Apologetica.

Sto venendo bersagliato di fastidiose email riguardanti il fatto che io avrei parlato male del “sacro estero”, luogo paradisiaco nel quale ogni cosa va bene e va meglio, ovvero della Germania. Bene. Il concetto di base e’ che io riferisco quel che vedo, e se osservate la mia precedente visita lavorativa in Germania (che riporto nel vecchio blog, che risale a 3 anni fa) mi aveva lasciato impressioni molto diverse. Il fatto che allora mi sia sembrata un posto splendido e oggi io verifichi alcuni meccanismi “malati” puo’ significare diverse cose, ma una cosa e’ certa: rispecchia cose che vedo e sento.

E’ vero che la media dei tedeschi sia piuttosto gentile. Ma “gentile” non significa nulla. So per esperienza che il solo fatto che una persona sia gentile con te non ti dice molto sulla sua opinione, ma solo sul modo che gli e’ stato inculcato riguardo a come trattare quelli come te. Io posso insegnare a mia figlia ad essere molto gentile coi negri di merda, anche se puzzano. E lei lo sara’. Ma continuera’ a pensare che i negri puzzino, ed e’ solo quando un ragazzo di colore chiedera’ di sedersi accanto a lei che potra’ realizzare le sue convinzioni in materia. In definitiva, quindi, non credo che la gentilezza sia una discriminante, sino a quando non ho stabilito cosa ci sia dietro.

Cosi’, e’ nel momento in cui si passa dai formalismi ai fatti, che si notano le cose. Sono diverse piccole cose, ma pesano.

Ad un certo punto , visto che continuavo ad ammalarmi per la differenza di clima, ho cercato un dottore. Poiche’ ci sono dottori di ogni nazionalita’, ho cercato un dottore che parla italiano. Se devi esprimere un disagio qualsiasi, meglio farlo in una lingua ove puoi parlare di sfumature. Bene. Peccato che il piu’ vicino sia a 40 km. Ora, qual’e’ il problema? Che c’erano una mezza dozzina di medici giapponesi, diversi coreani, spagnoli (almeno, il cognome sembrava tale) , eccetera.

Cosi’ la cosa mi ha insospettito, e ho notato una cosa: dentro il corrispondente delle pagine gialle locali, in tutte le professioni che sono considerate “upper class”, ci ho trovato pochissimi, pochissimi, pochissimi italiani. Questo e’ un tratto peculiare della Germania, perche’ per esempio non succede in UK, per dire. E persino in Irlanda (ove ci sono meno italiani emigrati) ho trovato un medico italiano. Quindi no, e’ un tratto caratteristico della Germania, e non direi la stessa cosa dell’ Inghilterra o degli USA perche’ so che non e’ cosi’.

Ovviamente il solo nome non mi garantisce che la persona parli italiano; ma se dovessi cercare un medico che parli italiano farei cosi’; con ogni probabilita’ in una citta’ di 800.000 abitanti americana troverei decine di Scancello, o di Lonero, tra cui dei medici ma nessuno di loro parlerebbe italiano. Lo considererei, comunque, un BUON segno: significa integrazione riuscita.

Non riesco a vedere i segni di tale integrazione qui. Quando ne ho parlato, ho ricevuto una risposta agghiacciante: gli studenti italiani non arrivano alla laurea quindi ci sono pochi medici italiani. E perche’ non arrivano alla laurea? Perche’ ovviamente la scuola tedesca richiede performance piu’ alte di quella italiana. Probabilmente ho incontrato un idiota: rimane il fatto che vivo tra la loro “upper class”, e se questa opinione e’ diffusa tra quelli piu’ colti…

Altri fatti che ho notato e’ che troppo spesso dei miei pari, consulenti quanto me, trovino naturale darmi degli ordini nonostante non vi siano motivi gerarchici per farlo. Ovviamente la cosa non mi stupirebbe se lo facessero anche con altri, ma lo fanno sistematicamente con gli italiani. Ora, che cosa fa pensare ad un tedesco di poter dire cosa fare a qualsiasi italiano? Boh. Ma rimani amareggiato. Esattamente come quando ti vengono a spiegare l’ ABC del tuo lavoro, con l’aria di chi sta in cattedra e ti dice chissa’ cosa, e noti che lo fanno solo con gli italiani. Immaginate una persona che vi sipega ogni volta che dovete attaccare il PC alla corrente e accenderlo per poter stampare. Alla prima e’ un bello scherzo. Alla seconda gli dite che lo sapete. Intorno alla ventesima ti girano i coglioni. E se vedi che lo fanno solo con gli italiani ti girano le palle.

Mi capita di andare a comprare da Saturn un lettore Mp3. Nella ordinatissima fila, due passi avanti una signora paga con la sua bella Visa. Arriva il mio turno, e no, tu paghi cash. Perche? Prche’ il lettore e’ rotto. Gia’. Ma la persona prima di me, tedeschissima, ha pagato con la sua bella VISA.

Di per se’ sono cazzate. Immagino di stare provando l’amarezza che provano albanesi o romeni in Italia, e anche molto leggere. Ma alla lunga essere sempre quello che paga cash ti rompe le palle.

Cosi’ come io pago 980 euro per un appartamento, arriva la collega che parla anche tedesco, telefona lei all’agenzia e per lei fanno 650. Lo so benissimo, l’albanese medio in Italia subisce di peggio. Sono cose, pero’, che ti portano a chiederti se davvero faresti crescere tua figlia in un posto.

Stessa cosa per la collega che parla tedesco da madrelingua, ma ha un cognome italiano, e mi dice che non viene promossa perche’ “il suo tedesco non e’ abbastanza buono”. Ovviamente l’azienda non si mette nelle condizioni di dire , che so io, che sotto l’equivalente locale del toefl non puoi e sopra puoi. E’ una scusa. Una scusa gentile.In questo senso inglesi e americani sono migliori: ti dicono che serve il toefl, o il cambridge tot, e se porti il certificato (e parli bene) sei ok. Qui no; perche’ devi parlare bene tedesco, ma nessuno quantifica QUANTO bene. Questo e’ quello che vedo.

E’ come se io insegnassi a mia figlia ad essere gentile coi “negri di merda” anche se puzzano: ovviamente,  quando un ragazzo di colore chiedesse di sedersi accanto a lei,  troverebbe una scusa gentile per alzarsi, dicendo magari che ha un appuntamento, e magari sorridendo. La prima volta il ragazzo ci crederebbe. Quando dieci ragazze hanno sempre un appuntamento di cui si scusano tanto, i ragazzi di colore inizierebbero a notare qualcosa. Ecco, sta succedendo qualcosa del genere. Inizio ad accorgermi delle casualita’. Del fatto che sono l’unico a dover esibire la mia carta di identita’ per pagare con AMEX da Kaufhof. Come mai?

Per questo dico: sono gentili, ma attenzione. Quando si arriva alle cose ove conta la sostanza piu’ della forma, tedeschi con tedeschi e italiani con italiani.

Per quanto riguarda la vicenda FIAT , mi sarebbe piaciuto commentarla sul mero piano industriale. Ho un abbonamento TV via cavo con unitymedia, che mi da’ svariati canali locali, alcuni tradotti in inglese, altri sottotitolati. Due sono addirittura tradotti in italiano. Niente da dire.

Ma non sono riuscito a trovare, su questi canali, discorsi razionali. Ho visto interviste a persone festeggianti di Berlino, e nessuna di queste ha dichiarato il vero. E cioe’ che le garanzie ai lavoratori durano ben 18 mesi, quanto il piano industriale presentato. Se avessi visto o sentito qualcuno spiegare per quale cazzo di motivo 18 mesi sono belli , forse avrei commentato diversamente.

Ma io ho visto e sentito solo gente che festeggiava perche’ opel parla ancora tedesco, perche’ opel e’ ancora tedesca, e la ragione e’ che Magna sia stata rappresentata da un portavoce austriaco. Tutto qui. Non ho visto (quando ho visto il professore commentare Berlusconi l’ho riportato ,e non mi sembra di averne parlato male per principio) alcun approccio razionale al problema, ma solo un approccio schifosamente nazionalista, intriso di un senso di superiorita’ che conosco bene.

