostituira’ per qualche sordida cifra. Fine della storia, da questo momento e’ un rottame di donna che aspetta la morte , facendo qualche marchetta agli africani di turno vestita con una guepiere blindata e le autoreggenti rivettate alle gambe perche’ non si stacchino.

Si e’ rivelata una palla, cioe’, che le prostitute legali , pagando le tasse come tutti gli altri, si paghino la pensione. E questo perche’ NON lavorano sino alla pensione. Ma pagando le tasse, non riescono (come in Italia) a mettere da parte nulla per il futuro. La prostituta deve essere per forza di cose una straniera che dopo pochi anni ritorna in patria, o una donna “comune” che viene qui  a fare “la quindicina” (2) in un FKK.

Andiamo al secondo punto: le malattie. E’ vero che nei bordelli di solito l’ambiente e’ pulito, ma non e’ la prostituta l’origine della malattia. Se consideriamo un rapporto tra clienti e prostitute, in un anno, attorno all’ 1/3000, se la malattia arriva la probabilita’ e’ 3000 volte piu’ alta se pensiamo che arrivi dal cliente che non dalla prostituta. La morale della storia e’ che l’unico modo di tutelare la prostituta sarebbe di controllare i clienti, dai quali arrivera’ il 99.9% delle malattie, e non la prostituta.
MA il cliente ovviamente non si puo’ controllare, dunque le ragazze si prendono malattie a iosa. Voi direte: ma c’e’ il preservativo. Aha. Ma mica tutte le malattie passano per il cazzo. Basta avere una candida o qualcosa d’altro e infilare in dito per passare germi. Chi gioca con due ragazze puo’ infilare un dito a una e poi all’altra, e passare altri germi. Le malattie passano attraverso le jacuzzi di alcuni FKK. Possono passare attraverso i sedili dei bordelli, visto che le ragazze sono quasi sempre nude.
Che cosa ottiene, in piu’, la prostituta per il fatto di essere “legale”? In ogni caso, la sanita’ pubblica e’ gia’ pubblica , quindi sarebbe stata curata ugualmente. Lavorando da sola, i clienti se li faceva uno alla volta. Li’ si trova in un posto promiscuo nel quale in una notte passano 100/200 persone in condizioni di salute sconosciute ed imprevedibili.
Sicuramente e’ meglio che fare la schiava su un marciapiede, ma se pensate che basti legalizzare la cosa per renderla “umana”, secondo me vi sbagliate. Gia’ gli svedesi hanno messo fuorilegge i bordelli per valutazioni simili a questa, legate all’esperienza di decenni di case chiuse.
Che cosa rimane? La sicurezza del reddito? La malattia? No, e’ una palla. Le ragazze non hanno contratti come dipendenti con i bordelli, per una semplice ragione di costituzionalita’. Se io per esempio faccio un contratto da dipendente ad una cameriera, stabilisco doveri e diritti. Tra i doveri, sinteticamente, ci potra’ essere “servire i clienti con aria educata e sorridente, raccogliere le ordinazioni e portare loro le pietanze”. Tutto ok, e’ il lavoro da cameriera. Ma se facessi una cosa simile in un bordello, dovrei scrivere qualcosa “deve succhiare cazzi, prenderli in fica o in culo, facendo sempre finta che le piaccia, qualsiasi aspetto fisico abbia il cliente” . Questo cozzera’ immediatamente con il fatto che le costituzioni nei paesi civili sanciscono l’inviolabilita’ fisica, e il contratto diverrebbe illegale.
Di conseguenza, la formula giuridica e’ che le ragazze devono in qualche modo essere “libere” di fare o non fare(3), e quindi risulta come una che lavora li’ come libera professionista e paga un affitto (in percentuale ai ricavi)  delle stanze ove si tromba.  Cosi’, in pratica, prima paga una certa cifra al tenutario, poi sul restante deve pagarci le tasse. Che nel caso tedesco si aggirano attorno al 48% del reddito.
In pratica, quindi, non solo non hanno sicurezza (guadagnano solo se lavorano) ma sono anche vessate sul piano fiscale, e quindi faticano a mettere da parte soldi, a meno che non siano straniere, nel qual caso non pagano le tasse allo stato tedesco.
In pratica, la legalizzazione dei bordelli ha semplicemente un effetto cosmetico. E’ cosmetico perche’ lava la coscienza ai clienti, e’ cosmetico perche’ la gente crede che “se paga le tasse” allora diventi una cittadina a tutti gli effetti, e quindi e’ cosmetica perche’ nessuno si sente in colpa.

La legalizzazione della prostituzione cambia pochissimo nella vita delle prostitute, sul piano dei “diritti”, e il mito della pensione e’ solo, perlappunto, un mito. Non garantisce alle donne nessun servizio sociale che non avrebbero gia’ ,  qui in Germania, come disoccupate. E’ solo un cerotto sulla coscienza.

Questa e’ la mia opinione, e questo e’ , se preferite, uno dei motivi per il quale comunque non entrerei in un FKK. Gli altri come ho detto sono privati.
Senza contare un’ultima questione: ma anche ammesso che uno debba per forza “sfogarsi”(4), se ci sono delle donne generose sono quelle tedesche. Se persino io che non sono Brad Pitt “attacco”, non capisco proprio che bisogno ci sia di pagare.
Uriel
(1) Poiche’ gli “asi” generano figli e figlie per avere piu’ sussidi, non e’ raro che alcune siano figlie d’arte. L’incesto in Germania e’ sempre reato, mentre in italia lo e’ “solo se produce scandalo”, qualsiasi cosa significhi.
(2) Molte sono italiane. Se vi chiedete come faccia la vostra collega a permettersi certi lussi,  chiedetevi dove sia andata a fare i 15 giorni di “vacanze”. Poiche’ sono straniere non residenti non pagano tasse allo stato tedesco, e in queste condizioni possono portare a casa un gruzzolo.
(3)Il cazzo, perche’ poi alla fine se fanno le difficili le mandano via.
(4) Un essere vivente e’ umano quando puo’ inserire un istante di raziocinio tra lo stimolo a fare e l’atto di fare. Non accetto l’idea di “dovermi sfogare” per principio.

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