Blog in tedesco.

Blog in tedesco.

Oltre ad essere stato contattato via Tox da persone che mi chiedono l’ URL del mio blog in tedesco, avrete notato che ogni tanto ci sono delle pause nel blog italiano. Queste pause sono dovute al fatto che non posso scrivere tanti articoli, devo scriverli in frettissima (non ho nemmeno il tempo di correggere le bozze) e quindi se scrivo sul blog in tedesco non scrivo su quello in italiano.

Comunque, non ho intenzione di dare qui l’indirizzo. La ragione e’ semplice: ho delegato ai miei stalkers il compito di cercare qualsiasi cosa io scriva, riconoscere che e’ mia, e farne una copia. Questo ha diversi vantaggi:

  • Resistenza alla censura. Grazie al lavoro degli stalkers, ci sono cosi’ tante copie in giro di questo blog che nessuno puo’ davvero chiuderlo.
  • Georidondanza. Perche’ lavorare costruire un’infrastruttura georidondata quando gli stalkers lo faranno gratis, e usando il LORO tempo personale?
  • Backup: nel caso dovessi perdere i contenuti, mi basta cercare su queste copie e scaricare il loro feed. Poi con uno script posso importarle. E non mi costa un minuto di tempo.

L’unico svantaggio e’ che hanno immesso tra gli scritti anche delle cose che non ho scritto io (nel senso che il mio stile viene imitato) , ma come diceva lo PseudoMatteo, se non hai neanche un blog apocrifo non sei un cazzo di nessuno. Gli apocrifi non sono un male: senza quelli, non avreste il presepe, per dirne una.

Detto questo, e’ responsabilita’ dei miei soliti stalkers trovare il mio blog nella blogsfera tedesca, riconoscere il mio “stile” e i miei “errori di sintassi” e farne una copia. Che, sono convinto, tradurranno in italiano.

Se non riuscite a trovare il mio blog, quindi, e’ colpa loro. Come saprete, oggi come oggi trovare degli stalkers professionali non e’ semplice. Sono quei lavori che gli italiani non vogliono piu’ fare, tipo trombare con la propria moglie, o qualcosa del genere. Idraulici e stalkers non sono piu’ come una volta, e poi tantissimi sono stranieri, signora mia. Dove arriveremo di questo passo? Dove arriveremo?

Blog in tedesco.

Comunque confermo: il mio blog in tedesco esiste, e sta crescendo in notorieta’.

Scrivere un blog di politica o societa’ in Germania e’ molto diverso rispetto a farlo in Italia. Dal punto di vista italiano, infatti, la comunicazione politica tedesca e’ ferma agli anni ’80, tipo DC e PCI e PSI e PDIUP.

Quando scrivete un blog che usa un approccio diverso , cioe’ un blog che vede lo stesso problema da una prospettiva diversa, vi scontrate immediatamente con le abitudini degli indigeni. Perche’ i casi sono due.

Se state dicendo che qualcuno sbaglia e che le cose non stanno come vi vengono dette, infatti, il tedesco si aspetta che voi usiate uno degli stili che imperversavano in Italia negli anni ’80.

Gli stili sono :

  • Il millennarismo comunista. Il capitalismo sta crollando, l’occidente sta crollando, il governo in carica sta crollando, la catastrofe e’ imminente e io vi spiego il perche’. Katastrofe, katastrofe, katastrofe, in Germania non potete fare comunicazione d’opposizione senza giocare alla Cassandra Rossa.
  • La controinformazione stile Giulietto Chiesa, Democrazia Proletaria o CentroSociale: le masse sono addormentate dalla propaganda, ma a noi non ci fregano, e vi spieghiamo che i malvagi capitalisti vi mentono per nascondere i loro loschi traffici. I buoni sono cattivi e i cattivi siamo buoni. E’ ora di rivoluzione proletaria. Alieni,complotti,  rettiliani e nuove armi di orribile potenza stanno per colpirvi. Scie chmiche a tutti.

Ovviamente esiste anche lo stile governativo, che e’ “lo spiegone nazionalpopolare””

  • Nel centro destra, arriva un intellettuale esperto il cui unico merito e’ parlare in modo forbito, e vi spiega come, quando e perche’ il problema di cui parliamo, in realta’ e’ un altro, e conclude dicendo che si tratta di una sfida futura che prima o poi si riproporra’. In pratica, la critica intellettualmente strutturata corrisponde a quello che definirei “procastinatore pessimista tecnico”. Concludete sempre che alla fine dei conti per ora potete dormire tranquilli. Ma piu’ avanti ne riparliamo. Il sistema attuale fa bene, ma dovebbe fare meglio, oppure prima o poi avremo problemi.
  • Nel centrosinistra, c’e’ sempre una Katastrofe, che pero’ appare come scandalo. Cioe’ in Germania perdono ancora tempo a dire che il tale politico e’ poco sincero, che si contraddice, che non conosce bene la realta’ quotidiana. Quindi prendete i discorsi della sinistra radicale, e sostituite a “Katastrofe” la parola “Skandal-“.
  • Gli intellettuali: usano un tedesco cosi’ sofisticato che potrebbe rappresentare una valida alternativa a diverse tecniche di crittografia. Magari dicono cose giuste, ma visto che portano l’ “HochDeutsch” a livelli parlati da 6,5 persone in Germania (lo 0,5 e’ un professore di fisica quantistica) , non li capisce nessuno. Dicono cose che magari sono giuste, ma alcuni termini richiedono quantita’ preoccupanti di ossigeno per essere pronunciati.

