Banda larga, II.

Dopo il primo “Banda Larga” ho ricevuto alcune risposte scandalizzate via email. La prima e’ di un autoelettosi guru delle reti, il quale di lavoro fa ben altro e non ha ma scritto “ena” su un router in vita sua. Mi spiace, non so che farci: alla gente che sa tutto ma non sa fare nulla non ho mai creduto. Cosi’ come non credo  agli ideologi secondo i quali non voler bombardare Telecom Italia con il napalm significa essere dei venduti di merda e non so che altro.

Non ho problemi ad ammettere che Telecom Italia e’ tra le aziende che rientrano nel campo dei clienti ove la mia azienda fa consulenza. Non sto rubando, sto andando a lavorare, e faccio cose. Un pochino diverso da chi si fa strada formando un’organizzazione di utenti e ci fa politica sopra pretendendo di rappresentarli tutti, e ci sbarca pure il lunario. Io la mattina vado a lavorare , a 3000 km da casa mia , e non sto rubando niente a nessuno.

Punto secondo: non ho detto nulla di strano, e i farlocchi siete voi. Da Marx in poi, si sa che ogni fenomeno storico e’ frutto principalmente di spinte economiche. L’abbattimento del digital divide e’ un fenomeno storico come tanti altri, e non avverra’ finche’ non metterete insieme tutti i fattori economici del caso. La politica conta zero: anche eliminando la finanza speculativa, anzi a maggior ragione, tutto dipende dai soldi.

E non e’ che eliminando la finanza speculativa tutto diventa politica: quando si sono fatte le prime autostrade in Italia, il governo i soldi non li aveva e non c’era nessuno al mondo che glieli avrebbe prestati. Ovviamente a chi si e’ chiesto? Si e’ chiesto di finanziare l’opera a coloro che avevano interesse a sviluppare un sistema di autostrade. Ed erano quelli che odiate: le malvage industrie, i padroni del vapore, chiamateli come vi pare.

Che vi piaccia o meno, un sistema di trasporto (che trasporti merci o dati) e’ nel pieno interesse di chi ha merci o dati da trasportare, e nella misura in cui ha merci o dati da trasportare. I siti web che frequentate , cosi’ social, come  i vostri blog, non possono finanziare il governo per un progetto di banda larga, fatevene una ragione. Gli unici che hanno un qualche interesse a finanziare un progetto che porta dati a casa sono coloro che possono farsi pagare per i dati e vogliono che ci sia il media che li trasporta.

Non ci vuole molto a capire chi siano: TV, voce (telefonia), cinema, internet, aziende in cerca di innovazione. Questi sono gli enti in questione: non sara’ il “social network” a pagare perche’ voi possiate usarlo. Non sara’ “l’innovazione”, non sara’ “l’urgenza di superare l digitl divide”, non sara’ “la media europea”, non sara’ un cazzo. I soldi e l’interesse sono li’. O si passa da li’, o non si passa.

Si e’ stabilita una strana idea di stampo cattolico, in questo paese, che vuole l’anti-trust essere un no-trust. Separare chi ha i contenuti da chi ha il trasporto e’ come impedire a chi ha la merce di constribuire alla costruzione di  porti e  ferrovie, per “evitare pericolose concentrazioni di potere”. Si’, cosi’ facendo evitate pericolose concentrazioni di potere: peccato che rimanete senza porti, e poiche’ la merce non si muove, anche senza industrie. Perdete l’uno e l’altro, cosi’ come in questo modo la banda larga arranchera’ e il settore IT non crescera’: sarete disoccupati, ma avrete evitato il TREMENDO pericolo che Telecom potesse farvi un TG.Grillo sara’ felice, e voi disoccupati ed arrabbiati. E spenderete gli ultimi 20 euro per comprre il DVD di Grillo e  farlo  ancora piu’ felice: proprio perche’ siete arrabbiati.

Nessuno nega che Telecom sia stato un monopolista.MA dimenticate una cosa: che non era solo un monopolista. E’ anche l’azienda che messo in piedi la baracca. Certo, vostra madre aveva il monopolio dell’utero che vi ha messi al mondo. Peccato che non sia esattamente un insulto.

Senza Telecom, non avreste avuto nulla. Perche’ voi vi prendete per il culo dicendo che se non ci fosse stata Telecom adesso saremmo meglio che negli USA. Aha. E dov’erano gli investimenti quando e’ nata internet? Il mio primo provider si chiamava TS-Net e aveva una CDA con un modem sincrono da 64K. Poiche’ tutti i modem degli utenti oscillavano dal 9600 al 14.400 , ce la faceva. Aveva 6 modem in uno sgabuzzino e un access router con ben 8 porte. Quello era il suo investimento. Aha. Poteva prendersi carico di portare il doppino nelle case?NO.

Ma prendiamo anche i provider moderni. Passano il tempo a frignare che l’ultimo miglio li uccide. Pero’ anche quando vogliono che diventi di loro proprieta’ dicono “la manutenzione fisica la faccia Telecom, noi risarciamo in proporzione”. Ah. E perche? Perche’ loro non hanno la struttura. Non si prendono rischi di investimento. E perche’? Perche’ non ci vogliono buttare i soldi. Se vi illudete che togliendo l’ultimo miglio del tutto a Telecom li farete contenti, vi sbagliate: se in pubblico fanno grandissime dichiarazioni su quanto vorrebbero avere in mano l’ultimo miglio, nelle loro politiche economiche non hanno mai spinto piu’ di tanto, eh, per avere tutta la grana di migliaia di km di cavo, tralicci e scavi da manutenere  sulle loro spalle.Negli USA era un pochino diverso, perche’ i provider i cavi li posavano: Clinton gli ha fatto i backbones, mica la rete.

Toglietela pure, Telecom italia. Chi credete che ci andra’ a fare manutenzione sull’ultimo miglio? Tele2? Tiscali? Chi? Aziende che fanno fatica a pagare 4 precari in un call center dovrebbero farsi carico di tutti gli appalti e le aziendine che vanno in giro a tirar su il palo caduto col temporale? Ma dove l’avete vista questa favola? MA dove li avete visti tutti questi provider, queste aziende pronte a sganciare soldi “se solo Telecom si togliesse di torno?” Ce ne sono che lascierebbero il PAESE , se li si obbligasse a fare la manutenzione dei cavi che affittano per poi vendervi che loro vogliono “staccarvi da telecom”. Quelli sono perfettamente in grado di pagare Telecom per avere la manutenzione: eccheccivuole, un sistema di contabilita’ puo’ pagare, un secondo e parte il bonifico. Economia finanziarizzata, ricordate?

Dategli un milione di doppini in montagna , coi pali che cascano e i dispositivi che si allagano e si ghiacciano , e chiedetegli di manutenerli, e vediamo se e’ come ordinare un bonifico da un comodo ufficio nel centro storico.

V fate dei segoni perche’ avete ottenuto che i costi di manutenzione (che comunque ricadono su Telecom)  siano ripartiti tra i vari provider  in proporzione al loro share: certo, solo che muovere due lire e muovere una squadra di tecnici sono cose diverse, e non e’ solo un problema di costi, ma di overhead gestionale, di investimenti, di rischi legati agli investimenti.

Scordatevelo, scordatevi che Tiscali, Infostrada, Tele2, chiunque altro, si metta a costruire un’infrastruttura industriale capace di gestire il doppino: loro pagano qualcun altro. Una segretaria del reparto contabilita’ invia un ordine di pagamento e tac, il gioco e’ fatto. Un secondo. Bello cosi’: anche questa e’ economia finanziarizzata , sapete: aziende che invece di costruire infrastrutture industriali si limitano a prenderle in outsourcing sono semplici speculatori. E se fosse stato per loro, avrebbero affittato anche le porte dei DSLAM da Telecom: tutti sono andati a dire che si trattava per “permettere ai concorrenti” di piazzare i loro dispositivi nelle cabine telecom. Minchiate: dentro le stanze poi si trattava per NON metterle, perche’ i vostri operatori volevano fare come faceva un certo operatore di origine svedese: affittare un appartamento a milano, UN tecnico per il router nello sgabuzzino, due segretarie e via: S.p.A-in-a-room. E puf, noi abbiamo l’offerta piu’ bassa: grazie al cazzo, usi la rete di un altro.E se avessero potuto non avrebbero neanche messo i DSLAM , li avrebbero affittati da telecom, e smettiamola di raccontare palle!

Tantevvero che questo operatore svedese cosi’ smart, quando si e’ trattato di iniziare a spendere per mettere DSLAM e tutto quanto, ha iniziato ad andare in crisi, perche’ non bastava piu’ un appartamento lombardo, e ha dovuto vendersi attraverso una societa’ svizzera di un gruppo inglese. E cosa credete, che il fighetto sardo sia messo bene? Era messo bene quando tutto toccava alla grande mamma, e a loro bastava una bella sede piena di gente in giacca e cravatta, puttane in tailleur e schiavi da call center. Quando hanno dovuto iniziare a mandare gente in giro ad installare, eh, hanno cominciato a diventare meno galletti. E oggi non stanno in piedi  cosi’ baldanzosi come qualche tempo fa.

Com’e’? Com’e’ che liberlizzando e andando in ULL i loro bilanci peggiorano? La realta’ e’ che i  profitti della “concorrenza” si sono RIDOTTI da quando hanno “aperto la rete” alla concorrenza. Da quando hanno “permesso di inserire i loro dispositivi” , da quando hanno permesso loro di promettere al cliente di “staccarsi da Telecom” , non e’ che questi concorrenti siano cresciuti poi tanto. Anzi, mi sembra che lavorino un pochino troppo di cache proxy trasparenti, per essere gente che sta dentro i ricavi degli abbonamenti. E anche vederne uno che rallentava i DNS facendo shaping per impedire agli utenti di sfruttare la banda (quando ci fosse stata) non e’ stato uno spettacolo edificante: sono mezzucci.

Queste ideologie anti-Telecom nacquero con le prime campagne “no-TUT”.  A quei tempi il provider faceva una bella vita. Comprava una CDN (spesso una CDA, se c’era continuita’ galvanica) , quattro-sei modem,  un access router multiseriale e due-tre server. Un smtp-pop3 , un server web su cui metteva i siti dei primi clienti, due DNS di cui il secondo era anche un proxy http. Il tutto stava in una stanza di un appartamento. Il provider tipicamente copriva l’intera provincia di residenza.

Fine. Dopodiche’ iniziava a piagnucolare sulla Tariffa Urbana a Tempo: “il malvagio monopolista blocca la diffusione di internet”, “negli USA non e’ cosi’”. Dimenticavano due cose:

  1. La loro struttura era una minima parte di quella che serviva. Il 99.999% della spesa era nel costruire la rete telefonica. Spesa cui loro non contribuivano per un cazzo. E solo proporgli di contribuire veniva visto come una bestemmia.
  2. Negli USA “che loro sognavano” i provider buttavano giu’ fior di cavi a spese proprie, cacciando la manina nel portafogli. Il governo americano ha finanziato solo i backbones, non la rete.

Queste due cose pero’ non le dicevano mai. Ricordo una “cena di BBS” nella quale il solito piccolo provider lamentava che “addirittura c’e’ una legge che per favorire telecom ci impedisce di posare cavi e arrivare a casa dell’utente”. A quel punto sbottai dicendo “perche’ , tu hai la forza economica di cablare la provincia di Bologna, nel caso  togliessero la legge?”. Seguirono farfugliamenti secondo i quali un teorico provider “ricco” non poteva nascere per colpa di questa legge e che Telecom fosse nel dovere di regalare la rete al loro uso. Ma era esattamente il contrario: se anche avessimo permesso ai privati di portare a casa l’ultimo miglio, nessuno di loro aveva la forza economica di farlo. E allora perche’ dicevano che “era una legge per favorire telecom e bloccare la concorrenza?”. L’utente pagava, d’accordo: il provider riceveva la rete gratis.Era tutta ciccia per il provider e osso per l’utente.

Ripeto: L’utente pagava, d’accordo: il provider riceveva la rete gratis.Era tutta ciccia per il provider e osso per l’utente.Avete mai visto un provider che si sia offerto di contribuire alla TUT dell’utente? Era facile: bastava fare abbonamenti a tempo,  con un monte-ore, diminuendo la tariffa per secondo a chi comprasse abbonamenti per piu’ ore di connessione. L’avete mai visto fare? Io no.

Questa era la cultura iniziale di questi “Opliti della Minchia Rosea contro il malvagio Impero”, quella che vide tutti dare addosso a Telecom , strillando tutti insieme che “gli veniva impedito di lavorare in un vero regime di concorrenza”, fatto salvo il piccolo particolare che nessuno di questi provider, in un regime di concorrenza , avrebbe avuto la forza di costruire una rete alternativa. Ne’ hanno mai proposto di contribuire alle spese di manutenzione in cambio di un alleggerimento delle tariffe notut verso i loro numeri. Solo negli ultimi tempi si fece, quando ormai gli abbonamenti erano gratuiti e non c’era ciccia per i piccoli provider.

Ad un certo punto Telecom ebbe uno scatto, e porto’ l’ HDSL a 2 MB simmetrici alle aziende. Usava tecnologia sviluppata da RAD  su CDA. Scandalo! I concorrenti non potevano farlo!( Ma non era vero: chiunque poteva affittare una CDA e piazzarci due modem RAD e un router, tantevvero che nello stesso periodo il mio provider dell’epoca, DSNET, lo faceva proprio per me-medesimo-cliente.). Ma i “concorrenti per la liberta’ del mercato”  riuscirono ad ottenere che una apposita “authority” bloccasse Telecom. I due megabit arrivarono alle aziende 5 anni dopo. CINQUE ANNI persi. In nome della lotta contro il malvagio monopolista. Ovviamente in quel caso agli Opliti dalla Minchia Rosea non importava nulla del paese e del suo sviluppo.

La verita’ e’ che queste authority contro i monopoli costringono il mercato a marciare alla velocita’ del piu’ lento.

Anche oggi li vedo straparlare di monopoli, di ostacoli al Wi-Max. Signori, il wi-max lo avete avuto. Le concessioni sono state date. Achievements, please? E’ improvvisamente esploso un nuovo mercato dell’ IT nelle zone prima non raggiunte e oggi raggiunte? Adesso che diverse provincie hanno la WiMax, in queste provincie e’ scoppiato il benessere informatico?Sono diventate la silicon valley? Sono cresciuti gli investimenti? A me non sembra.

Questo e’ l’effettivo sviluppo, ad oggi, del Wi-Max. Ditemi: in quelle province e’ esploso l’ IT, generando milioni di posti di lavoro, quei milioni di posti di cui straparlate sempre? No, non e’ successo UN CAZZO di NIENTE: avete piu’ porno su alcuni PC. Fine.

E allora cosa andate dicendo adesso? Che dev’essere anche gratis. PErche’ se non e’ gratis allora deprime l’ IT e il solito monopolio che vuole alzare i prezzi contro i lavoratori per il complotto dei rettiliani e blablabla.

Una fetta di culo, e vicina all’osso, insomma.

La verita’ e’ che ai tempi della TUT i provider facevano la bella vita, perche’ compravano una trentina di milioni di lire di attrezzature , e la rete ce la metteva telecom. Cioe’ il 99.9999% dell’investimento. Pero’ era malvagia, “perche’ si faceva fare le leggi per avere il monopolio del cavo.LO stesso monopolio che garantiva loro di NON pagare se un cavo si rompeva a casa dell’utente.”

Poi guarda caso il monopolio e’ caduto. Poi e’ arrivata l’ ADSL. La preziosa “concorrenza” ha potuto prima mettere i suoi DSLAM , e poi ha dovuto iniziare a pagare per una porzione della manutenzione che fa Telecom. Risultato: l’80% dei primi provider locali e’ chiuso, non nascono provier locali che fanno ADSL,  i profitti di quelli che resistono sono andati a calare,  e quelli grossi che sono rimasti si guardano bene dal chiedere di potersi occupare con strutture proprie della manutenzione e dell’installazione delle linee: la pagano, ma si guardano bene dal dotarsi di strutture. Chi era che fermava la concorrenza?

La verita’ e’ che ad oggi le aziende che hanno cablato davvero facendosi carico dei costi, dei rischi di investimento E DELLA STRUTTURA, come Fastweb, si contano sulla punta delle dita. Gli altri si fanno carico dei costi, ma non della struttura e neanche dei rischi di investimento. E’ facile cosi’, rane dalla bocca larga.

A proposito, qualcuno sta sperimentando NGN2, oltre a telecom?

Se siete Fastweb , potete parlare. Fastweb ci ha messo il rischio, i soldi e la gente che cabla e ripara. Mi sta bene. Chi altri lo ha fatto? Tele2? Wind?

Telecom Italia ha tanti difetti, e spesso ha anche commesso delle scelte deprecabili. Ma e’ quella che ha investito, e a parte Fastweb e’ anche l’unica ad averlo fatto prendendosi dei veri rischi. Le aziende di telefonia mobile AlMENO hanno investito mettendo i tralicci, e adesso avete l’ HSDPA. No, erano monopoli malvagi, avete voluto la WimAX perche’ cosi’ sarebbe arrivato il paradiso dell’ IT. Li abbiamo visti tutti, i paradisi, dove oggi c’e’ il WimAx.

E adesso, seguaci delle medesime ideologie, volete che sia cablato ancora di piu’. MA sia chiaro, che le malvage aziende non ci devono guadagnare, e GUAI , GUAI se qualcuno OSA portare un telegiornale a casa dell’utente via cavo. Al massimo il cinema, sia chiaro. E solo a chi compra l’ ADSL, non viceversa.

E cosi’, la voce va su analogico. Che per fortuna nella grande maggioranza dei casi e’ anche il doppino dell’ ADSL. la TV va su onda, e adesso su digitle terrestre. Oppure su satellite. La Pay-tv e’ bloccata dalla TV generalista commerciale e non. Il mobile va tutto su onde. Una dispersione degli investimenti pazzesca, come se avessimo fatto le autostrade facendo andare le merci su ferrovia, i turisti in aereo e gli italiani in barca. Per evitare “pericolose concentrazioni”.

L’italia oggi e’ ostaggio degli Opliti dalla Minchia Rosea: un sacro ordine che interviene per combattere il malvagio PRofitto. Le cose vanno fatte “perche’ siamo sotto la media europea”, perche’ “e’ una questione di democrazia effettiva”, perche’ “stiamo perdendo il treno della modernita’”, ma GUAI, GUAI se qualcuno che non e’ “el pueblo unido” ci fa business. No, l’ Oplita dalla Minchia Rosea non tollera questo: Telecom deve darvi le linee gratis, perche’ “e’ stata cattiva in passato”, e la TV deve stare lontana dai cavi e andare su una piattaforma apposita o su satellite “per evitare pericolose concentrazioni di potere mediatico in mano ad aziende come Telecom”, la telefonia mobile non deve convergere perche’ “seno’ diventa il grande Fratello che ti vede ovunque  e fornisce i tuoi dati alle malvage multinazionali”.

Sapete che vi dico: la causa dell’arretratezza del paese siete voi, i “Modernisti”. Perche’ volete solo la modernita’ impossibile, quella fatta senza profitti e senza interessi, una modernita’ di investimenti fatti per la modernita’ e non per guadagno, un’economia asettica nella quale non cresce nulla per paura di sporcarsi le mani con “lo sterco del diavolo”, cioe’ i soldi. Volete l’arcadia, un’arcadia che non esiste neanche negli USA su cui raccontate tante favole, ma nei quali senza milioni di dollari a buttare un provider non lo facevate.(1) Si’, c’erano i cantinari. Costosissimi perche’ affittavano, fatiscenti e tutti rigorosamente falliti dopo i primi due anni.

Ripeto: se volete le autostrade dell’informatica dovete fare come nei paesi stranieri di cui straparlate tanto: permettere al business di chi ha dati da trasmettere di sedersi a tavola. Portare sui cavi la TV, coi suoi ricavi, togliere le parabole dalle case e portare su cavo anche il satellite, e iniziare a convergere anche con il mobile. Lo faranno per fare soldi, si’. E li pagherete voi, perche’ siete CLIENTI, e come pagate il barbiere che vi taglia i capelli, va pagato anche quello che vi muove i bit in giro per il mondo.

Eh, si: non esistono i cittadini delle telco. Esistono I CLIENTI delle telco. Quando si parla di servizi commerciali non esistono “cittadini”, ma solo “clienti”. Internet e’ una rete mantenuta da aziende, aziende che lavorano per fini commerciali.  E quindi non esistono “cittadini” di Internet. Esistono CLIENTI.

Eh, gia’.

Buongiorno, signori. Dormito bene?

Uriel

(1) Allora i farlocchi tirano fuori i primi provider negli sgabuzzini e le aziende nate nel garage. Qualcuno ha le foto di questi sgabuzzini e di questi garage? Beh, dateci un occhio:

wozniak_jobs.thumbnail

Qualcuno sa dirmi quanto cosassero all’epoca quelle strane cosine elettroarcaiche che vedete sul tavolo? E quanto costasse farle? Io ne ho una mezza idea. E quel garage non era cosi’ economico come pensate.

Uriel

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *