Blah blah blah

Blah blah blah

Blah blah blah

Finisce(?) il COP26 e tutti stanno accusandosi di avere solo fatto “blah, blah, blah”. In un certo senso, entrambi i fronti hanno ragione. Greta e’ entrata nel loop del “quello che fai non sara’ mai abbastanza”, mentre dall’altro lato si fa notare alla signorina la completa assenza di proposte e di richieste chiare (che siano anche realistiche).

Ma il problema non e’ questo: il problema e’ che esistono i mass media, ovvero delle cose che stanno tra le masse e la realta’, e impediscono alle masse di percepire la realta’ semplicemente aggiungendo cose, cose che vengono prese dal repertorio delle lobby che si fanno pubblicita’ sui giornali stessi.

Se dal fronte negazionista abbiamo un bombardamento assurdo di cose senza senso che chiamiamo “gree washing” (e qui Greta ha ragione) , dall’altro abbiamo tutta una serie di altre lobby (dal Real Estate al turismo di massa all’alimentare agricolo) che inquinano il messaggio “green” di nozioni senza senso.

Se sul green washing delle malvagye corporations si dice tutto di tutto e si denuncia tutto il denunciabile, (e spesso anche il falso), le magagnette delle Gretine vengono spesso nascoste.

Il mondo green oggi si divide in diverse superstizioni, ognuna delle quali foraggiata da una lobby del caso.

