Aspettando la crescita.

C’e’ una vulgata, sia in USA che in Europa, su “quando tornera’ la crescita” che a mio avviso e’ del tutto sproporzionata ed inutile. E’ inutile perche’ e’ assolutamente chiara una cosa: la crescita non arrivera’ MAI, ovvero non arrivera’ mai una situazione economica paragonabile a quella degli anni che chiamiamo “crescita”, e con la quale identifichiamo questa situazione. E’ del tutto stupido chiedersi quando tornera’ la crescita, per la semplice ragione che la crescita, o cio’ che chiamiamo cosi’, non arrivera’ MAI.
Possiamo capire questa semplice affermazione semplicemente ponendoci alcune domande:
la prima e’: quali settori traineranno la crescita?
L’agricoltura in Europa e’ gia’ satura, e la capacita’ produttiva supera il bisogno. Le importazioni avvengono solo praticamente per motivi di prezzo e non di fabbisogno. E’ impensabile che l’agricoltura europea possa assorbire 24 milioni di disoccupati. Nel futuro.

Ci sono i servizi. Ma il mondo sei servizi si poggia su due pilastri: il reddito medio procapite – nel caso di servizi a privati – o la quantita’+dimensione di industrie. Quale di questi due fattori e’ destinato ad aumentare?
Possiamo escludere di essere in vista di un aumento del reddito medio procapite, dal momento che la concorrenza attualmente arriva da paesi che giocano al ribasso sul costo della manodopera. In qualche paese del mondo il reddito medio sta crescendo, ma questo avviene perche’ partono da livelli molto bassi. Sicuramente queste popolazioni potranno godere di un grande numero di servizi alla persona di cui prima non godevano, ma questo non produrra’ lavoro in UE o in USA.
Arriviamo al punto “industria”, ma su questo bisogna essere chiari. Il manufatturiero NON richiedera’ piu’ molta manodopera, anzi iniziera’ a richiederne meno di prima. Proprio nel 2014, data dell’ultimo spostamento della “ripresa”, avverra’ il famoso “sorpasso”, per il quale investire in una nuova tecnologia rende piu’ che investire in manodopera. Il che, essenzialmente, significa che la quantita’ di manodopera va a calare. Persino i cinesi sottopagati oggi sono troppo costosi rispetto ai robot industriali ed alle macchine automatiche.
Come vedete, non c’e’ il settore trainante.
I periodi di crescita sono stati dominati da una essenziale centralita’ delle nazioni investite dalla crescita stessa. Quando la crescita arriva – nella forma che conosciamo- in Occidente, l’occidente possiede tutte le industrie e tutte le tecnologie, il resto del mondo tutte le materie prime. E’ abbastanza ovvio che si sarebbero stabiliti dei flussi commerciali, di cui un flusso centrifugo di commercio di beni ad alto valore tecnologico, e un flusso centripeto di vendita di materie prime.
Se invece osserviamo il mondo di oggi, notiamo subito che la centralita’ tecnologica occidentale e’ rotta col diffondersi della scolarizzazione, e che anche la centralita’ industriale si e’ rotta. Cosi’, non puo’ piu’ succedere che i flussi di materie prime puntino tutti in occidente mentre i flussi di beni finiti puntino tutti verso l’esterno. Che cosa, dunque, dovrebbe produrre la crescita?
Potrebbe essere l’introduzione di un nuovo paradigma tecnologico, come fu internet o l’elettronica, ma non se ne vedono in arrivo. Che cosa, dunque , dovrebbe provvedere alla crescita?
La domanda non e’ per nulla banale, perche’ a chi continua a dire che “la crescita arrivera’ il giorno tal dei tali” sarebbe ora di chiedere “su quali FATTI si basa questa opinione?”. E il punto e’ che di fatti non ce ne sono.
