Arancia Meccanica e il mito della “rieducazione”

Arancia Meccanica e il mito della "rieducazione"

Arancia Meccanica e il mito della "rieducazione"

Ricevere commenti sull’ortodossia della mia lettura di “Arancia meccanica” (nello scorso post) mi ha lasciato perplesso, e non riuscivo a capire sotto quale profilo politico inquadrare la cosa, quando ho letto una notizia:

Complimenti alla sciarpa in Titanio.

E qui capisco il problema: Arancia Meccanica e’ un film imbarazzante, e va quindi “incistato” dalla solita “critica” (cioe’ va impiattato) in modo da farli dire cose che non voleva dire, e specialmente di NON fargli dire quello che voleva dire. Ed e’ imbarazzante perche’ va a toccare un dogma tipico delle sinistre, il mito della “rieducazione”.

“Educare” e “rieducare” e’ il mito della sinistra , sia storica che moderna. Essi erano cosi’ infarciti dall’ideologia da attribuire all’ideologia stessa dei poteri magici, come quello di trasformare un normale essere umano in un “uomo socialista”, una nuova varieta’ di uomo che avrebbe visto la luce nei paesi a socialismo reale. Insomma, l’ideologia era la nuova fede, la quale aveva il miracoloso potere salvifico, come quando l’Innominato si converte e diventa una persona diversa per via del pentimento.

Ma una volta adorata l’ideologia, e una volta attribuita all’ideologia stessa lo stesso mitologico potere attribuito alla fede, cioe’ di trasformare un mafioso in un uomo pio, allora perche’ non pensare di applicare il metodo sui detenuti, e trasformarli?

Cioe’, se basta essere educati alle idee socialiste per passare da uomo decadente e dedito ai vizi borghesi ad “uomo socialista”, perche’ non pensare che esista una qualche ideologia, una qualche teoria, idea, educazione capace di prendere un criminale e trasformarlo in una persona perbene?

Il frutto di questa assurda credenza magica e’ il mito della rieducazione dei criminali. Secondo questo mito il criminale,  una volta esposto ad esperienze salvifiche dal potere miracoloso, diventa automaticamente persona degna.

E il problema viene quando fai presente che questa cosa fallisce clamorosamente in ogni luogo del pianeta ove la si applichi, dal momento che i tassi di recidivia sono altissimi. Vi verra’ risposto che la costituzione dice che la pena deve servire al reinserimento: se lo dice la Costituzione sara’ vero, e meno male che la Costituzione non dice che le mucche volano, altrimenti saremmo a scansare merde da cinque chili ciascuna che ci piovono dal cielo.

Questo dogma, il dogma della rieducazione, cozza palesemente con la realta’, ovvero il fatto che esistono individui non rieducabili. E il caso di sopra e’ solo uno dei tanti esempi di personaggi che arrivano in carcere, gli si dice “se vuoi uscire devi dire questo e quello e fingerti pentito dicendo cosi’ e cosa’” e a quel punto un giudice di sorveglianza (sacerdote del taumaturgico potere di “rieducare”) si convince di aver compiuto l’ennesimo miracolo, e vengono lasciati uscire.

La sinistra cattocomunista e’ cosi’ intrisa dal dogma della rieducazione che Arancia Meccanica gli e’ sempre stato indigesto: eppure, il film e’ tristemente profetico.

Allora spieghiamolo: il film ha, essenzialmente, tre fasi. E parla di un sistema estremamente violento che si sforza di recuperare i delinquenti; e’ implicito che il sistema sia violento PERCHE’ si sforza di recuperare i delinquenti, ma questo si capisce alla fine. Ma andiamo per gradi: le tre fasi, dicevo.

  1. La prima fase, in cui si mostrano i soggetti dell’esperimento di rieducazione PRIMA della rieducazione. Si tratta di una banda di balordi che passa la vita a drogarsi e commettere violenze gratuite, per il puro piacere sadico di farlo. In genere l’uomo della sinistra arriva solo a questo punto: alla scena dello stupro si fa la sua sega, e a quel punto il filmino porno e’ inutile e lo ferma.
  2. La seconda fase, quella della rieducazione in se’: usando un improbabile sistema pavloviano , Alex viene rieducato. A quel punto viene rilasciato, e le sue vittime che lo riconoscono , si vendicano mostrando di essere uguali ad Alex, e di comportarsi allo stesso modo . La differenza tra loro ed Alex e’ di giocare nella squadra vincente o meno. Quando possono comportarsi come Alex, infatti, e’ quello che fanno. Il primo messaggio di questo film e’: in una societa’ che crede nella repressione e nella rieducazione, VITTIME E CARNEFICI PIANO PIANO DIVENTANO UGUALI.
  3. L’ultima fase e’ quella in cui tutto si ribalta.Dopo un “eccesso di vendetta” Alex perde il condizionamento, i suoi compagni sono diventati tutti poliziotti. Per una questione di convenienze politiche, il politico che sponsorizzava la rieducazione pavloviana di Alex deve dargli quello che vuole, e Alex chiede di poter diventare Capo della Polizia, per poter fare quello che faceva da criminale (violenze e stupri) ma con la copertura della legge. Il secondo messaggio del film e’: in una societa’ che crede nella repressione e nella rieducazione, gli addetti alla rieducazione e i rieducati diventano uguali, e anzi sono le stesse persone.

