Associazioni passatiste.

Prima che mi arrivi un’altra richiesta ove mi si chiede un parere, vado a commentare una notizia delle solite, quelle che si danno durante l’estate: la figa sta finendo, internet sta per crollare, gli italiani hanno perso due centimetri di cazzo negli ultimi 20 anni, la rete mobile collassera’ per colpa degli smartphone.
Innanzitutto, tranquillizzatevi pure. Una delle cose , delle prime cose che uno smartphone fa nell’entrare in rete e’ di negoziare un QoS, ovvero di cercare di stabilire con precisione quanto traffico potra’ ricevere. Questo implica, di per se’, che esista una gerarchia di qualita’ e di preferenze, o se preferite, una lista di priorita’.
La voce, il normale GSM, ovviamente ha la priorita’. E ha la priorita’ per ovvi motivi: innanzitutto perche’ ci si guadagna di piu’, e poi perche’, udite udite, potreste anche essere in procinto di chiamare, che so io, un’ambulanza, la polizia, i pompieri. Il che, come e’ semplice intuire, potrebbe anche essere piu’ importante dell’oroscopo erotico quotidiano inviato attraverso il fichissimo portale zwappz. Ovviamente il paragone e’ solo un esempio per farvi capire che non c’e’ pericolo che la rete “collassi”, ma solo che vi dia poca banda, o nulla, per scaricare porno da internet, allo scopo di farvi ancora telefonare. Ma e’ un rischio MOLTO teorico, perche’ non c’e’ ancora un uso cosi’ grande, se non negli orari di picco e nelle zone ad alta densita’ di popolazione.

 