  1. Panoramismo. La convinzione che l’ambiente debba assomigliare ad una cartolina per essere salutare e il “verde” debba essere ovunque. E’ sponsorizzato dal real estate, cioe’ da chi costruisce e gestisce proprieta’ immobiliari, e ha notato che se di fronte ad una palazzina ci mettiamo 4 alberi a 15m^2 di erba, il valore della palazzina cresce del 25% perche’ e’ una zona “verde”.  Sono panoramisti quelli che dicono di no alle pale eoliche perche’ “rovinano il panorama” (e le loro ville in campagna perdono valore), oppure dicono di no alle centrali a biomassa perche’ “puzzano” (e le loro ville in campagna perdono valore).
  2. Giardinismo. Sono quelli che credono alla storia delle foreste (ma anche semplici parchi pubblici) come “polmoni verdi”, che fanno “l’ossigeno che noi respiriamo” e “purificano l’aria”. L’ossigeno che noi respiriamo viene dagli oceani, mentre le foreste (tutte) hanno un bilancio leggermente negativo (ne consumano piu’ di quanto ne producano, tranne che nel momento iniziale della foresta) e se volete aria pura dovete andare piuttosto nei deserti come il sahara. (Ci sono le misure, e’ un fatto) . Dietro a questo ci sono le industrie del turismo di massa che vi vendono “luoghi incontaminati” ove passare le vacanze, e ancora una volta, il real estate che vi vende una palazzina di merda al doppio del prezzo se ha la vista sul parco cittadino.
  3. Dietismo. C’e’ una fetta di industria che combatte per processare soltanto materie vegetali arricchite, al peggio, con grassi suini. E quindi crediamo che le mucche producano metano. Sia chiaro: lo producono. Quello che non ci chiediamo e’ cosa sarebbe successo all’erba che mangiano se non fosse stata mangiata. Sarebbe morta, la avrebbero decomposta gli stessi batteri e avrebbero prodotto lo stesso metano. Secondo: una mucca da 600kg al massimo contiene circa il 70% di acqua, cioe’ circa 420 litri. Non corrisponde al vero l’idea che per avere una mucca adulta distruggiamo tonnellate di acqua. Semplice stechiometria. . Al contrario, il metano si produce benissimo decomponendo piante morte in acqua: risaie, foreste pluviali , paludi e laghi d’acqua dolce sono per forza di cose le prime fonti, no discussion, dalla fine del periodo geologico carbonifero in poi:  per via dei volumi in gioco. Ma alla lobby dell’alimentare agricolo freddare le risaie perche’ producono metano (a strafottere) non piace. E’ colpa delle mucche. Figuriamoci poi se qualcuno andra’ mai a misurare quanto metano produce una foresta pluviale. Tanto. E non avete mai visto quanta acqua consuma una risaia: altro che le mucche.
  4. Tecnologismo. Impazzano prodotti tecnologici e soluzioni, come l’home office, che sono fatti per evitare di prendere l’auto per andare al lavoro. Sono una manna, sia chiaro. Ma d’altro canto, bisogna vedere quanto lontani siete. Il costo energetico di trasmissione cresce con la distanza: se e’ vero che ecologicamente conviene stare a casa entro i 50-100 km da casa, la storia di avere il lavoro a Milano e vivere in Puglia , onestamente, mi lascia perplesso. E’ comodo per il lavoratore, sul costo energetico non giurerei. Bisognerebbe sapere quanto e’ ecologico vivere in Puglia, per esempio: se nella tua cittadina pugliese i rifiuti vengono riciclati peggio che a Milano, era piu’ ecologico che tu vivessi a Milano.   Idem per le auto/biciclette/monopattini elettrichi, che non avranno mai lo stesso basso attrito e la stessa efficienza procapite di un tram o di una ferrovia. Tuttavia, c’e’ tutto un mondo IT che spinge in questo senso.
  5. Gadgetismo. Ricordate la borraccia di Greta? Ecco, non serve ad un cazzo e per farla avete prodotto CO2. Ma maniera piu’ economica ed ecologica di trasportare acqua potabile sono e rimangono gli acquedotti. Invece di girare con una borraccia come se foste nel deserto, potete aprire un rubinetto in qualsiasi cucina occidentale, chiedere acqua di rubinetto in un bar, o andare nella sala caffe’ se siete al lavoro. Invece, tutta una serie di inutili gadget ecologici stanno invadendo il mercato , al solo scopo di dare uno status symbol di “green”. Come se fondere il vetro per fare una borraccia inutile non avesse impatti ecologici. Dietro questo , ovviamente, c’e’ tutta un’industria di gadget “green”.
  6. Fake news. Esistono anche (e sono molte) le leggende metropolitane “verdi”. Per dirne una: e’ vero che il permafrost libera metano, che e’ un gas serra. Ma la percentuale di metano nell’atmosfera oggi e’ di 1.8ppm, mentre quella di CO2 va dai 250-400ppm a seconda del posto e del momento del giorno. Per cui e’ vero che lo scioglimento dei ghiacci rilascia clatrati e immette metano nell’atmosfera, ma gli effetti saranno visibili solo in tempi dai 1000 ai  100.000 anni: http://geosci.uchicago.edu/~archer/reprints/archer.2005.clathrates.pdf . Inoltre, parliamo solo del permafrost artico , non di tutto il permafrost che invece non riesce a trattenere metano. Se vedete un sacco di metano nell’aria russa, piu’ spesso e’ un gasdotto difettoso o un rigassificatore dell’era sovietica. Non vuol dire che possiamo stare tranquilli, ma non e’ il problema piu’ urgente. Idem per “extintion rebellion”: i soli scenari che prevedono l’estinzione di homo sapiens entro 100 anni sono quelli veramente estremi, che sono considerati improbabilissimi anche dagli stessi scienziati dell’ IPCC.
  7. La finanza green. La finanza green e’ quel meccanismo per cui se il mio paese ha una centrale a carbone e il paese vicino ha una centrale idroelettrica, il paese vicino mi vende dei derivati verdi e da domani la mia centrale a carbone produce energia “green”. E’ un gran incentivo a fare la centrale idroelettrica, certo, ma e’ anche un grosso incentivo a tenersi la centrale a carbone. E cosi’ voi state magari usando solo energia green, solo perche’ la vostra centrale a carbone ha comprato dei derivati green.
  8. Partiti politici. Greta continua a rifiutare l’idea di usare , per affrontare il problema, gli stessi metodi e gli stessi strumenti fatti per crearlo. Parole sue. Interessante. Interessante perche’ la politica che sta facendo, con le manifestazioni , le proteste, i giovani in piazza e i comizi, risponde perfettamente all’identikit di “gli stessi metodi e strumenti che hanno creato il problema”. Non e’ assolutamente chiaro come si possa obiettare contro la solita politica durante la solita manifestazione, come se fosse qualcosa di assolutamente nuovo,  e non sentirsi ridicoli.
  9. Attivismo VIP. Come ho gia’ detto, le foreste non assorbono CO2 nel lungo periodo. Significa che solo crescendo l’albero ha una produzione netta di ossigeno, mentre per costruire la propria massa deve per forza immagazzinare carbonio. Ma poi l’albero muore, e siccome non siamo nel carbonifero arrivano i funghi , i batteri e tutti quanti che degradano la lignina e ci fanno CO2, e a regime una foresta non produce ossigeno, nel migliore dei casi va in pareggio, mentre le foreste molto vecchie (di ossigeno) ne consumano un pochino per via di tutto l’ecosistema che ospitano. I vip che vogliono piantare un triliardo di alberi potrebbero anche sequestrare nel carbonio mentre l’albero cresce, ma a regime non avrebbero cambiato praticamente nulla. E no, la foresta amazzonica NON produce il 20% dell’ossigeno che respiriamo: https://www.factcheck.org/2019/09/amazon-doesnt-produce-20-of-earths-oxygen/ . Certo non significa che bruciarla sia un bene perche’ produrrebbe CO2 nel bruciare (e il problema e’ il Co2, non c’e’ carenza di ossigeno da nessuna parte) , ma il bilancio dell’ossigeno nell’aria e’ prodotto dagli oceani.
  10. Il “Detox”. Se prendete 80Kg di carne e chiedete ad un chimico di togliere le plastiche e le nanoparticelle metalliche, ci riuscira’. Ma quello che vi ridara’ indietro sara’ una poltiglia fangosa che ha poco a che vedere con la carne. Allo stesso modo, l’idea che mangiando qualcosa togliate dal vostro corpo delle quantita’ microscopiche di plastiche e di metalli e’ semplicemente merda frullata. Non puo’ succedere, punto. Togliere quelle sostanze dal corpo umano in maniera pacifica (nel senso che dovrete sopravvivere e sembrare ancora umani) e’ chimicamente impossibile. Fatevene  una ragione. Non esiste alcun cazzo di detox. Parlo del detox come acme delle cazzate, di quelli che vanno comprando vestiti “naturali”, “cotone bio” e altre minchiate. Non hannno fondamento scientifico alcuno.
  11. Il “Biodegradabile”. L’ho tenuto per ultimo perche’ e’ la truffa piu’ catastrofica che la storia abbia mai visto. Per una sola e semplice ragione. Prendiamo le plastiche polimeriche, come PET o PVC: non esistono standard scientifici per descrivere la “degradazione” o la “biodegradazione”. Quello che fanno le aziende di cose “biodegradabili” e’ solo di presumere, in qualche modo, che i loro prodotti si deteriorino nell’ambiente, e “scompaiano”. Sono 30 anni che produciamo prodotti “biodegradabili” e apparentemente non li troviamo piu’ nell’ambiente, ma… troviamo i loro “metaboliti” . I detersivi che usiamo scompaiono dall’ambiente in una decina di anni: poi troviamo i resti chimici in mare, dentro i pesci.  Ma se prendiamo le plastiche polimeriche, come il PET, e un raggio ultravioletto colpisce la plastica, puo’ spezzare via un pezzo della molecola, essendo ionizzante. Il risultato del processo e’ “bio”? No, e’ solo una plastica piu’ opaca. Quando il PET e’ biodegradato, di preciso? Quanto dobbiamo spezzare le molecole? Non esiste uno standard scientificamente accettato che valga per ogni materiale: e cosi’ tantissime plastiche sono “scomparse” dall’ambiente disintegrandosi in nanoparticelle, che non vedevamo piu’, sino a quando non le abbiamo ritrovate dentro i mammiferi, in cima alla catena alimentare. A tale scopo, la EU ha tirato fuori dei “criteri”:
Blah blah blah

E’ chiaro quanto larghe siano le maglie di questi criteri: “should be limited” non dice quanto sono i  limiti, “minerals” non dice che minerals sono permessi, quindi se qualcosa si decompone in mercurio e uranio va benissimo, oppure i prodotti che si disintegrano devono passare per un setaccio di 2×2 mm: utilissimo contro le nanoplastiche. Il quarto criterio dice che non ci possono essere delle sostanze che limitano la degradazione ai primi due punto.

Capite che con dei criteri del genere, prendere un prodotto e renderlo “biodegradabile” non e’ complicato. Persino bruciare qualcosa rientra nel “convertire il 90% della massa in CO2, acqua e minerali”, anzi sembra un criterio per l’incenerimento.

Tutto questo per dire, che anche l’ecologismo moderno e’ una bella pila di BlaBlaBla.

Ci sono delle basi scientifiche , che danno l’allarme e ci dicono che dobbiamo tentare di mantenere stabili i fondamentali della chimica planetaria. Ma quando entrano in gioco i partiti, le lobbies, e i movimenti di protesta, ogni cosa si perde nel BlaBlaBla.

Quindi si, il COP26 e’ stato, effettivamente un BlaBlaBla.

Ma, essenzialmente , questo e’ quello che succede quando arriva la politica, che sia fatta di leaders, o che sia fatta di manifestazioni di protesta.

IPCC dopo molti anni di lavoro e’ riuscito a creare una scienza credibile dietro al riscaldamento globale. Su questa scienza pero’ si sono depositati due strati di cazzate, quelle degli ecologisti e quelle dei negazionisti.

E’ tutto un BlaBlabLA. Con la sola differenza e’ che e’ TUTTO un blablabla.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *