Azovstal

Azovstal

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Vedo un certo scribacchiare isterico dietro alla resa degli Ukraini che si erano asserragliati dentro la sede dell’acciaieria ex sovietica AZovstal. Sono tutti a chiedersi quale sia il vero motivo per quello che loro considerano uno sbaglio, ma nessuno ha il coraggio di chiedersi non il motivo, ma la ragione pratica.

Nell’acciaieria c’erano essenzialmente tre tipi di soldati: i paramilitari (poi riconosciuti dal governo ukraino) del Battaglione Azov, i fanti della Marina ukraina (oggettivamente, un corpo molto ben fatto) e i resti di una brigata di fanteria meccanizzata. Piu’ un tot di volontari della guardia territoriale.

I giornalisti, che avevano gia’ scritto pagine e pagine di epica da pubblicare dopo la loro morte eroica, si sono risentiti: per un mondo come quello occidentale, che attraversa una fase che e’ la MENO epica degli ultimi 4000 anni, quella storia avrebbe dato ciccia ai giornalisti per una o due settimane. Avrebbe alimentato Hollywood per anni. L’EPICA vende, perche’ la cosa che manca davvero alla societa’ moderna.

Ma Zelensky aveva un’altro problema. Perche’ lui pensa al dopo.

Per tutto il mondo, l’Ukraina ha cambiato faccia in pochi mesi. E’ diventata in pochissimo tempo il paese indomito e coraggioso che combatte contro un avversario potentissimo per salvare la liberta’, la democrazia, e mentre che ci siamo anche l’Unione Europea.

In tutto questo c’e’ una macchia: il battaglione Azov e’ un battaglione che ha una cultura di corpo abbastanza peculiare, e cosi’ nazionalista da essere difficile distinguerli da un corpo di fascisti, o di nazisti. SIa chiaro si potrebbe dire lo stesso di molti corpi scelti in giro per l’Europa, e probabilmente anche nel mondo.

Il Battaglione Azov di per se’ non e’ molto grande e non e’ rappresentativo delle forze ukraine, tantomeno della guardia territoriale. Ma legato al battaglione c’e’ un partito. Un partito nazionalista che non esiteremmo a definire fascista.

Nemmeno questo partito e’ grande abastanza da essere rappresentativo, esso rappresenta meno del 2% degli elettori ukraini. Di per se’, irrilevante.

Ma l’Ukraina si e’ appena trasfigurata. UNa nuova storia e’ cominciata. C’e’ un’Ukraina del “prima” e una del “dopo” questa guerra. Una nuova Ukraina sta nascendo.  E il problema e’ che ogni nuova nazione ha un mito della fondazione, (pensate ai “padri pellegrini”, una setta di fanatici incestuosi cacciata dall’ Europa per le loro imbarazzanti pratiche “religiose”, che oggi e’ il mito  fondatore degli USA) il momento in cui sono stati scritti, una volta ed una volta per tutte, i valori della nazione. Meglio se scritti in maniera epica. E se ci sono eroi, tanto meglio.

Ecco, il problema di Zelensky era di non lasciare il mito fondatore della nuova Ukraina al Battaglione Azov. Per ALMENO due buoni motivi, uno ideale ed uno pratico: gli ideali rappresentati dal partito legato ad Azov non sono esattamente “democratici”  e “liberali” nel senso che intendiamo. Il motivo pratico: la nuova Ukraina avra’ delle elezioni, dalle quali i partiti filorussi saranno esclusi. Quindi un parlamento abbastanza vuoto rispetto ad oggi. Se poi facciamo morire da eroi quelli di Azov, il mito fondatore del nuovo paese e’ nelle loro mani: significa che il partito collegato non avra’ solo il 2% dei voti, come oggi.  Potrebbe agevolmente avere la maggioranza solo usando il simbolo di Azov (Il “wolfsangel” non e’ nazista in se’, lo usavano i cacciatori di lupi, e indica la forma della trappola usata per catturarli)

I miti fondatori sono POTENTI.

Che l’Ukraina abbia un mito fondatore di eroi che muoiono eroicamente per difendere la patria  da quelle parti non e’ nuovo, almeno sin dai tempi dello “Slovo ‘u Polku Igorieve” (spero di averlo traslitterato bene), che peraltro e’ il primo documento scritto nella lingua della Rus’.

Comunque, dicevo, che l’Ukraina abbia un mito fondatore fatto di eroi che muoiono eroicamente va bene, non e’ la prima o unica volta che succede: il vero problema e’ che se quegli eroi sono quelli del battaglione Azov, anche l’idea che rappresentano diventera’ fondatrice, e se questo succede l’Ukraina non avrebbe la piu’ pallida chance di entrare in EU, nella NATO, o in qualsivoglia consesso civile.

Inoltre, si trascinerebbero dietro anche il resto delle forze armate: non dimentichiamo che il BAttaglione azov era una minoranza, nell’acciaieria. C’erano i fanti di marina, c’erano gli assaltatori fucilieri: ma nell’olocausto si sarebbe ricordato solo il comandante del BAttaglione Azov. Il resto delle forze armate sarebbe stato trascinato con loro, a meno di non opporsi al mito fondatore nazionale (cosa impossibile per le forze armate) , e specialmente sarebbe stato equiparato, finendo per omologarsi.

La nuova Ukraina nascera’ sicuramente con il mito fondatore di una popolazione di eroi che lottano contro un invasore. Ma non di QUEGLI eroi.


La scelta di Zelensky e’ stata politicamente razionale. I russi stanno cercando una strada onorevole per uscire da quel pantano. Prima o poi se ne andranno da li’ con le pive nel sacco, abbandonati anche dai filorussi del Dombass (aspettate che comincino a piovere bombe sulle case dei filorussi, e vedete) , ma su Zalensky  (o chi sara’ al governo in quel momento) gravera’ la responsabilita’ della nascita , della fondazione o ri-fondazione, di una nuova nazione.

Il momento della fondazione , il momento speciale che produce il futuro dell nazione, il suo moto ideale, parlera’ di eroi che resistono ad un nemico enorme e mostruoso, e lo cacciano indietro grazie al sangue degli eroi.

La responsabilita’ ENORME di Zelensky e’ quella di scegliere quale sangue e quali eroi. Perche’ da questa scelta dipende la fondazione della Nuova Ukraina, e plasmera’ il suo futuro, politico e culturale.

Zelensky ha scelto di NON usare il sangue di QUEGLI eroi. Forse perche’ vuole davvero che l’ Ukraina entri in UE, forse perche’ crede davvero nella democrazia e nella liberta’, o forse solo perche’ e’ ebreo e non e’ mai andato troppo d’accordo con quelli di Azov. Non lo so e non gli leggo nel pensiero.

Ma sinora, togliere il mito fondatore della Nuova Ukraina dalle mani del Battaglione Azov, perche’ si ridistribuisca su tutti quelli che, volontari o meno, hanno combattuto contro i russi, e’ stata forse la mossa piu’ razionale e patriottica di Zelensky.

E pazienza se i giornalisti italiani non potranno passare settimane a scrivere degli eroi dell’acciaieria.

L’ Ukraina e’ piena , di eroi e di martiri. Zelensky ha una vastissima scelta.

Zelensky ha scelto il sangue di altri eroi, per fondare il suo nuovo paese.

Molto piu’ di quanto ci si possa aspettare da un normale politico.


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