Ancora farlocchi finanziari.

Quando scrivo di questioni economiche usando una tecnica di sintesi razionale , immancabilmente mi arrivano qui dei farlocchi a recitare le proprie convenzioni. C’e’ un piccolo problema con tutto questo: e cioe’ che una convenzione che non corrisponde alla realta’ storica, cioe’ materiale, non e’ altro che una superstizione. Per esempio, un farlocco e’ venuto qui a dirmi che nei bond, a suo dire, ci sarebbe una parte che e’ “risk-free”, la quale parte sarebbe , a suo dire, “garantita” dal meccanismo dei bond. Questa e’ effettivamente una convenzione in uso nel mondo della finanza, lo stesso mondo della finanza che ha causato il credit crunch, per capirci. Andiamo a vedere per quale motivo si tratti di una sciocca superstizione priva si senso fisico.
Facciamo un esempio di rischio economico materiale.
Io entro in un negozio e chiedo una pera. Il negoziante me la da, e dopo vado alla cassa a pagare. Cerchiamo i rischi nel processo:

  • Nel chiedere una pera chiedo l’apertura di un contratto di diritto civile, e sin qui nessuno rischia.
  • Quando il negoziante mi da’ la pera, e fino a quando io non vado a pagarla alla cassa, il rischio E’ DEL NEGOZIANTE. Materialmente, rischia che io fugga senza pagare.
  • Quando ho pagato la pera, il negoziante non rischia piu’ nulla.
Possiamo supporre un ciclo diverso: io vado alla cassa, pago (come si fa in alcuni bar) e poi vado al banco a ritirare quanto dovuto.
  • Nel chiedere chiedo l’apertura di un contratti di diritto civile anche se non cartaceo, e sin qui nessuno rischia.
  • Quando ho pagato, rischio il mio capitale sino a quando non ho ricevuto la merce. Il bar potrebbe incendiarsi improvvisamente e io uscirei dopo aver pagato ma senza il mio cappuccino.
  • Quando ho ricevuto il cappuccino allora non rischio piu’ niente.
Questi sono rischi materiali. Dico materiali perche’ esistono a prescindere dalle convenzioni. Voglio dire che nel primo caso il negoziante e’ proprietario dei miei soldi , leggi alla mano, sin dal momento in cui mi ha dato la pera. Nel secondo caso, io possiedo un cappuccino sin dal momento in cui l’ho pagato.
Ma in entrambi i casi, esiste il rischio MATERIALE di non vedere il cappuccino, o di non vedere i soldi della pera.
Ovviamente il potere militare dello stato (se accetta di intervenire per cifre cosi’ basse) mi tutela in entrambi i casi, ma mi tutela SOLO se e quando accetta di intervenire. Ovvero nel caso di cifre molto piccole, ovvero nel caso di debito sovrano.
Adesso facciamo un’altra ipotesi. Io compro un terzo del negozio. In quel caso, DA SUBITO posso godere di tale proprieta’, compreso portare via un terzo del magazzino. Sin dal momento della stipula del contratto, in questo caso, ho il potere di godere della mia societa’. Ovviamente, nella misura in cui il potere militare dello stato si affanna a garantirmi questo diritto nel caso gli altri soci me lo neghino.
Questo e’ quello che succede con le azioni. Voi comprate azioni, e nel farlo avete comprato un pezzo del negozio. DA SUBITO potete godere della vostra proprieta’, secondo le regole della legge, e se ne avete comprate abbastanza potrete esercitare il diritto alla proprieta’ DIRIGENDO l’azienda, ovvero sedendo in consiglio di amministrazione.
Anche questo, pero’, vale sino a quando il potere militare dello stato fa valere il vostro diritto: qualora abbiate comprato la maggioranza delle azioni MA non vi facciano entrare in CDA, potete chiamare un giudice e obbligarli a farvi entrare. Per la precisione, se avete la maggioranza il giudice vi dira’ che potete convocare un CDA a casa vostra, a patto di informarne gli altri azionisti,  e saranno loro a dover partecipare, ma e’ un caso che non si verifica mai.