Premesso che le associazioni dei consumatori o dei “garanti” personalmente le archivio alla voce “come un parassita riesce a trovare uno stipendio senza sapere un cazzo ne’ saper fare un cazzo, per merito di gente cosi’ stupida da essere rappresentata da simili idioti” , ci sono alcuni commenti che vorrei fare.
Muovere un bit sulla rete telefonica costa, fatto 1 il costo del bit via internet, circa 100. Per questa ragione ci sono allo studio sistemi basati su femtocelle domestiche , per questa ragione ci sono i progetti come NGN e NGN2.  Per questa ragione sono nate cose come SCTP/IP , e da qui SIGTRAN, SUA , M2UA ,  e cosi’ via, coi quali ci si propone di veicolare su IP il traffico che prima viaggiava su costosissimi link SS7. La migrazione e’ gia’ iniziata, e richiedera’ tempi nell’ordine dei 12 anni per abolire  (quasi) completamente la vecchia , costosissima, rete.
Il fatto che si tratti di un trasporto cosi’ costoso e’ dovuto al costo enorme delle reti di segnalazione. Se per collegarvi ad internet di solito muovete cinque o sei calcolatori, (considerando anche il DSLAM come tale), per scaricare dati o per rimanere in 3G ne muovete qualcosa come 50 o 60, per via del castello incredibile di protocolli compreso nello stack SS7, piu’ annessi e connessi per la fatturazione, la segnalazione internazionale, quindi siamo a Diameter, CAMEL I, II, III, IV, INAP, e blah blah blah.
Perche’ il costo e’ cosi’ alto, visto che parliamo di calcolatori?
Il costo e’ alto perche’ innanzitutto essi vanno ridondati geograficamente (L’italia di solito e’ divisa in 4 settori, il che significa che ogni apparato viene quadruplicato , o giu’ di li’) , piu’ la situazione di Disaster Recovery. Inoltre, c’e’ una sorta di oligopolio tra produttori di tali dispositivi & software, (NokiaSiemens, Sony, Lucent Alcatel BT(o come si chiama questo pomeriggio), Nortel, etc) , cartello che alza enormemente i costi di questi dispositivi.
Insomma, alla fine spostare un bit via etere costa 100 volte muovere un bit via internet, per questioni di complessita’ architetturale.
Il fatto che costi cosi’ tanto significa, essenzialmente, che il rischio connesso agli investimenti e’ molto piu’ alto. E che, insomma, non e’ come dicono i cialtroni che “si insegue il traffico”, ma si calcola la risposta del cliente e si osservano gli andamenti attuali per fare del forecast.
Con buona pace di AGCOM, le “logiche passatiste” sono semplici logiche di bilancio: se vuoi che io mi attrezzi per vendere dei servizi lo faccio anche, ma poi li compri, ovvero LI PAGHI.
Il problema e’ , pero’, che il cliente si aspetta che la rete mobile sia una seconda internet. Si aspetta cioe’ che sia dominata dalla parola “gratis”. Ma questo, abbiamo visto, non puo’ succedere perche’ muovere i bit costa troppo, troppissimo.
Perche’, allora, all’estero si fa di piu’? Perche’, essenzialmente, quei servizi li usano davvero.
In italia chi usa la rete mobile per navigare si divide in tre grosse categorie:
  • Il possessore di smartphone professionale. In genere ci scarica la posta. Si dividono in tre categorie, iPhoniani , Blackberriani, WindowsMobiliani, a seconda che si attacchino ad un exchange , ad un sistema proprietario di RIM, o ad altri servizi. Sebbene scaricare la posta sia fondamentale per il loro lavoro, il traffico generato non e’ una killerapp della rete mobile.
  • Il professore di smartphone non professionali, ovvero mister “se ho tempo”. Si tratta di utilizzatori ludici , ovvero di persone che quando e se hanno tempo (ovvero in genere fuori dagli orari lavorativi) navigano su diversi servizi, in genere gratuiti.
  • I navigatori da smartkey. Quando usano il PC per lavoro ci mandano la posta elettronica, quando non sono al lavoro sono a scaricare files illegalmente, o usano servizi gratuiti di Internet.
Il problema della prima fascia e’ che legge le email, e/o usa messaggistica istantanea aziendale. Sebbene ci sia valore, questa offerta e’ gia’ coperta: si vendono abbastanza bene gli APN aziendali (TIN e’ quella che ne vende di piu’, insieme/con/per Interbusiness) e i mobile switchboard (qui il leader e’ Vodafone Italia).
Il problema della seconda fascia e’ che fa un utilizzo “spot” della rete, che non riesce ad essere una killerapp. E non e’ proprio una questione di costi, e’ una questione di tempistiche. I picchi sono, regolarmente, nei weekend di bel tempo E nelle ore della prima serata, peraltro inversamente proporzionali ai picchi auditel (se guardi la TV non telefoni).
Il risultato e’, molto banalmente, che la sera faticate moltissimo a trovare banda. Ma il problema e’ che un picco serale non basta a recuperare i costi , perche’ per quasi tutta la notte la rete e’ scarica, e negli orari lavorativi la gente lavora anziche’ cazzeggiare con lo smartphone. (stiamo parlando di utilizzatori non professionali).
I possessori di smartkey. Essi saturano le celle vicine alle principali autostrade e alle principali ferrovie, ma non sono quasi mai dei grossi utilizzatori costanti di banda, nella misura in cui si collegano in orari extralavorativi.

Qui siamo al punto: sebbene nei picchi la rete sia effettivamente satura, la situazione media NON consente di affrontare i costi spaventosi dell’ampiamento del sistema.

All’estero le cose sono diverse? Si.

Per diverse ragioni.

