Bezos me mucho!

Ho passato la notte al lavoro, e quando mi sono svegliato che ti trovo? La notizia che Bezos, il boss di Amazon, ha comprato il Washington Post. L’icona di ogni sciroccato sessantottino che ancora vive adorando la carcassa dei Beatles e masturbandosi col watergate, mentre sniffa la carta e disprezza gli ebook, comprato da chi praticamente gli e-book li incarna.

Tutte le letture che ho visto per la stampa sono di una stupidita’ incredibile, nella misura in cui i giornalisti odierni sono solo degli ottusi pennivendoli militanti e sottopagati, cioe’ servili, e gli intellettuali italiani sono, come minimo, “un tantino sopravvalutati”.
Innanzitutto, dividiamo il problema in due parti: perche’ il WP e’ stato venduto, e perche’ e’ stato comprato.
Il WP e’ stato venduto perche’, come la media delle public companies, non riesce a sostenere il mercato senza un leader. La crisi generale delle public companies e’ evidente: ogni azienda che e’ una public company come minimo stagna, quando non e’ in palese declino.

E le aziende emergenti sono tutte aziende che hanno un capo. Alcuni parleranno di “Benevolent dictator”, ma il concetto di “public company”, ovvero la standardizzazione della leadership in una serie di tecniche anonime , ha fallito.
Con essa ha fallito la logica di Milton Friedman, perche’ solo le aziende che non hanno un leader possono svincolarsi dai doveri verso la societa’: ma l’individuo e’ per definizione un membro di qualche societa’, e quando diventa un leader socialmente riconosciuto, e proprio nel momento in cui la societa’ lo riconoscere come leader, INIZIA A RISPONDERE ALLA SOCIETA’.
Per ipotizzare delle aziende che NON rispondano alla societa’, Milton Friedman ha dovuto spersonalizzare il CEO fino a farne un burattino degli azionisti anonimi, quando non un burattino di un “mercato” che non avendo un leader non sente il peso delle responsabilita’ sociali.
Ma in questo mare di mediocrita’, e proprio quando il mare di mediocrita’ chiamato “public company” sembrava destinato ad essere IL modello, qualcosa con cui i Friedman non avevano fatto i conti e’ saltato fuori: in qualsiasi settore, esiste SEMPRE il leader nato, quello che il talento ce lo ha dentro. E qualsiasi quantita’ di burattini del mercato gli mandi addosso, se li mangiano.
Oh, non dico che qualsiasi leader sia un buon leader: dico solo che un gruppo con un leader ha molte piu’ possibilita’ di sopraffare gruppi ove la responsabilita’ sia ANONIMA , o perlomeno spersonalizzata. Un Putin o un regime basato sul leader, sinche’ ha leader da proporre, non potra’ essere sopraffatto da entita’ come le democrazie, perche’ il parlamento NON e’ un membro della societa’, il “potere giudiziario” non e’ un membro della societa’, e mano a mano che diventano astratti percepiscono sempre meno le proprie responsabilita’ sociali.

Il concetto di public company e’ fallimentare. E’ socialmente fallimentare perche’ non offrendo un leader, non offre nessuno che assuma qualche responsabilita’ sociale. Mentre un leader, essendo un individuo ed un membro della societa’, per forza di cose se ne accolla alcune responsabilita’.

Ripeto: questo non significa che ogni leader sia un buon leader. Significa solo che ogni public company e’ una montagna di merda, facilmente superabile da un leader anche mediocre. Le dinastie familiari stanno tornando ovunque, le aziende coi leader forti e personalizzati sono quelle che vincono, e mano a mano che la competizione si fa piu’ feroce, le public companies sono solo cibo per aziende con un  leader. (1)
 E qui siamo al punto in cui arriva la vendita: WP viene venduto a Bezos dalla famiglia che lo “controlla”, ma essendo ormai una public company, non esprime alcuna leadership personale. E perche’ Bezos? Lo dice chi vende: “perche’ e’ un leader forte e ha le idee chiare sul futuro”.
Questo ha effetti in Italia? Beh, non so se ci avete fatto caso, ma il Corriere e’ stato praticamente comprato.  Quindi il fenomeno e’ gia’ arrivato. E le poche aziende italiane (ed europee) a salvarsi dalla crisi sono aziende dinastiche, familiari, con una leadership personale e forte. L’era delle public companies e’ finita.
Adesso andiamo al secondo punto: perche’ Bezos l’ha comprata?
Il punto e’ che bezos , con la sua Amazon, si e’ lanciato in una serie di settori, tra cui quello dell’editoria digitale. Sebbene il suo Kindle, in tutte le salse, sia sempre stato molto apprezzato dal mercato, il vero problema e’ che possedere il lettore sinora non garantisce la fruizione.
Dopo aver comprato un e-book reader, siete sicuri di poterci leggere quel che volete? Beh, se pagate. Se l’ Amazon store ce l’ha. Ma che cos’ha? Ha il libro che vi piace? Ha il giornale che volete? Boh.
Inoltre, per quanto sofisticati siano i Kindle, il mercato dei reader e’ arrivato a maturita’, fondendosi con i tablet in molti casi, ma ormai tra un lettore e l’altro c’e’ poca differenza.
Adesso supponiamo che arrivi qualcuno e vi dica: se compri il mio ebook reader, non solo potrai leggere dal catalogo – a te ignoto e incognito – di Amazon, ma TI GARANTISCO che potrai leggere il WP. Perche? Perche’ arriva con il Kindle.
Adesso l’affare vi e’ piu’ chiaro: non comprate solo il lettore. Comprate anche il WP. Non comprate la possibilita’ astratta di leggere qualcosa. Comprate la cosa che volete leggere: il WP. Una specie di abbonamento portatile al WP, con cui potete anche leggere libri, ma di sicuro il vostro giornale.
Sicuramente molti storceranno il naso: come , un giornale del genere usato come VALORE AGGIUNTO ad un tablet? E la nobilta’ del giornalismo? E l’importanza della carta stampata? E il quarto potere? E il Watergate?
FUFFA.
Parole senza significato, sogni di sessantottini eccitati e carampane indignate.Gran parte dei giornali cui si attribuiva la volonta’ di volere una politica migliore erano public companies, ovvero non sentivano ALCUNA responsabilita’ sociale. (2)
Che cosa impariamo da questo acquisto, allora?
  1. La crisi generalizzata che ha colpito l’economia ha tra le poche eccezioni SOLO aziende con un leader-fondatore ed aziende mandate avanti da una famiglia. La brevita’ degli interessi degli azionisti che impedisce progetti a lungo termine e la mancanza di responsabilita’ sociale sono uno svantaggio competitivo delle public companies. Un giornale che, sebbene ancora in mano ad un fondatore, era gestito dagli azionisti piuttosto anonimi con un management standardizzato non aveva modo di sopravvivere.
  2. I content provider diventeranno un valore aggiunto del canale di distribuzione. Come se con la TV vi avessero venduto i canali televisivi, con i tablet e gli ebook reader vi venderanno precisi contenuti. Come fa Thalia, per fare un esempio.
Adesso andiamo alla situazione italiana. I giornali italiani NON sono imprese commerciali o aziende nel vero senso della parola. Sono semplicemente strumenti per la propaganda di una precisa classe dominante , che intende mantenere il controllo politico del paese costringendo i giornali ad influenzare l’opinione pubblica al fine da ottenere l’effetto politico desiderato. Berlusconi, che disponeva dei media che gli bastavano a far politica, e’ stato un cigno nero: finito lui, tutto tornera’ come prima. Ovvero come?
  1. I giornali vivono principalmente di sovvenzioni del governo, sovvenzioni all’editoria, politici che pagano le interviste e le partecipazioni con soldi pubblici, ovvero ancora sovvenzioni. Se sommiamo i soldi versati dalle casse dei partiti ai soldi delle varie “campagne dei ministeri” , con le inserzioni elettorali ed i soldi che i politici versano per venire intervistati , giornali e TV sono finanziati in grossa parte dallo stato, quindi dicono quel che fa comodo alla classe politica.