Comunque, il succo e’ che con le azioni avete una contropartita. Puo’ essere astratta, come TUTTI i contratti di diritto privato essa e’ garantita dal potere militare dello stato e dalla presenza dello stato, ma rimane una proprieta’, ovvero una contropartita.
Adesso prendiamo il caso della parte risk-free dei debiti sovrani. E andiamo a vedere come stanno le cose in realta’.
Innanzitutto, il potere militare del VOSTRO stato non si applica. A meno che non vogliate che l’esercito italiano invada l’ Argentina, nessun potere militare vi tutela. Ovviamente gli argentini avevano interesse a far comprare il loro debito, ma questo non significa che tale interesse vi tuteli: non appena i cinesi hanno offerto soldi, gli argentini hanno fatto ciao ciao all’ FMI, per dirne una.
Questo non significa che lo stato non possa fare nulla per voi: sicuramente gli investitori brasiliani saranno stati piu’ tutelati, visto che lo stato brasiliano ha strumenti ritorsivi non militari molto forti, molto piu’ forti di quelli che puo’ avere l’ Italia.
Dunque, non siete in una situazione convenzionale. Certo, esistono regole e leggi, ma non esiste il potere militare dello stato che vi difende. E’ quello che dico quando dico che l’economia e’ un mero prodotto dello stato: senza potere militare, non c’e’ contratto che tenga.
Cosi’ il punto del rischio materiale e’ che se il tale cittadino compra azioni di una azienda della medesima nazione, e’ garantito dal potere militare di quella nazione stessa: la polizia e i tribunali dello stato faranno valere la sua proprieta’.
Adesso andiamo alla parte “risk free” dei bond. Essa rappresenta una vostra proprieta’?
Qui e’ il punto. Nelle convenzioni internazionali, la proprieta’ privata e’ quasi sempre garantita. E’ molto piu’ difficile (sebbene possibile) che una nazione metta in dubbio la proprieta’ di qualcun altro (il caso Parmalat/Lactalis, per dire) , perche’ qualcuno ha COMPRATO qualcosa, ed e’ molto difficile dire “hai comprato la proprieta’ di Parmalat ma Parmalat non e’ tua”.
Al contrario, esiste una legalissima procedura, che e’ la ristrutturazione del debito, con la quale posso dirti: ehi, bello, hai dato dieci ma io te lo ristrutturo e ti daro’ 4.
Ora, la reazione dello stregone , del seminatore di superstizioni e’ quella di usare una parolina magica (come tutti gli stregoni) e questa parolina e’ “risk-free”. Il nostro stregone di borsa si presenta e inizia a gridare “magicabula! tetragrammaton! risk-free! shareholder! abracadabra! simsalabim!, CAPM! ” e puf, magicamente (secondo lui) , i vostri soldi sono al sicuro.
Simsalabim! RISK-FREE! CAPM! Magicabula! Tetragrammaton!
Invece le cose non stanno materialmente cosi’. Il contratto con cui acquistate le azioni e’ molto piu’ robusto (anche se non invincibile, pensate alla golden share, per dirne una) perche’ si basa su una convenzione che gli stati tendono a garantire con molta piu’ veemenza e sistematicita’, ovvero la proprieta’ privata. Comprando azioni avete di fatto comprato l’azienda. E’ vostra. E’ vostra PROPRIETA’.
Cosa avete comprato, di preciso, quale PROPRIETA’ avete comprato, quando avete comprato i bond, o meglio la parte “risk free”.? Nulla. La proprieta’ non ha nulla a che vedere con questo: semplicemente avete firmato un contratto con il quale prestate dei soldi ad un dato interesse. Sia chiaro, NORMALMENTE la forza militare dello stato protegge, MA FINO AD UN CERTO PUNTO.
Le banche, per dire, spesso non riescono a recuperare i soldi prestati, NONOSTANTE il potere militare dello stato. Al contrario, quasi sempre (se la proprieta’ esiste materialmente) riuscite a riappropriarvi di qualcosa che era vostro (sempre fatto salvo il potere militare dello stato).
