Cari “progressisti”, parliamo di calcio?

Cari progressisti, parliamo di calcio?

Cari progressisti, parliamo di calcio?

Nella saga di quelli che dicono di essere progressisti perche’ l’alternativa e’ una passeggiata in centro, c’e’ una tendenza che non puo’ piu’ essere ignorata. Mi riferisco a quel fenomeno per il quale i progressisti sono tutti a parlare di cose progressiste per tutta la settimana, ma la domenica no.

Perche’ la domenica succede qualcosa di particolare. Succede qualcosa di speciale, che mette fine al progressismo di chiunque.  E non mi riferisco a poche persone che conosco. Mi riferisco anche a politici di spicco.

Cari
Deputata del PD. Tifosa del Milan.

Potete andare su qualsiasi social e la domenica improvvisamente i “trends” cambiano, e improvvisamente vedere tante persone che si definiscono “progressiste” che si scoprono tifose. Bene,

Parliamo di calcio.

Perche’ vorrei sapere in che cosa il calcio, cioe’ tutto il circo che sta attorno alla partita, possa essere almeno vicino ad un’agenda progressista. Vediamo.

  • Omofobia. Esiste per caso una qualsiasi curva di tifosi che sia gay-friendly? No. Esistono tifoserie o gruppi di ultras noti per ospitare volentieri persone omosessuali? No. Quanti calciatori hanno dichiarato di essere omosessuali? Uhm… zero. Anomalia statistica, o “il calcio italiano non e’ pronto”, come scrivono i giornali? E questo e’ compatibile coi vostri valori?

Cari
I buoni vecchi valori della sinistra.

  • Fascismo. Su questo mi sembra di sparare sulla croce rossa. Veramente, qui e’ vincere facile. Dobbiamo per forza tirare in campo Di Canio, dobbiamo notare che la stessa grafica di ogni scritta si richiama al fascismo sino dalla scelta dei font? Esiste una tifoseria apertamente democratica, oppure dobbiamo oscillare per forza dall’estrema destra all’estrema sinistra (anche se rara?)

Cari
Che bello andare allo stadio, cari progressisti.

  • Razzismo. Avrete assai da parlare per convincermi che alla fine dei conti non tutto il calcio e’ razzista. Potete anche farmi vedere quei dieci minuti di solidarieta’ al tale calciatore nero, o quel che vi pare. Ma sono dieci minuti. Il resto e’ fatto come sotto. E non mi dite che esistono curve di ultras piene di persone di colore.

Cari
Tipico striscione progressista. Mi contate i tifosi di colore?

  • Pari opportunita’. Avete poco da piagnucolare che le donne al lavoro guadagnano il 30% in meno rispetto agli uomini. Perche’ se andiamo a cercare nel mondo del calcio, scopriamo che le donne a parita’ di serie guadagnano il 99.98% in meno dei maschi. Cioe’ praticamente nulla. Perche’ vedo delle persone dichiaratamente femministe dire che amano il calcio?
  • Diseguaglianze economiche. Potete fare tutto il blablabla che volete sul fatto che voi siete per l’equita’ e che le disuguaglianze economiche sono il problema del nostro tempo , e che e’ scandaloso che un manager guadagni 130 volte un dipendente, e tutto quanto dite per fare virtue signaling. Poi alla fine andate ad applaudire un tizio che guadagna 15.000 volte piu’ del pediatra dei vostri figli. Siete patetici.
  • #MeToo. (Tralascio per pieta’ la difesa ad oltranza di un giocatore accusato di stupro). Ma avete costruito una vera e propria polizia del linguaggio, un regime di terrore nel quale si ha paura a sbagliare un pronome, si ha paura di raccontare una barzelletta, lo scherzo piccante e’ bandito e dobbiamo guardare donne seminude come se portassero il Burqa. Nel calcio , invece, esiste una figura ormai istituzionale, detta “fidanzata del calciatore”, che assume forme di questo genere:

Cari
A lui piace perche’ e’ la prima della classe in chimica. 

Ora, cari progressisti e femministe, io vorrei capire bene una cosa: in che cosa, di preciso, il mondo del calcio NON cozza contro i vostri “valori?”. In che cosa vi “sentite a casa”, allo stadio? Perche’ sentite “vostri” i colori di una squadra? In che cosa “vi appartengono”?

E’ possibile capire per quale ragione vi “sentiate a casa” con dei tifosi che parlano in un modo che mi aspetto di sentire in una sede di ForzaNuova, e’ possibile capire per quale ragione frequentiate un ambiente che sembra lo scantinato anfetaminico della Lega di Salvini?

Ecco, vedete, cari rapanelli e rapanelle, c’e’ un problema. Un problema serio. Il problema e’ che non potete fingere di essere progressisti. Nessuno puo’. Perche’ alla fine , prima o poi, vi si sgama. Potete fregare qualcuno sempre, potete fregare tutti qualche volta, ma non potete fregare tutti sempre. E vi si sgama perche’ non potete mascherare completamente un canale di comunicazione che non conoscete.

Il problema della sinistra italiana e’ che quelli che si dicono di sinistra fingono di esserlo. Sono dei “rapanelli”. E come se non bastasse, non fingono neppure benissimo.

Allora, signori, se proprio volete dire di essere progressisti, se proprio non volete che ogni domenica salti all’occhio la vostra palese falsita’, se volete che vi crediamo quando lottate per togliere le donne nude dalla pubblicita’ quando ogni calciatore ha una fidanzata-trofeo, se volete che vi crediamo quando vi indignate per la differenza di stipendio tra uomini e donne, ma non fate caso al fatto che le calciatrici guadagnano molto meno, se fingete di ignorare il razzismo, l’omofobia e il fascismo di cui il mondo del calcio e’ intriso, beh, fate una cosa: la partita, guardatela in segreto.

Come si faceva da piccoli coi giornalini porno. Di nascosto, andate a guardare la partita, e quando segnano vi alzate gridando “si, froci di merda, due pappine nel culo vi abbiamo piantato!”.

Dopo, vi sentirete meglio quando andrete al gay pride.

Giuro.

Adesso ditemi pure che “il calcio non e’ solo questo”. Bene, allora vi chiedero’ di mostrarmi “il resto”. La tifoseria gay-friendly. La squadra dove ci sono giocatori gay. La squadra femminile che guadagna quanto una squadra maschile di pari serie. Il club ove i giocatori di serie A non guadagnano cifre ormai ripugnanti.

Fatemelo vedere, “il resto”. Rimango in attesa.

 

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