  1. Il 3G e’ l’equivalente di un wireless, ma fornisce un apparato di sicurezza non indifferente, la USIM. La USIM, ricordo, a differenza della SIM permette alla cella di riconoscere il telefono, E al telefono di riconoscere la CELLA.(1) Questo significa che diverse aziende hanno iniziato a smettere di usare i cavi di rete, e a piazzare femtocelle negli edifici. Hanno i vantaggi del wireless (appunto, la mancanza di cavi di cui fare manutenzione regolare) e uno strato di sicurezza hardware aggiuntivo. In Italia, questo manca completamente, questo tipo di collegamento e’ ILLEGALE: non intercettabile.
  2. Densita’ della popolazione. La densita’ media della popolazione olandese e’ di 488 abitanti KMQ. La densita’ media in Italia e’ meno della meta’ (200,2 ab/kmq).E’ abbastanza ovvio il motivo per il quale una rete mobile sia piu’ remunerativa da quelle parti. Per gli stessi motivi di densita’ il mercato mobile e’ piu’ sviluppato in Europa che negli USA, etc etc.
  3. Il numero di servizi. E qui siamo al dunque: il cliente italiano con internet ci si vuole divertire gratis. Pagare per un servizio e’ qualcosa che non vuole fare. La sua cultura telematica si e’ formata su internet, ove domina la parola “free”. Ma la rete telefonica e’ troppo costosa, e se fare un sito web significa prevedere due-tre browser, chi fa servizi per il mobile deve prevedere il rendering per 2/300 diversi tipi di device (ammesso di non voler renderizzare tutto in WML, cosa che rende i servizi orribili a vedersi).
  4. La difficolta’ legislativa di effettuare pagamenti usando una SIM card. La rete telefonica potrebbe trovare la propria killerapp se si consentisse, agevolmente, il commercio elettronico. Volete pagare un cazzo di hot dog alla bancarella? Appena vi avvicinate alla cassa puf, il vostro cellulare paga dalla SIM. Volete pagare al casello? Puf, il vostro cellulare paga. La tecnologia esiste , e si chiama NFC. In mancanza di questa, la conferma via SMS e’ sufficientemente sicura. La verita’ e’ che la SIM e’ una carta di credito perennemente connessa ad un terminale di pagamento. Si potrebbero inventare millanta servizi su mobile. Peccato che ABI non tolleri nulla del genere.
La pura e semplice verita’, signori, e’ che la vostra SIM e’ un conto corrente. E’ un conto corrente maledettamente semplice da usare, che non vi chiede di andare allo sportello, che ha poche spese di mantenimento (rispetto ad un conto corrente), che si ricarica online comprando una ricarica, col quale potreste pagare semplicemente cliccando “ok” al vostro cellulare.
Volete immaginare il futuro del conto in banca? Semplice: la vostra USIM.
Non c’e’ nulla (prelievo, accredito, estratto conto) che un conto corrente faccia e la vostra SIM non riesca a darvi, sul telefono, ovunque, sempre, e piu’ velocemente.
E l’altra verita’ e’ che se non ci fossero questi assurdi limiti e poteste usare la SIM come carta di credito, non avreste alcun bisogno di alcun maledetto conto corrente, di alcuna maledetta carta di credito, di alcuno sportello bancario. Fate GIA’ le stesse cose che fate in banca,  ma quando volete un estratto conto della vostra SIM non fate altro che mandare un SMS, se volete metterci dei soldi vi rivolgete a qualsiasi tabacchino venda “schede” , se volete trasferire soldi pagate una ricarica a qualcuno, se volete comprare, quei pochi servizi che vi lasciano comprare sul “wap”, basta fare click.

Ma non solo: con questo strabiliante conto in banca ci potete telefonare, andare su internet, e se vi chiedono “i dati della vostra banca” non dovete dare ABI/CAB e nonsocche’: basta il vostro numero di telefono.

Allora, ecco il punto:

  • I costi enormi per muovere i bit sulla rete mobile si ammortizzano laddove, a pagamento, si trovano piu’ servizi. Ripeto: a pagamento. Nessuno fa nulla per nulla. Che siano APN aziendali, che siano servizi come “trovami la discoteca piu’ vicina”, che siano i servizi di avviso dei centri commerciali, dei corrieri, delle poste, si tratta di servizi a pagamento che sostengono i costi della rete.
  • Le banche, in particolare ABI, si oppongono ferocemente all’uso delle SIM come metodo di pagamento di merci, servizi, informazioni. Sanno bene che un utente avendo la possibilita’ di pagare con una SIM nfarebbe un solo movimento di soldi al mese, pagando un solo movimento di C/C alla banca, e poi farebbe il resto con la SIM.

Qui c’e’ il punto, ignoto ai piu’:

Ogni tentativo, abbozzato o esplicito, di proporre, insinuare o anche solo immaginare servizi di vendita, pagamento delle multe, pagamento di tasse , pagamento di bollette, pagamento di biglietti del treno (2), qualsiasi cosa, e’ ostacolato, osteggiato, combattuto ferocemente dalle banche, da ABI, dalla lobby delle carte di credito. Esso puo’ essere praticato senza ferocissime rese di conto solo su piccolissima scala. Di tutto il business che si potrebbe fare , e che manterrebbe economicamente  una rete onnipresente ad alte prestazioni, il 99% e’ semplicemente vietato, proibito , ferocemente combattuto da ABI e dalle banche.
Voi direte: e all’estero no? All’estero anche, ma di meno. Le banche hanno PAURA di questo incredibile conto in banca praticamente senza spese con lo sportello sempre int asca che e’ la vostra USIM. Ma qualche concessione in piu l’hanno fatta.
Potete pagare il parcheggio col telefono, se avete uno smartphone che vi geolocalizzi, a pochi KM da qui dove sono. Potete pagare diverse piccole tasse. Potete usarli come badge. Potete prenotarci i teatri. Potete comprarci biglietti aerei.
Ognuno di quei movimenti costa meno di un movimento dal vostro conto corrente, e/o con una carta di credito.
Obtorto collo, le banche e le carte di credito hanno dovuto concedere questa cosa. Ma ognuno di questi servizi per loro e’ una perdita. Anziche’ un solo movimento dalla sim al conto in banca, avreste fatto diversi movimenti con la carta di credito e/o con il conto corrente, avreste dovuto usare dei RID, eccetera.

 

Mi spiace per AGCom, ma la loro miopia e’ pari alla loro incompetenza: una dichiarazione del genere e’ piu’ politica che altro, e serve solo a ricordarci che esiste AGCom. Il problema del mobile italiano e’ molto semplice:
  1. Il costo per bit e’ 100 volte piu’ grande. E il modello di internet non e’ proponibile sulla rete mobile per via dei costi enormi. MA loro non lo sanno, alcuni di loro arrivano a fare affermazioni paradossali tipo “gli SMS non costano nulla alle telco”.
  2. E’ impossibile offrire veri servizi a pagamento, mediante accredito sulla SIM, per l’opposizione strenua di ABI e dei circuiti di carte di credito.
  3. LA densita’ di popolazione italiana NON permette di rientrare di tali costi. Potrebbe permetterlo se avessimo molti piu’ servizi pagabili via sim, ma le banche NON vogliono in nessun modo che transitino altri soldi su quel mercato.
  4. Gli utenti usano il mobile come usano internet, cioe’ usano servizi gratis. Ignari dei costi, (e questo da solo mostra l’incompetenza delle associazioni dei consumatori) pretendono che sul mobile ci siano le stesse condizioni (flat+free) che ci sono sulla rete broadband su cavo.
I signori di AGCOM possono parlare quanto vogliono, ma la logica “passatista” di cui farneticano e’ molto semplicemente una logica di costo, ovvero di bilancio. Poiche’ e’ legata alla realta’ fisica dei costi di infrastruttura, nessuna protesta, decisione politica o altre minchiate potra’ MAI “superarla”.
Se vuole il servizio, il cliente deve pagare. Non esiste alcun “diritto”, e vorrei far presente che gli altri “diritti” di cui si gode non sono gratuiti, ma ci costano una pressione fiscale piuttosto altina. Che avete diritto a spostarvi liberamente per il paese (lo dice la Costituzione), ma l’autostrada la pagate.E avete diritto alle ferie, ma ogni mese pagate INPS.
E quindi, signori, la cittadinanza digitale, anche essendo un diritto, avra’ un costo. Il flat+free si puo’ fare solo perche’ qualcuno paga. Direttamente o meno: l’utente.
Il pasto gratis, come al solito, non esiste.
UPDATE: vedo che degli operatori italiani, l’unico che dice di avere una rete  quasi satura  (per via , anche, delle loro belle station con chiavetta incorporata) e’ Vodafone. E guarda caso, ne approfitta per farci sapere di stare lanciando il proprio NGN. In ogni caso, neanche la rete di Vodafone “crollerebbe.” Semplicemente, andreste lentissimi ma continuereste a telefonare .Ammesso che non succeda gia’ nelle grandi citta’.Il resto e’ enfasi giornalistica di mezza estate. Vi faccio notare con quanta pelosa stupidita’ Repubblica associ al problema di riallocare le frequenze televisive , questo problema. Anche con piu’ frequenze, il costo rimane sempre l’infrastruttura. Al massimo, il governo farebbe cassa. Faccio notare che Bertoluzzo non ha confermato che la rete crollera’, come i sedicenti giornalisti di Repubblica vorrebbero lasciar intendere, ma che il traffico stia crescendo, e non dice di investire contro il collasso, ma perche’ gli utenti abbiano quel che viene loro promesso.
Uriel

(1) Ne fece uso H3 per i suoi telefoni “blindati”.

(2) Immaginate: voi siete sul treno , passa il controllore e vi scala il prezzo dalla SIM.

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