Cosi’, in ultima analisi, se compro la maggior parte di Parmalat lo stato italiano fara’ molto di piu’ per garantire la mia proprieta’, rispetto a chi ha comprato una promessa di riavere i suoi soldi indietro. Ovviamente avrete saputo che lo stato ha cambiato le regole per la convocazione dei cda proprio ad hoc per il caso di Parmalat, quindi non e’ sempre vero, e questo vi fa capire come anche la proprieta’ privata sia un servizio dello stato.
Tuttavia, normalmente la proprieta’ privata e’ piu’ tutelata rispetto ai contratti convenzionali di prestito. Quindi, lo stregone che grida “risk-free! risk-free! magicabula! CAPM(1)!” non ha alcuna speranza di ottenere nulla, se dall’altra parte qualcuno FA “ristrutturazione del debito”.
Tua madre vende CAPM  all’inferno!
Avrete notato che menziono spesso , per indicare questo pensiero farlocco, il CAPM. Il CAPM e’ un delirio che non ha alcun senso logico, spiegato qui:  http://it.wikipedia.org/wiki/Capital_asset_pricing_model . Esso  necessita e produce il concetto di “risk-free”, con tutto il treno di minchiate che hanno poi prodotto il credit crunch E le attuali speculazioni, perche’ come potete leggere sulle formule pretende di fare una operazione priva di senso logico, nascondendo dietro a qualche formula occulta (1).
Quindi, tutta la massa di convinzioni riguardo il rischio come viene calcolato oggi e’ legata ad una mentalita’ che vedete li’, e che e’ un gigantesco ammasso di minchiate.
Allora, innanzitutto quando calcolano i rischi li calcolano in termini di varianza o covarianza, ma lasciate perdere i formalismi e concentriamoci sulla logica della cosa. Quando questi stregoni parlano del rischio di un asset si riferiscono, in qualche modo, alla probabilita’ che questo asset abbia un valore diverso nel futuro.
Se chiamiamo R il rischio, Vp il valore presente e Vf il valore futuro, e diciamo che il rischio e’ una qualsiasi proposizione sul valore futuro, si dice in logica che R(Vp) => Vf. Stiamo dicendo, cioe’, che il valore futuro sia una proposizione (rischio) su quello presente: il valore presente e “R” implicano il valore futuro. L’idea deduttiva e’ che se lascio i miei soldi sulla strada, il rischio di trovarne zero e’ alto, quindi in futuro calcolo di trovarne zero. Il valore presente E il rischio implicano che in futuro il valore sara’ inferiore. (in realta’ l’implicazione andrebbe sostituita con una proposizione piu’ generica, ma non sofistichiamo troppo, l’intento e’ divulgativo).
Adesso prendiamo quella merda li’, e vediamo cosa dice. Secondo quella merda, il valore odierno Vp, sarebbe una proposizione sul rischio , cioe’ su una proposizione che parla del valore futuro. Scriviamo la proposizione sul rischio secondo loro,
R(Vf) => Vp
Allora prendiamo questa proposizione sul rischio e chiamiamola, che so io, C (il nome non cambia nulla). Abbiamo detto che:
C(P(Vf)) => Vp
Questa e’ una maniera sintetica di rappresentare il costrutto che vedete in quella pagina di wikipedia. Stiamo dicendo che il valore di Vp e’ una cosa C, di una cosa P, di Vf. Possiamo ovviamente decidere di cambiare simboli, e raggruppare C e P come “CAPM”: e’ solo una questione di simbologia. E abbiamo, cioe’:
 CAPM(Vf) => Vp
Il cosiddetto CAPM, cioe’, pretende di essere una relazione tra una grandezza che esiste nel presente Vp, e una grandezza che esiste nel futuro , Vf. Nell’ idea di CAPM, il valore odierno del mio portafogli e’ una implicazione del suo possibile valore futuro! Al che, tutti i fisici che leggono sobbalzeranno. E’ sicuramente possibile calcolare una grandezza odierna conoscendo una grandezza passata. E’ possibile , conoscendo la grandezza odierna, calcolare come possa essere stato qualcosa in passato.