  2. I giornali sono posseduti da finanzieri. I finanzieri detengono potere anche nei CDA delle aziende che poi comprano pubblicita’ dai giornali stessi. Se contate quante pubblicita’ ci sono sui giornali DELLE STESSE BANCHE CHE LI POSSIEDONO, potete notare una forma di finanziamento occulto dei giornali: il finanziere possiede il giornale, e lo PAGA per fargli pubblicita’, di fatto dando i suoi soldi al giornale, ovvero finanziandolo “over the  counter” . Se osservate le inserzioni pubblicitarie e le riconducete alla proprieta’, noterete che la stragrande maggioranza degli introiti pubblicitari vengono…. DAGLI STESSI PADRONI DEL GIORNALE!
  3. Pubblicita’ di aziende che non sono proprietarie del giornale stesso. Si tratta dell’unica, marginale fonte di introiti, dopo le prime due che ho elencato, insieme al costo del giornale.
I giornali, cioe’ , sono gia’ meri strumenti della proprieta’, e non hanno alcuna finalita’ commerciale: qualora anche fossero in crisi di inserzioni pubblicitarie, gli stessi proprietari – banche, assicurazioni , finanziarie – non farebbero altro che comprare piu’ spazi pubblicitari , risollevandoli e finanziandoli over the counter. E se anche non bastassero i soldi della proprieta’, ci saranno sempre i politici ed i partiti che pagano per avere un poco di spazio in piu’.
In questa situazione, quindi, l’unico vero problema per questa mediocrita’ manageriale standard e’ stata quella di evitare possibili leadership: del resto, appena e’ arrivato un leader aziendale, ha fondato delle TV e ha fatto strame del potere precedente per 20 anni.
I giornalisti italiani, quindi, sono letteralmente impossibilitati a capire il problema di Bezos che compra un giornale: loro sono uno strumento di potere di pochi finanzieri anonimi e di politici mediocri, e hanno il preciso scopo di offrire un enorme attrito a qualsiasi tendenza sociale potrebbe cambiare la classe dominante o minacciarne gli interessi: non essendo produttori di contenuti, ma amplificatori della voce del padrone, non riescono a immaginare di essere valore aggiunto per la semplice ragione CHE NON C’E’ NEL LORO LAVORO ALCUN VALORE DA AGGIUNGERE.
Il fenomeno WP-Bezos non arrivera’ in italia: arrivera’ SULL’ Italia, come e’ arrivata Amazon. Amazon non ha comprato realta’ editoriali in Italia, perche’ esse non hanno alcun valore, sono soldi gettati via. Ha solo portato il PROPRIO valore, di realta’ acquistate all’estero, e si e’ incuneato nelle abitudini dei lettori.
Questo fenomeno di leader aziendali che possiedono il canale di distribuzione ma non hanno contenuti da associare stabilmente al brand e’ destinato a crescere. Ma se il modello funzionera’, e in futuro col tablet comprerete la sottoscrizione al giornale, i venditori di tablet non vi daranno ne’ il Corriere ne’ la Repubblica: compreranno qualcosa di proprio e la aggiungeranno.
I giornalisti italiani che temono di essere il WP della situazione si illudono di avere un futuro professionale.
Voi farete la fine delle librerie che chiudono per merito  di Amazon.
Uriel
(1) Del resto, basta osservare l’andamento dei mercati per capirlo. Gli azionisti anonimi FUGGONO al minimo segno di pericolo, investono poco per timore del rischio, sono caratterizzati da una tale codardia ansiosa che non possono reggere NESSUNO scontro davvero forte. Quando Bezos dichiarera’ di andare all’attacco di qualcun altro per distruggerlo, i suoi azionisti fuggiranno come tanti conigli spaventati dal lupo. Le public companies sono solo cibo per aziende con un leader.
(2) In realta’ il fatto che un leader senta o meno la responsabilita’ sociale e’ poco rilevante, nella misura in cui, quando c’e’ un capo, la societa’ la responsabilita’ gliela piazza sulle spalle PERSONALMENTE, comunque vada. Un esempio e’ Murdoch. Se un impero giornalistico gestito come public company avesse fatto le stesse porcherie, avrebbero dato una buonauscita milionaria al CEO, e tutto sarebbe continuato come prima. Il danno enorme che ha colpito l’impero di Murdoch  con il caso dello spionaggio e’ stato dovuto al fatto che esisteva una persona da condannare, almeno socialmente.

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