Tutto qui. Sul piano razionale, il business plan di Magna e’ delirante, e le “garanzie” ammontano a 18 mesi. Opel non raggiunge i 6 milioni di pezzi, il che la condanna nel medio e lungo termine. Non riesco a capire il “bene” rappresentato per la Germania , quando semplicemente unendosi a FIAT avrebbe fatto parte di un gruppo che almeno disponeva (perlomeno in linea teorica) della massa critica ritenuta necessaria; cosi’ questo non succede. Dov’e’ il “bene”? Il tono nazionalista della cosa , che mette la germanicita’ prima di tutto, sembra parlare chiaramente. Se poi ci si mette anche un ministro a dire che Magna e’ stata scelta perche’ di automobili ne capisce qualcosa, beh: non riesco a non leggerlo senza pensare ad un insulto contro FIAT. Qualcuno di voi ha una Magna in garage?

Cosi’ mi spiace: continuo a raccontare quel che vedo Quando vedo cose che mi piacciono lo dico. Quando vedo cose che NOn mi piacciono , lo dico.

Mi piacciono i tedeschi? Alcuni. Mi piace la working class, ma mi rendo conto che dal punto di vista del fighetto di Duesseldorf , si tratti di “white trash”. Cosi’, se entro  che so io in un locale ove si gioca a carte sui tavoli e si ascolta questa gente qui, probabilmente mi divertiro’ e staro’ bene , come ho fatto esattamente ieri sera. Ma devo anche dirti che il termine col quale viene indicata quella gente, cioe’ i tamarri locali, e’ “prol”, da proletario. E questa e’ la loro mappa dell’umanita’: “prol” e’ un dispregiativo. E no, se sei italiano e cerchi di entrare qui, c’e’ un dress problem. Comunque tu sia vestito. (e non ci vuole molto a vestirsi meglio di loro). E no, all’universita’ ho fatto il buttafuori per anni, e so benissimo che cosa sia un “dress problem”. E’ ancora una comoda scusa.

Cosi’ mi spiace, ma sono troppo ancorato alla realta’ quotidiana per lasciarmi andare agli ideologismi. Sicuramente , lo ripeto, i tedeschi sono gentili. Le persone di origini modeste o comuni sono splendide. Ma quando vai attorno alla classe dirigente, ai ricchi, quando vai a vivere in un quartiere ove ti capita di avere di fronte  a casa un’agenzia cosi’ perche’ e’ un quartierino trendy,  e ti rendi conto  di come la pensa “il meglio”, beh, non mi piace per nulla.

In quasi tutta Italia posso subire, da straniero, anche di peggio di dover pagare cash. Lo so. Ma in Italia ho il conforto di potermi rifugiare nelle classi piu’ colte , e sapere che credendo nel progresso posso credere che prima o poi la provincia venga civilizzata. Persino a Milano, citta’ che odio, parlando con le persone piu’ colte si incontrano persone molto diverse dalla media. Normalmente migliori. Ma qui, vedo la gente comune splendida e le classi colte e ricche fanno schifo, e molti rampanti ragazzini che pensano a raggiungere il livello di stronzaggine della upper class. Quello e’ il loro esempio.

E credendo nel progresso, riesco ad immaginare cosa succeda ad una nazione che ha questa gente come modello.

Mi spiace, ma nel corso di 3 anni ho cambiato molto idea sulla Germania. Forse e’ perche’ giro per le zone “bene” di una citta’ “bene” come duesseldorf, non lo so. Ma Francoforte non mi sembra diversa. Ho notato come le persone “comuni” siano molto diverse, e per comuni intendo le classi sociali meno abbienti.

Sono gentili, lo so. Ma se uno e’ gentile con qualcuno che ritiene inferiore, la gentilezza e’ bella solo nei primi mesi. Poi vedi cosa ci stia dietro. E non ti piace proprio.

E fnche’ questo e’ il mio blog, questo e’ uanto scrivo. Se non vi sta bene, siete pregati di andare affanculo altrove.

Uriel

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