E cosi’ c’e’ un secondo punto che non si prende in considerazione: la scuola del passato, creata in momenti di “crescita”, presumeva un assorbimento completo e totale dei laureati, in qualsiasi disciplina, che sarebbero finiti nel mondo dei servizi qualora non fossero finiti nel mondo dell’industria. Questo si basava sull’idea che il mondo avrebbe funzionato sempre allo stesso modo: occidente al centro, flusso centripeto di materie prime e prodotti a bassa tecnologia, flusso centrifugo di prodotti lavorati e di tecnologie.
Che cosa succede ora che finisce questo schema? Succede che si scopre che negli ultimi 10 anni si sono prodotti principalmente laureati inutili, e persone che il tessuto produttivo non sa come utilizzare. Queste persone troveranno lavoro, in futuro?
No, MAI.
Esistono due possibilita’ per fare in modo che queste persone trovino lavoro: dato che abbiamo detto che l’eta’ pensionabile si alza, quello che possiamo fare e’ fare in modo che essa arrivi gradualmente. Iniziare  a dire che anziche’ in pensione a 60 anni ci vai a 70, ma dai 60 ai 70 fai un part time, con meta’ pensione + meta’ stipendio, e dividi il posto con un giovane da inserire.
Un altro palliativo e’ quello di diminuire il numero di ore lavorate per distribuire il lavoro su tutti. Si tratta di fatto di una politica dei redditi che alza il costo orario del lavoro, a meno di non abbassare anche gli stipendi e fare una politica dei redditi al contrario.
Ma il punto vero e’ che il mondo sta tornando alla normalita’. E la normalita’ e’ quella di uscire da una visione ove l’occidente e’ al centro e il resto del mondo attorno, in uno schema convettivo che porta le risorse verso il centro e i prodotti verso la periferia, e passare ad un mondo multipolare, che lavora in uno schema a grafo.
Che cosa significa lavorare in uno schema commerciale a grafo?
La prima cosa che notiamo di un digrafo orientato e colorato e’ la non-polinomialita’ del suo svolgimento. Significa che un commercio lasciato a se’ stesso, e non regolato, in un mondo multipolare diventera’ automaticamente mostruosamente inefficiente.
Che cosa significa inefficiente? Beh, se partiamo dalle seguenti assunzioni:
  • Un sistema commerciale funziona bene quando la probabilita’ che lo scambio avvenga possono essere calcolate semplicemente calcolando il rapporto tra costi e benefici.
  • Un sistema commerciale funziona bene quando le quantita’ scambiate sono in equilibrio, altrimenti una delle fonti si esaurira’ nel tempo, impoverendosi.
  • Un sistema commerciale funziona bene quando le risorse, sia la liquidita’ usata per i pagamenti che le merci scambiate , possono essere riusate immediatamente.
ottenete subito che una situazione di cattivo funzionamento del sistema commerciale coincidera’ con:
  • Prezzi oscillanti e non corrispondenti al rapporto tra domanda e offerta. Carenze improvvise e abbondanze distruttive, senza che vi sia una causa nel rapporto tra domanda e offerta.
  • Enormi sbilanciamenti nelle partite correnti.
  • Accumulo di risorse in oligopoli, che sono cosi’ grandi da non riuscire mai ad investire davvero ne’ le plusvalenze accumulate ne’ a distribuire le merci con efficienza.
Questo e’ cio’ che sta effettivamente avvenendo al sistema mondiale, per cui possiamo considerarla una ipotesi (ipotesi!) di lavoro: trasformandosi in un digrafo orientato e colorato, il commercio mondiale va incontro ad una catastrofica inefficienza, legata principalmente alla non-polinomialita’ di qualsiasi gioco si svolga in tale ambito. 

