Biden e la morte della globalizzazione.

Biden e la morte della globalizzazione.

Mentre il presidente Ukraino si e’ svegliato vivo anche oggi (e ogni giorno e’ una pesante sconfitta per Putin) , la vera domanda e’: che ne e’ dei piani di Biden riguardo ad una guerra nucleare in Europa, ovvero, che mondo uscira’ da questa crisi.

La premessa e’ che la guerra e’ la continuazione della politica con altri mezzi, e che sul piano politico la Russia ha perso la guerra, anche nel caso in cui tra qualche giorno riuscisse a conquistare le citta’.

La seconda premessa e’ che i piani non resistono quasi mai al campo di battaglia. E questo e’ il caso del piano di Biden e degli USA.

Nell’ intenzione USA, lo scambio di nucleari doveva avvenire con Biden che ripeteva “non rispondiamo per evitare la terza guerra mondiale”, e i paesi europei impotenti mentre le bombe cadono, tranne Francia e Inghilterra che avrebbero ingigantito il problema reagendo senza essere abbastanza potenti. E la NATO sarebbe collassata per via del mancato intervento USA.

Finita la guerra in Europa, gli USA sarebbero intervenuti (diciamo in ritardo di 2/3 anni) per ricostruire tutto, “e la loro industria si impenna”.

Cosa e’ andato storto? Cosa ha costretto gli USA a stringere i ranghi NATO e reagire compattamente con gli europei?

Tutta una serie di fattori imprevisti.

  • La resistenza degli Ukraini.

Si erano addestrati gli uomini dell’esercito Ukraino allo Stay Behind pensando che si sarebbe squagliato e che sarebbero fuggiti. Come ai tempi della Krimea. Il guaio e’ che non sono hanno resistito ormai per giorni, ma erano dati per perdenti. Tantoevvero che le prime reazioni all’invasione sono state tiepide, mentre ora ci sono embarghi, blocchi, forniture di armi, etc etc.

L’opinione pubblica americana e’ diventata filoukraina in maniera impressionante. L’ammirazione degli americani e’ chiara. Anche le opinioni pubbliche europee sono impressionate, al punto che un nuovo flusso di profughi viene vissuto senza il solito isterismo.

La reazione politica e’ stata impressionante: la Svezia rompe la sua neutralita’ e pensa di aderire alla NATO, piu’ la Germania ha spezzato il suo pacifismo costante dal dopoguerra.

Come se non bastasse, adesso l’Ukraina puo’ vendere la ferocia della sua resistenza come l’impeto filoeuropeo della sua popolazione. E quindi, un paese che rispetta gli standard giuridici appena sanzionati nel caso di Polonia e Ungheria, si vedra’ benvenuta in EU, pronta a rafforzare il bloggo di Visegrad.

Ma tant’e’: nessuno oggi puo’ dire di no agli eroici ukraini.

  • Le forze armate russe erano sopravvalutate.

Si e’ detto spesso che Putin aveva finito col credere alla sua stessa propaganda, ma viene da chiedersi quanto ci abbiamo creduto noi. Se finora gli uomini delle forze armate russe si erano fatti onore in Siria, ed erano entrati in Krimea con facilita’, quando il loro numero e’ cresciuto si e’ visto un esercito molto simile a quello italiano della seconda guerra mondiale.

La logistica e’  catastrofica, affidata a giovani di leva per risparmiare, ed e’ amatoriale. Non si costruiscono bastioni per facilitare lo smaltimento di materiale, che peraltro non sembra (dai satelliti) abbondante nemmeno nelle basi appena fuori dal confine.

Strategicamente, ed e’ la cosa strana, stanno facendo pena. Forse i militari stanno cercando di perdere la guerra per far crollare Putin, perche’ e’ difficile pensare che un generale russo faccia sbagli del genere. Se hai un territorio enorme, problemi logistici e poco tempo non insisti sui carri armati. Insisti su paracadutisti ed elicotteri, con comunicazioni efficaci.

Ma una colonna di carri russi al macello perche’ sono saltati due ponti ed e’ rimasta bloccata in un tratto di strada circondato dal fango  ci dice che le comunicazioni tra forze aeree e forze di terra sono inesistenti. L’ufficiale russo che ha ordinato alla colonna di procedere in quella direzione poteva anche non vedere che i ponti erano due , o aver deviato li’ per ragioni di contingenza. E passi, anche se non dovrebbe succedere. Ma che nel frattempo gli ukraini vadano a minare i due ponti e li facciano saltare significa che non c’era nessuno, nemmeno un drone, a guardare dall’alto. Catastrofico.

La marina russa che doveva guidare uno sbarco di SpetzNaz , e sta aspettando. Uno sbarco atteso e’ uno sbarco di morti. Pate’ di idioti sulla spiaggia.

I generali russi sanno fare meglio di cosi’. Hanno fior di professionisti della strategia. O non hanno voluto vincere, oppure gli stati maggiori sono inquinati da tanto malaffare che comprano dieci litri di gasolio per averne uno nel carro. E quindi la logistica non funziona.