Esistono anche altri partiti piccoli, come FDP, che usano la stessa tecnica, semplicemente dicendo che la dittatura comunista delle tasse illiberali vuole togliere i diamanti di bocca ai poveri ricchi vittime ed evasori fiscali. In pratica dovete semplicemente fare come la sinistra estrema, ma gridare che arrivano i comunisti coi Kalashnikov caricati a tasse. Sostituite a Katastrofe la parola “LohnSteuer” (tasse sul reddito), o addirittura “Schuld”, cioe’ debiti.

AfD ha uno stile di comunicazione peculiare, nel senso che hanno cercato di mescolare il catastrofismo della sinistra con il procastinesimo pessimista, dicendo cose tipo l’ “Europa ci rovinera’ tutti, e i negri stupreranno le vostre figlie”. E’ lo stile di comunicazione di un giornale che si chiama “bild”, una specie di “Cronaca Vera” solo che vende un sacco di copie.  Siete a questi livelli:

Blog in tedesco.
Il Papa per l’energia atomica sotto le tette ragiunge livelli indicibili. Nalla stessa pagina dell’ Impotenza: non e’ tecnica, e’ arte.

Insomma, per essere dei ” comunicatori normali” in Germania avete poche  possibilita’, cosi’ come succedeva in Italia negli anni’ 80:

  • Il blog della Cassandra Radicale Scontenta.(ma la gente dorme)
  • Il blog dell’ Investigatore che scopre lo scandalo. (ma la gente dorme)
  • Il blog dell’ Intellettuale dalla critica procastinante.
  • Il blog populista, dove Tette, Culi, Orrore, Negri di merda , Papa Giovanni Chernobyl III.
  • Il blog che i comunisti tolgono i diamanti dalla bocca dei poveri milionari.

Ci sono alcune eccezioni, tipo il “Rant contro la Stasi”, che consiste nel dimostrare che la Germania di oggi e’ tale e quale alla DDR, ma non ci sono piu’ automobili fichissime come la Trabi e la Prinz.

Se uscite da questi schemi, come faccio io, la reazione e’ curiosa. Prima sembrate un blog di “kritik”. Ma siccome non promettete catastrofi e non criticate il “Kapitalismus” allora quelli di sinistra all’inizio credono che siate dell’ AfD, ma poi criticate troppo le destre, e allora non ci capiscono piu’ un cazzo, e tentano di iscrivervi al circolo degli intellettuali: siccome a sinistra anche qui tutti si sentono piu’ intelligenti, se non vi capiscono EPPURE non siete di destra, allora dovete essere intellettuali, visto che non li capiscono ma non sono di destra.

Insomma, se non vi comportate come un giornalista politico degli anni ’80 in Italia, aprire un blog “non mainstream” in Germania e’ il miglior modo di scontrarsi con tutte le differenze culturali in materia di politica. E in un colpo solo. Non potete essere “non mainstream”, per esempio, se non parlate male del “Kapitalismus”.

Qui devo aprire una parentesi sul Kapitalismus. Quando un tedesco parla di Kapitalismus, parliamo di un idealista post/Hegeliano che parla di Kapitalismus. Quando siete degli idealisti post/Hegeliani, e uscite da una scuola organizzata come quella di Giovanni Gentile (cioe’ dalla scuola tedesca) , che era un idealista neo/Hegeliano, tendete ad unificare la dimensione morale, quella spirituale e quella pragmatica.

Per fare esempio,  il tedesco usa ancora spesso la parola “Beruf” per indicare il proprio lavoro, che non indica solo il lavoro ma la vocazione, la formazione, il ruolo che ha nella societa’ e la sua identita’: ifatti non dicono “Che lavoro fai”? ma “Che lavoro SEI” : “Was SIND Sie von Beruf?. Oppure il concetto di “debito”, che in Germania comprende il fatto pragmatico di dovere dei soldi con il concetto morale di “colpa”: la colpa e’ un debito, e il debito e’ una colpa. “Schuld”.