Nessuno puo’ essere efficiente in questa situazione. Alcuni accumuleranno liquidita’ in quantita’ enormi, tali da 
non poterle nemmeno investire davvero, altri accumuleranno risorse che non riescono mai a vendere davvero perche’ il numero di fattori in gioco e’ troppo alto.

In queste condizioni, anche ammettendo che ci siano crescite lineari e un progresso tecnologico che avviene con una regola di secondo ordine (il doppio di tecnologia produce il quadruplo di applicazioni) , la complessita’ esponenziale del grafo commerciale divorera’ nella sua inefficienza qualsiasi progresso. A meno che non si inventi una forma di progresso tecnologico di crescita esponenziale, cosa che non si vede all’orizzonte, l’inefficienza intrinseca di un commercio organizzato come un digrafo colorato ed orientato produrra’ un bilancio in negativo.  Non si puo’ sconfiggere una legge matematica, e se una cosa e’ NP, prima o poi presentera’ il conto. 

Se tutto quel che avete da offrire e’ una crescita lineare o anche di secondo ordine, durerete poco. Storia gia’ scritta.

Perche’ questo ultimo pensiero? Perche’ se non ci sara’ crescita nel senso tradizionale di aumento del valore, quello che si puo’ ottenere e’ un aumento del REDDITO, e si puo’ ottenere proprio lavorando sull’inefficienza del commercio mondiale, inefficienza che oggi divora quantita’ enormi di risorse. Reperire una risorsa oggi e’ frutto di una operazione che nella gran parte dei casi e’ inefficiente. Prendiamo per esempio uno che voglia comprare una commodity mineraria. Ci sono due casi:
  • La commodity e’ libera da un grande oligopolio. In tal caso la si reperisce in qualche posto, e la probabilita’ di trovarla ad un prezzo efficiente decresce con il quadrato del numero di posti, e con un esponenziale del numero di passaggi necessario a trattare la risorsa (spostamenti logistici nello spazio, filiera di lavorazioni di base, possibili percorsi alternativi, numero di stakeholders) . Difficilmente si realizza un equilibrio vantaggioso.
  • La commodity e’ gestita da un grosso trader. In tal caso, la situazione e’ di monopolio o di oligopolio, ed il prezzo non soddisfa piu’ un equilibrio tra domanda ed offerta. In tal caso, non c’e’ un equilibrio vantaggioso.
  • La commodity e’ gestita dal mercato finanziario, come nel caso dei futures. In tal caso il numero di stakeholders e’ teoricamente infinito, la complessita’ dell’interazione e’ enorme, e le probabilita’ che il prezzo corrisponda all’equilibrio tra domanda ed offerta sono minime.
In pratica, quello che sta succedendo al mondo intero e’ che se il PIL mondiale comunque cresce e apparentemente la produzione industriale cresce, la popolazione si impoverisce. Come si impoverisce? Si impoverisce perche’ il commercio e le relative rotte sono passate da una serie di flussi tutto sommato polinomiali a flussi dai costi piu’ che polinomiali. Anche se si producesse una crescita simile ad una parabola di secondo ordine, non si riuscirebbe a compensare la crescente inefficienza del sistema.
L’unico modo per ottenere la crescita non e’ la deregolamentazione voluta dal WTO, ma la regolamentazione stretta dei flussi commerciali. Oggi come oggi, le regole del WTO, e l’idea di commercio libero, sono il principale OSTACOLO alla crescita dei redditi.
In un sistema di scambi che funziona, l’equilibrio microscopico e quello macroscopico si allineano all’equilibrio tra domanda ed offerta, il che significa che ogni attore (il singolo uomo come il singolo stato) trova cio’ di cui abbisogna al prezzo che puo’ pagare. Quando la situazione reale si allontana da questa situazione, il sistema di scambi e’ EVIDENTEMENTE inefficiente. In tal caso, qualcuno ha molto piu’ di quanto domanda , e qualcun altro non trova le risorse ad un prezzo che possa pagare (offerta e domanda divergono).
Potremmo usare un modello vettoriale nel campo complesso per rappresentare questa situazione, e rappresentare con un vettore complesso l’accaduto. Se rappresentiamo la domanda come un G =  A+iB e l’offerta come un Z = C + iD, con A come il prezzo che si puo’ pagare e B il costo logistico per raggiungere il fornitore migliore, e allo stesso modo C come il prezzo offerto e D come il costo logistico per raggiungere il cliente migliore, un vettore dell’inefficienza W sarebbe uguale a G – Z , e come possiamo facilmente immaginare, il modulo di W puo’ crescere enormemente anche se di per se’ A e C sono assolutamente in equilibrio perfetto. 

Troviamo quel che vogliamo al prezzo che vogliamo, ma l’inefficienza uccide lo scambio.

Spostato cosi’ il problema nello spazio delle fasi, quello che otteniamo e’ che il sistema sta bene in equilibrio solo se B e D sono piccoli e specialmente di dimensioni simili. Per quanto esista un equilibrio dei prezzi, la componente logistica puo’ causare enormi inefficienze.

Appiattire questo modello sull’asse dei reali significa essenzialmente ridurre la dimensione delle inefficieze, svolgere il grafo e creare delle “scorciatoie” non monopolistiche nella gestione del commercio. Il che significa evidentemente uscire dalla situazione di totale deregolamentazione, e iniziare a progettare il commercio mondiale come un sistema di flussi strutturati e razionali.

Il mercato, cioe’, non e’ la risposta , perche’ nessuno dei suoi giochi (nemmeno quello di Nash) e’ polinomiale.(1) I liberisti se ne facciano una ragione, essi NON SONO la soluzione, semmai sono il problema.
Cosi’, torniamo al problema: non ci sara’ alcuna crescita, non tanto perche’ mancheranno nuove tecnologie o mancheranno ordini all’industria, ma perche’ passando da uno svolgimento tutto sommato polinomiale (occidentocentrico) ad uno svolgimento non polinomiale (multipolare), l’inefficienza del commercio non regolato divorera’ qualsiasi vantaggio.
Per cui, sarebbe meglio essere onesti e smettere di cianciare di crescita: o si regolano i mercati, o non si va da nessuna parte.
Uriel
(1) E’ provato matematicamente. Come se l’avesse detto Dio, ma piu’ sicuro: 

 

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *