Bitcoin

, 7 giugno 2011

E’ uscito su un giornale italiano un articolo riguardante Bitcoin, il sistema di moneta digitale che sta spopolando in diversi luoghi, compresa l’ Europa, arrivando a picchi di diversi milioni di transazioni/giorno. Cosi’ ho ricevuto puntualmente la richiesta di commentare la cosa, e quindi ho scaricato il software, sniffato il traffico e verificato che cosa fa. Dopodiche’ ho cercato di capire il modello che sta dietro, e quindi soddisfo chi mi chiede un’opinione.

Sul piano del modello di transazione, Bitcoin nasce abbastanza sicuro. Dico “abbastanza” perche’ sembra che gli sviluppatori abbiano posto una cura enorme , quasi un’ossessione, nell’evitare ad ogni costo che la moneta possa venire falsificata. Meno attenzione, invece, e’ stata posta a mio avviso dal lato del client.

Intendo dire che l’utente, nel caso di disastro del proprio computer, anche ripristinando da un backup si trova a pescare la “storia” delle sue transazioni (e quindi il bilancio finale) da un file vecchio. Tuttavia, l’utente non ha modo di contattare un mainframe centrale onde recuperare l’intera storia del suo wallet. Questo, essenzialmente, significa che l’utente in caso di disastro fara’ una fatica enorme a recuperare i propri soldi.

Sicuramente con le conoscenze giuste e’ possibile ripristinare la situazione, ma siccome non tutti gli utenti le hanno, il mio primo concern e’ che il client di Bitcoin si basa sull’idea che il computer dell’utente sia perfetto. Il che, a mio avviso, e’ molto lontano dalla realta’.

L’idea di non avere una banca centrale e di basare la produzione di moneta su un problema matematico non polinomiale e’ abbastanza popolare solo se siamo ossessionati dal comportamento della FED e crediamo in cazzate come il signoraggio. Sia chiaro, non sto dicendo che creare moneta a gogo sia un bene.

Sto dicendo pero’ che potrebbe essere necessario farlo. Se una nazione di un miliardo di persone cresce, e crea valore perche’ mette in piedi strade, ospedali, edifici, citta’, reti di comunicazione, industrie, anche considerando la moneta come mera informazione del valore creato (secondo la scuola austriaca) , da qualche parte io DEVO scrivere l’informazione secondo la quale tale valore e’ stato creato. Sia chiaro, non sto parlando di speculazioni: sto parlando del fatto che se prima 100 persone vivono in capanne e poi vivono in case, il lavoro umano ha creato una differenza di valore. Reale. Materiale.

Ora, se supponiamo che i cinesi continuino a costruire infrastrutture al ritmo del 7% del PIL, e che altri paesi emergenti continuino a crescere, e che il fenomeno della poverta’ si attenui (come si spera), bisognera’ creare per forza di cose piu’ moneta, oppure il valore del Bitcoin crescera’ vertiginosamente, creando deflazione.

Sfortunatamente, pero’, il Bitcoin e’ legato ad una funzione matematica la quale se ne fotte altamente delle esigenze dell’economia reale. Sinora non si e’ notato il problema perche’ il bitcoin si e’ cambiato con le monete reali, e il fenomeno deflattivo si e’ notato con un aumento del valore d’acquisto accompagnato da un aumento di valore di cambio.

Ad attenuare il catastrofico fenomeno deflazionistico di cui ha sofferto bitcoin, cioe’, e’ stato il meccanismo di cambio con le monete reali. Ma se ipotizziamo il Bitcoin come “moneta del futuro”, la rigidita’ nel produrre nuovo denaro e metterlo in commercio e’ CATASTROFICA.

Le banche centrali hanno la facolta’ di stampare moneta non perche’ il Signore del Male desidera questo per i suoi loschi piani: ce l’hanno perche’, come e’ successo durante il credit crunch, creare moneta e’ indispensabile. Certo, una banca saggia emette moneta per pochi giorni, la vende alle banche e poi viene ripagata in titoli. Ma circostanzialmente puo’ essere necessario stabilizzare il credito mediante queste operazioni.