Questi due messaggi sembrano estremi, ma provate a guardare qui:

Ludovico Van in azione.

L’idea che il film propaga e’ semplice: il criminale violento, specialmente se psicopatico, sara’ sempre attratto dal sistema che “rieduca”, per la semplice ragione che:

  1. Il sistema “che rieduca” ha bisogno di un fortissimo braccio armato.Se al nostro criminale violento e sadico piace la violenza brutale, non deve fare altro che entrare a far parte delle forze dell’ordine, e potra’ esercitare la violenza rimanendo impunito.
  2. Il sistema “che rieduca” ha bisogno di torturatori, di confessori, di inquisitori, e di persone addette all’espiazione. Se il nostro criminale psicopatico desidera un tipo di potere piu’ intellettuale, un tipo di violenza meno fisico ma piu’ invasivo, se desidera un esercizio della prepotenza piu’ spirituale, non deve fare altro che entrare nel sistema “che rieduca”.

Possiamo nominare Federico Aldrovandi, Cucchi, e molti altri, sino ai piu’ recenti:

Arancia Meccanica e il mito della
Ho detto, appunto, “torturatori”

Tutto questo succede per una ragione semplice: il sistema “che rieduca”, oltre a non rieducare affatto, non fa altro che attrarre persone che sono fatte della stessa sostanza del delinquente. Esisteranno, a regime, due carriere criminali per questo tipo di persone:

  1. Se la persona non si accorge delle proprie tendenze o non le pianifica, diventera’ un criminale. Magari poi finira’ in carcere, dove stringera’ amicizia coi secondini, perche’ in ultima analisi li riconosce come suoi uguali. Ma ormai e’ tardi per diventare come loro.
  2. Se la persona sa che cosa vuole, sa che genere di istinto sadico vuole esercitare, puo’ pianificare la propria carriera di criminale violento rifugiandosi in un’area ove sa di rimanere impunito.
  3. Una volta dentro, sa che rimarra’ impunito solo se anche i suoi colleghi e i suoi superiori sono come lui. Si formeranno, per cooptazione e aggregazione, delle tacite gerarchie di criminali in divisa, appoggiati da dirigenti-inquisitori che tutto sommato approvano la cosa, ma non coltivano la stessa libidine per i metodi, e tutto il sistema sara’ gestito dalle stesse persone.

Una volta che l’intero sistema poliziesco/carcerario e’ fatto da persone che sono eticamente indistinguibili dal delinquente, arriva la trasformazione sociale, e le vittime diventano uguali ai carnefici. E allora succede che qualcuno finisce in carcere per aver sparato ad un ladro in fuga dal balcone mentre il ladro era in strada (peraltro, a rischio di colpire qualche passante).

Arancia Meccanica e il mito della

Ed e’ questo il messaggio tristemente profetico del film: un sistema poliziesco che si proponga di “rieducare” prima diventa una cosca malavitosa perche’ attira tra le proprie fila quelli che vorrebbe rieducare, e poi trasforma la societa’ in un sistema ove tra vittime e carnefici non v’e’ alcuna differenza etica.

Questo rende Arancia Meccanica uno dei film piu’ INDIGERIBILI al cattocomunista, che deve impiattarlo bene prima di poterlo vedere (dal momento che i film di Kubrik erano destinati a loro) , onde rimuovere il messaggio che urta il dogma.

Perche’ se ci pensate, se non e’ possibile rieducare la persona attraverso un messaggio o un insegnamento, allora messaggi ed insegnamenti non hanno potere, e se non hanno potere, se non e’ possibile o conveniente “rieducare”, allora forse non e’ possibile neppure educare, e se non e’ possibile educare,

ALLORA L’IDEOLOGIA NON HA ALCUN POTERE.

E questo , per l’uomo cattocomunista, basta per gridare all’eresia.

 

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