Back to market

Un lettore del blog di Yossarian mi chiede di commentare il ritrovamento, da parte della Guardia di Finanza, di titoli subprime per miliardi e miliardi di dollari. In realta’, anni fa avevo gia’ scritto un post a riguardo, per la precisione qui. Quello cui mi riferivo e’ il meccanismo del back to market, del quale vediamo una variante illegale nel sequestro svizzero.

 

Dunque, un passo indietro: la speculazione dei subprime ha messo in giro, si calcola, circa 4000 miliardi di dollari in titoli tossici, che sono ancora a spasso. La stragrande maggioranza e’ nei forzieri della Fed, che ha comprato masse rebelaisiane di merda al prezzo nominale, in modo da sostenere il mercato. C’e’ poi una certa quantita’ di titoli, che si stima intorno agli 800 miliardi di dollari, che e’ ancora a spasso per il mondo.

Vediamo di capirci. Innanzitutto, anatomia del titolo tossico.

Si tratta di un titolo venduto, di solito, per coprire il rischio di aver dato un mutuo per la casa ad una persona che rischia di non pagarcelo. Quando il mercato americano non e’ piu’ riuscito ad assorbire le case che venivano messe in vendita forzata per via degli insolventi, ovviamente il meccanismo si e’ rotto e il valore di questi titoli e’ sceso sotto lo zero.

“Sotto lo zero” significa che se essi valgono zero, ammettere di possederne e’ una maledizione: immediatamente si viene visti come degli appestati. Moltissimi istituti pagherebbero , per avere qualcuno che glieli porti via. E cosi’ fanno. Si tratta di istituti che non possono ammettere di avere quei titoli in casa perche’ magari , non essendo banche del tipo giusto, non erano mai stati autorizzati a comprarli.

Ma qual’e’ il valore reale di questi titoli? Dipende da quando. Oggi valgono pochissimo, e come se non bastasse nessuno ammette di averli. Ma per quanto? Abbiamo detto che quei titoli si riferiscano a mutui a rischio. Bene. Supponiamo anche che il 50% dei titolari di questi mutui sia fallito, cioe’ non abbia mai finito di pagare. E supponiamo che il mercato mmobiliare possa aver tolto il 30% al valore delle loro case, messe sul mercato. Siamo attorno al 67% di perdite.

Se quindi pensiamo ai 4000 miliardi di dollari, essi hanno un valore “fisico”, quando la tempesta si calmera’, che si aggira attorno ai 1.3 00 miliardi di dollari. Allo stesso modo, quegli 800 miliardi di “orfani” hanno un valore che si aggira sui 230 miliardi di dollari.

(sia chiaro, e’ un esempio molto semplice, poi ci sono i derivati e i derivati dei derivati, etc etc, e le perdite sono sovrastimate).

A questo punto, l’affarone e’ evidente: io compro questa merda ad un prezzo irrisorio oggi, togliendo il fardello alle banche con il ripieno di cacca, e tra un paio di anni faro’ il “back to market” di questi titoli, dandogli il valore della reale fisica del mercato, qualcosa come il 33% del valore originale.

In genere, succede una cosa simile a questa: la banca/assicurazion/finanziaria che ha i titoli tossici prende dei soldi buoni e ci crea una SPA non quotata in borsa, che so io Anonima Letame SpA. Lo fa in un paese ove la legislazione lo premette. Dopodiche’, fa un “cambio” e cede a questa societa’ i tossici, in cambio di azioni della Anonima Letame SpA, o di altri titoli emessi dalla Anonima Letame SpA.

Ovviamente rimane la perdita, ma oggi un conto e’ dire “ho 60 miliardi di tossici in casa” e un conto e’ dire “ho perso 60 miliardi per la crisi”. La prima frase produce un crollo di borsa, la seconda un tremolio importante, ma non un crollo. E specialmente, “ho perso 60 miliardi” e’ legale, mentre spesso possedere quei titoli lo era molto meno, diciamo che fosse una vicenda “borderline”.

Cosi’, la nostra banca ha rifilato i tossici alla Anonima LEtame SpA, che non essendo quotata in borsa non ha problemi di immagine, le cui azioni sono di scarsissimo interesse, e della quale (avendo un solo azionista) non frega un cazzo a nessuno.

A questo punto la Anonima LEtame SpA, che cosa fa? Ti fallisce in proprio, cioe’ chiude senza essere insolvente verso nessun fornitore: si trattava di una societa’ che ha la sede in una mailbox del lussemburgo, del resto, che fornitori dovrebbe avere?

Questa “Anonima Letame SpA” fallisce in proprio, la banca accusa un’altra perdita (anche se piu’ piccola) ed esce “pulita” dalla vicenda.

Fallendo in proprio, le perdite finiscono a carico del socio unico, ovvero il socio diventa proprietario di quei titoli. A quel punto, li mette in una cassetta di sicurezza in Svizzera e aspetta 3-4 anni, quando potra’ fare il back to market dei titoli, e vederseli pagare al 30% del loro valore: e’ il “pagamento” che questa persona riceve per aver tolto dagli impicci la banca.

Se la stima di 4000 miliardi di dollari di tossici a zonzo, di cui 3200 circa comprati dalla Fed e gli altri 800 a spasso e’ vera, siccome pochissimi hanno ammesso di avere dei titoli tossici in casa, possiamo pensare che in questo momento nei forzieri delle off-shore (1) ci siano proprio 800 miliardi di dollari di questi titoli.

Qual’e’ il problema?

Il problema e’ che la Fed rimettera’ in circolo quei soldi , facendo a sua volta back to market (ma rimettendoci a spese dell’erario) con una certa lentezza, in modo da non turbare troppo il mercato. I padroni dei tossici, invece, li ributteranno in campo non appena possibile, il che significa che 800 miliardi di dollari di titoli dovranno venire liquidati , con tanto di cedole di rendimento, dagli enti che li hanno emessi.

Questa bomba ad orologeria spiega per quale ragione la Guardia di Finanza sia cosi’ cauta : con ogni probabilita’ ha scoperto la punta dell’ Iceberg di un fenomeno diffusissimo, che comprende sia tossici “ufficiali” (i subprime) sia moltissimi derivati prodotto in questo modo. Il rischio e’ che improvvisamente, a bocce appena ferme, i grandi istituti che hanno emesso questi titoli siano chiamati a pagarli con tanto di cedole di rendimento. E siccome con un rischio alto quelle cedole sono molto alte, in 4-5 anni quei titoli potrebbero tornare a rendere il prezzo iniziale.

Di conseguenza, qualcuno prima o poi si presentera’ dai vari emettitori e senza la delicatezza della Fed gli dira’: “ehi, questi sono i miei titoli. Paga. E subito, che tua sorella mi aspetta nel lettone e mi chiama Papi

Con i risultati che possiamo immaginare, cioe’ un crollo di solvibilita’ da parte degli enti chiamati a pagare.

Questa e’ la ragione per la quale la Finanza ci va molto cauta, e per la quale identificare le offshore che potrebbero nascondere questi titoli e’ una priorita’ di Obama: fino a quando non li avranno rintracciati, saranno delle potentissime mine a zonzo per il mare della finanza.

Uriel

(1) Non e’ che l’accanimento di Obama al G20 verso le off shore fosse casuale, eh?

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