Quando siete abituati ad unificare le tre dimensioni , Kapitalismus non indica solo il fatto che un individuo dotato del solo capitale possa diventare un industriale della chimica senza saperne nulla o aver fondato una ditta di chimica: quando un tedesco dice Kapitalismus intende la somma di Capitalismo, Mercantilismo e Consumismo. Questa cosa e’ tipica di tutti i popoli che praticano l’idealismo post/Hegeliano, quindi tutti i popoli nordici. Non per nulla sentite un gruppo di Aggrotech Islandese, gli HATARI , convinti che un negozio di Mc Donald al posto di una chiesa simboleggi il Capitalismo, e non il Consumismo. Per un idealista neo/Hegeliano, unificare la prassi, la dimensione teorica e quella spirituale e’ assolutamente normale. Come capitava anche in Italia sino agli anni’80, piu| o meno i tutta la comunicazione politica.

Parlare di politica con un popolo che unifica la storia, la morale e l’etica (e non riesce a separarle) e’ piuttosto complicato.

Prendiamo una frase semplice: ” Il veganismo e’ una forma di consumismo ove  un’ etica (quella vegana) diventa prodotto (il cibo) che puoi comprare e consumare”.

Se non riuscite a distinguere in consumismo dal capitalismo , e l’etica dalla morale, non riuscite a capire questa semplice affermazione. Dovete andare per passi.

  • Nel consumismo ogni cosa abbia un valore positivo e’ un prodotto.
  • Tale prodotto deve anche rappresentare una forma di identita’.
  • Tale prodotto deve avere una durata e richiedere un rinnovo dell’acquisto, cioe’ l’identita’ va rinnovata.
  • L’etica vegana e’ un valore positivo.
  • Dunque deve diventare un prodotto: il cibo vegano.
  • Tale prodotto deve essere accessibile, nei negozi vegani e fornisce ldentita’: se mangio vegano sono vegano.
  • Siccome va comprato ogni giorno, l’adesione a tale etica richiede una conferma economica continua, che perpetua l’identita’.

Non e’ un concetto complicato in se’, potremmo anche dire che il porno non e’ altro che liberazione sessuale che diventa prodotto. Quindi una forma di consumismo. Ma questo tipo di analisi, per degli unificatori cronici, e’ difficilissima da capire, perche’ non conoscono il Bill Gates del porno: senza miliardari e multinazionali, per loro che unificano tutto non e’ consumismo.

Perche’ dicendo che il veganismo e’ una forma di consumismo, per loro che unificano tutto state dicendo che e’ una forma di capitalismo, e credono di smentirvi dicendo che non esiste una McDonalds del vegano. Ma questo dimostra che non esiste un capitalismo vegano, non che non sia una forma di consumismo. Sono due fenomeni diversi, sebbene spesso collegati, ma loro li unificano. E quindi non riescono a distinguere “il veganismo e’ una forma di consumismo” da “il veganismo e’ una forma di capitalismo”. Siccome la seconda e’ sbagliata, allora pensano che sia sbagliata anche la prima.

Se lo spiegate per passi, molti vi seguiranno, ma alcuni cominceranno a far fatica a distinguere le cose. Poiche’ sono abituati a unificare le dimensioni della prassi, della teoria e dell’identita’, per moltissimi e’ difficilissimo rompere il concetto in parti piu’ piccole. L’analisi non e’ prevista dal pensiero Hegeliano, post, pro, neo, o qualsiasi altra cosa: la tesi e’ la tesi, punto. Al massimo ha un opposto, come capitalismo ha comunismo come opposto, ma non deve essere possibile rompere, analizzare.

Il fatto di dover prendere i concetti in blocco, cioe’ in senso olistico, limita moltissimo la comunicazione politica, e consente di affrontare problemi complessi soltanto nella misura in cui li si sintetizza con un termine. Se provate ad analizzare qualcosa, il tedesco medio risponde , semplicemente “Qvatsch”.  L’equivalente locale di “Bullshit”.

La cosa interessante di avere un blog qui, dunque, e’ che:

  • Se analizzate le cose , qualcuno nei commenti si sentira’ obbligato a chiedervi di riassumere le cose in categorie olistiche. Una tesi, un’antitesi, e poi dovete fare la sintesi.
  • Se dite che le cose si possono vedere da una prospettiva diversa si aspettano una critica al capitalismo, inteso come consumismo, mercantilismo, e capitalismo, altrimenti siete di destra.
  • Se analizzate ma non siete di destra, allora o siete intellettuali oppure decidono che state facendo qualcosa come   “Selbsterkenntnis”, per indicare una forma di solipsismo critico: in pratica credono che stia criticando le cose che io stesso penso.

E no, poiche’ la scuola tedesca e’ di fatto una fabbrica di tedeschi , i giovani non fanno differenza.

Riassumendo: per ora mi sto divertendo troppo, quindi NON mettero’ qui l’indirizzo del mio blog. Anche perche’ negli anni ’80 ci ho fatto l’adolescenza, quindi la Germania mi fa sentire giovane.

 

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