Bitcoin, a questo riguardo, si comporta come una moneta aurea, ovvero in maniera abbastanza primitiva, tipica delle monete del  1600, 1700 e 1800. Ma sul piano valutario NON si e’ trattato di bei periodi. L’arrivo di oro dalle americhe ha letteralmente fatto a pezzi l’economia spagnola per via dell’inflazione, causando buona parte del declino dell’impero spagnolo. La deflazione legata alle tasse maggiori ed alla demografia sfavorevole  ha creato un periodo di fame in Francia, tra le cause della rivoluzione. E cosi’ via.

In generale, un sistema ove le banche centrali NON possano, in caso di emergenza , creare moneta e’ pericoloso. Ed e’ pericoloso un sistema nel quale ad una crescita economica non possa seguire una maggiore massa monetaria: un boom economico produce immediatamente deflazione, che colpisce il commercio e la produzione, lasciando in piedi solo chi vive di rendita. Questo e’ un problema che si e’ visto in passato, con la creazione di latifondisti e padroni del vapore.

Ma Bitcoin corre un rischio ancora maggiore, perche’ e’ possibile una crescita improvvisa dei negozi online che accettano bitcoin come moneta. Il problema e’ che il numero di tali negozi puo’ crescere vertiginosamente, per esempio se domani la stampa inizia a parlarne. Il PIL in Bitcoin, cioe’, puo’ crescere ENORMEMENTE senza che vi sia reale creazione di nuovo valore. Il guaio e’ che un simile fenomeno dovrebbe essere gestito emettendo nuova massa man mano che varia il rapporto tra PIL e velocita’ di scambi.

Ora, se oggi un Bitcoin vale 8 dollari, non si possono creare agevolmente nuovi Bitcoin ma la quantita’ di merci e di compratori aumenta, aumentando il rapporto tra volume di scambi e utenti, il risultato e’ che con la stessa massa valutaria si faranno molti piu’ acquisti. Diciamo una crescita di 10. Quindi, il bitcoin arriverebbe a un cambio di 80:1. Il che e’ buono per chi ha bitcoin in tasca, ma non per chi deve comprarne per reinvestirli, per esempio chi deve fare magazzino.

Inoltre, la massa di bitcoin e il suo cambio sono vulnerabilissime a speculazioni: qualcuno potrebbe iniziare a comprare bitcoin e mai spenderli. Il risultato sarebbe una crescita deliberata del loro valore, che permetterebbe allo speculatore di fare scalping sulla sua quotazione.

Non esistendo banche centrali con riserve di controcambio, pero’, mancherebbe qualsiasi autorita’ capace di frenare questi fenomeni.

Cosi’, la mia risposta e’ semplice: l’idea e’ buona, ma il furore anarcoide tipico di un certo popolo di internet fa si’ che si scelgano delle strade assurde per la sua implementazione. Se anche era necessario il meccanismo di “mining” per tenere basse le tendenze a produrre moneta, l’assenza di autorita’ centrale e’ evidentemente un dramma: lo speculatore e’ intelligente, e lavora borderline sulle regole del gioco. Se non c’e’ un’intelligenza dall’altra parte che compensa i suoi tentativi, lo speculatore e’ libero.

Lo speculatore non viene fermato da nessun sistema di regole: viene fermato dalla reazione dell’autorita’ che vede la speculazione e agisce per fermarla. Senza tale autorita’, il Bitcoin e’ completamente in mano agli speculatori: il suo valore puo’ venire agevolmente variato artificialmente da chiunque abbia la facolta’ di comparne molto e poi decidere quando rilasciarlo mediante acquisti o controcambio.

Sebbene l’idea del bitcoin e di una moneta digitale globale sia buona e sebbene l’idea di limitare la creazione di denaro sia buona, cioe’, il Bitcoin NON ha le caratteristiche per essere la moneta che frena le speculazioni, e il suo apprezzarsi lo dimostra : una qualsiasi moneta nazionale che si fosse apprezzata quanto il Bitcoin avrebbe condotto la relativa nazione al disastro finanziario totale, una deflazione di 1:8 e’ un fenomeno che NESSUNA economia puo’ reggere.

E’ sufficiente osservare la sua storia recente per osservare i limiti del Bitcoin. Il suo vertiginoso apprezzamento e’ un fenomeno che se avvenisse nell’economia reale porterebbe ad una disastrosa deflazione.

Il che, essenzialmente, e’ cio’ che va scritto sul suo epitaffio.

Peccato.

Uriel

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