La fase preparatoria dell’invasione e’ durata troppo. Se davvero hanno bisogno di 2 mesi per preparare il movimento di 100.000 soldati, di invadere l’Europa lo sognano. Quei giganteschi accampamenti che hanno creato giusto dietro ai confini verrebbero bruciati quasi immediatamente, come si fece in IRAQ. Se pensiamo che la Russia e’ quel paese di geni della logistica che nella seconda guerra mondiale ha ricollocato l’ INTERA INDUSTRIA PESANTE, il confronto e’ sconfortante.

Il famoso S-400 non e’ pervenuto, e gli aerei ukraini sono in salvo da qualche parte nell’est europa.

Questa debolezza non era prevista.In queste condizioni, il risultato non e’ prevedibile. Se questo e’ il massimo della logistica che sa mostrare, l’esercito russo non riuscirebbe a manovrare bene neppure nella vastita’ del proprio territorio.

Biden, quindi, si vede spronato dai suoi stessi stati maggiori. E non puo’ girarsi dall’altra parte.

  • attivismo europeo.

Gli americani pensavano che la UE sarebbe collassata di fronte al pericolo, invece non e’ successo. Per diversi fattori.

Se la UE ha la fama di essere divisa e’ perche’ c’erano gli inglesi a seminare zizzania. Ore che sono fuori, non si comporta piu’ nello stesso modo. Lo abbiamo visto durante la pandemia.

I paesi di Visegrad sono quelli la cui agenda sociale politica sembra essere tesa verso la Russia di Putin. Sono dei paria, e lo diventeranno sempre di piu’. Per uscire da questa nomea dovranno fare molte marce indietro. Ma sono anche i piu’ minacciati dai russi, e quindi sono quelli che hanno BISOGNO di avvicinarsi all’occidente.

La Germania che dice “fine” al suo pacifismo esasperato mentre i verdi sono al potere e’ una sorpresa. Idem per la svezia e la finlandia che sembrano desiderose di rinunciare alla neutralita’ tenuta sinora, per entrare nella NATO

Anche questo non era nei piani di Biden e dei democratici.


Sopra tutto questo, arriva un fenomeno che e’ la fine della globalizzazione.

Questa fine si materializza con l’inflazione che stiamo sperimentando: prima i prezzi erano calmierati per via di tutti quei paesi che offrivano merci a prezzo stracciato, sfruttando la manodopera di schiavi e le minori tutele ambientali e sanitarie.

Oggi questo si e’ fermato, e la produzione sta tornando. Di conseguenza, i prezzi aumentano, cosa che sveglia il mercato interno e svuota la finanza: se i prezzi aumentano aumentano le entrate, e se aumentano le entrate diventa redditizio investire in casa.

Il risveglio del mercato a sua volta porta ad un aumento dei redditi, o perche’ il governo alza i reddito minimo (per esempio in Belgio e Germania, poche settimane fa) oppure perche’ ad un certo punto i lavoratori protestano.

MA ci sono altri problemi, cioe’ le infrastrutture condivise:

  • puoi avere un gasdotto che ti collega con una nazione criticabile, ma non col NEMICO.
  • lo stesso vale per porti , autostrade e ferrovie. Ma la cosa piu’ importante oggi e’ che non puoi avere INTERNET in condominio col nemico. E internet e’ la pietra miliare della globalizzazione.

Il ritorno di una vera e propria cortina di ferro deve porci delle domande: Internet e’ compatibile con una cortina di ferro? La globalizzazione e il WTO sono compatibili con una cortina di ferro?

La risposta la conosciamo: no.

La fine della globalizzazione si sta manifestando piu’ forte laddove essa e’ cominciata e laddove e’ stata piu’ profonda negli effetti. Gli USA hanno un tasso di inflazione che non si vedeva da trent’anni, e anche in Europa prima o poi i governi dovranno ammettere la sua esistenza. Con le buone o con le cattive: se i prezzi salgono, visti gli stipendi dei poliziotti, gli stati non possono nemmeno illudersi di reprimere le proteste con la polizia.Almeno, non a lungo.

Cosa c’entra la fine della globalizzazione e la cortina di ferro? C’entra, perche’ quella situazione c’era gia’ stata,  e in quella situazione gli USA sono lo sbocco dei prodotti europei, mentre l’Europa e’ lo sbocco di quelli americani. Occorrera’ trovare degli equilibri, ma non c’e’ alternativa.


Queste cose stanno facendo andare male i piani di Biden.

Ma non tutto e’ ancora deciso, perche’ Biden sta provocando i russi: qualcuno la posizione dei reparti logistici russi da attaccare deve pur darla, agli ukraini, ed e’ chiaro agli analisti che si tratta di satelliti americani.

Voglio dire che se l’ Ukraina e’ troppo grande per l’esercito russo quando si parla di logistica, lo e’ anche per i partigiani ukraini che devono trovare i convogli logistici da attaccare. Occorre quindi che qualcuno suggerisca la loro posizione, e gli unici che possono sono i satelliti occidentali.

Putin lo sa bene, e si sente ancora piu’ provocato.

E questa e’ l’ultima speranza di Biden che le cose in Europa vadano come spera.

In Pratica, Biden conta ancora su Putin per realizzare la sua politica in Europa.

Vedremo come finira’ , ma per ora sembra confermato un teorema:

Nessun piano sopravvive al campo di battaglia.

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