MA NON E’ POSSIBILE, IN QUESTO UNIVERSO, AFFERMARE CHE IL VALORE DI UNA GRANDEZZA QUALSIASI, OGGI, SIA CONSEGUENZA DEL SUO VALORE DI DOMANI.
Questa roba non succede. In questo universo, le cause PRECEDONO le conseguenze. E’ il valore di Vf che e’ conseguenza del valore di Vp , e non viceversa. TUTTO il concetto di rischio di rating e di reddito prodotto dal rischio sono delle fandonie, per la semplice ragione che pretendono che una grandezza fisica misurata oggi consegua, in qualche modo, dal valore che misureremo domani.
Qualcuno , nel passaggio, mi dira’ che mi sono perso il concetto di rischio. No, non me lo sono perso affatto. Il rischio e’ calcolabile anche oggi, ma il fatto che io possa calcolare OGGI le probabilita’ di un evento di domani NON fa si che OGGI io possa MISURARE quell’evento.  Io posso calcolare che ci siano il 3% di probabilita’ di un sisma tra un mese a casa mia, ma questo non significa che OGGI io possa misurare il 3% di un sisma.
Sia chiaro, NON sto dicendo alcune cose.
  • NON sto dicendo che sia sbagliata ogni formula che lega il valore presente al valore futuro.
  • NON sto dicendo che sia sbagliato in se’ calcolare il rischio.
  • NON sto dicendo che sia sbagliato calcolare il valore futuro a partire dal valore presente.
  • NON sto dicendo che sia sbagliato calcolare il valore passato conoscendo il valore presente.
STO DICENDO CHE E’ SBAGLIATO CALCOLARE IL VALORE PRESENTE PARTENDO DAL (POSSIBILE) VALORE FUTURO!
Quella formula, cioe’, non e’ formalmente sbagliata. Se Vp e Vf , il valore presente e il valore futuro, sono collegati da una relazione di causa ed effetto, non c’e’ nulla di male a calcolare il valore futuro partendo da quello presente. Il problema vero e’ che l’uso che si fa di quella formula e’ di determinare il valore ODIERNO partendo da quello FUTURO, ove per “valore futuro” intendo una proposizione sul rischio, che a sua volta e’ una proposizione su un valore futuro.
Ma il CAPM, come tutte le merde simili e derivate, basano il tutto su un equivoco, cioe’ sul fatto che si percepisca poco in che modo un “rischio” non sia altro che una proposizione logica avente come oggetto un valore misurabile solo nel futuro. 
Lo sbaglio consiste nell’affermare qualcosa che alla fine si traduce in “il valore odierno di questo pacchetto e’ CAPM il valore futuro del pacchetto stesso”, dove a CAPM potete sostituire tutta la roba che e’ stata scritta.
La formula CAPM , e i suoi derivati, non fanno altro che confondere chi le legge, calcolando il rischio come “la tendenza di un valore a muoversi in tendenza col mercato”. Cosi’ tutti si focalizzano sul  COME si calcoli la “rischiosita’” di un titolo. Ma tutti dimenticano, perdendosi nelle fesserie, il fatto che il rischio non e’ altro che una proposizione sul valore futuro di qualcosa. 
Ovviamente, questo NON significa che io non debba calcolare il rischio. Dire ,di per se’, che il rischio e’ un fattore unico calcolabile come la tendenza di qualcosa a seguire il mercato (2) puo’ essere giusto o sbagliato. Ma il problema viene quando diciamo che il valore odierno, ovvero la differenza tra rischio che corriamo e rischio “risk-free” sia funzione del rischio, perche’ a sua volta il rischio e’  una proposizione sul valore futuro.
Ma cosa c’entra coi bond e compagnia? Avete notato che nella formula del CAPM c’e’ una cosa chiamata “risk-free”. Lo stregone che mi e’ venuto a fare la lezioncina ha imparato questo concetto di risk-free perche’ oggi specialmente i principianti amano usare i concetti del CAPM, e quindi il concetto di risk-free, quando comprano qualcosa sul mercato. Essi sono convinti, cioe’, che tutta l’infrastruttura logica del CAPM, del CCAPM, dell’ ICAPM, siano consistenti e logiche, quando sono solo formalmente corrette, E FUNZIONEREBBERO SE SOLO IL NOSTRO UNIVERSO NON SI OSTINASSE A METTERE LE CAUSE PRIMA DELLE CONSEGUENZE.
Voi mi direte: ma una casa costruita su un terreno a rischio di terremoti non vale di meno di una costruita dove non c’e’ rischio? La risposta e’ che no, il valore non cambia. Cambia il rischio. Il rischio ovviamente vi spingera’ a comprarla o meno.  Non sto dicendo che calcolare il rischio sia sbagliato. E’ giusto usare il rischio per decidere se comprare la casa o meno. Ma non per deciderne il valore.Ma le caratteristiche fisiche della casa sono quelle, che ci sia un rischio di terremoti o meno. Diciamo che invece di un rischio di terremoto avete il rischio che la vicina centrale nucleare abbia una perdita. La casa, secondo voi, varrebbe poco. Se domani smantellano la centrale, la casa vale di piu’. No, la casa e’ sempre quella. E’ solo che e’ salita la domanda. Perche’ il rischio e’ minore, certo. Ma il valore della casa, dal punto di vista fisico (cioe’ dall’unico che conta)  rimane quello.Adesso prendiamo una casa in un mercato impazzito. Il suo valore e’ basso. Adesso il mercato si calma. E il suo valore si alza. E’ cambiato qualcosa nella casa? No. Il rischio, cioe’, e’ un metodo per decidere se comprare o meno, ma NON un metodo per decidere quanto valga la tal cosa. Allora mi direte che se nessuno la vuole comprare il suo prezzo cala, e qui cascate nel presupposto dei liberisti: il mercato rimettera’ a posto le cose, e quindi e’ il mercato che allinea costi e rischi.

Voi direte: puoi dividere il rischio dal valore, ma se per via del rischio nessuno compra qualcosa, allora il prezzo cala, e il mercato allinea sempre il rischio col valore. Presupposto liberista: il mercato sana.

Se le cose stanno cosi’, perche’ in Giappone le case costano, al metro quadro, piu’ che in GErmania, quando il rischio sismico della Germania e’ quasi nullo e quello giapponese e’ altissimo? Siete sicuri che il mercato “sani”? Come vedete, accorpare il valore ed il rischio NON e’ saggio, perche’ il mercato NON SEMPRE li allinea. Ed e’ per questo che il CAPM dice il falso, tentando invece di allineare valore e rischio.

In sostanza, non sto dicendo che le valutazioni di rischio siano inutili o sbagliate. Fate BENE a non comprare case in delle zone sismiche. Quello che sto dicendo pero’ e che rischio e valore DEVONO essere tenuti distinti, e non va MAI scritta una formula dove si pretende di calcolare un valore partendo dal rischio: questo funzionera’ abbastanza bene quando la domanda risente del rischio e il valore quindi si comporta come se risentisse del rischio, ma NON funzionera’ bene in tutti gli altri casi, perche’ si basa sul presupposto FALSO che il rischio incida sul valore anziche’ sulla decisione di comprare.

Cosi, grazie a menate come il concetto di risk-free, il nostro idiota crede davvero che nei bond ci sia una componente risk-free. Del resto, quando il nostro cretino cerchera’ di calcolare il suo “beta”, e poi pretendera’ di far risalire il valore possibile del suo bond alla differenza tra rischio e risk-free, non fara’ altro che abbandonarsi a questa enorme costruzione che, sebbene usi costrutti formalmente corretti, si riferisce ad un universo che non c’e’.
Il CAPM nasce, come ammasso di cazzate, attorno al 1964. E’ dal 1964 che tutti, nel mondo della finanza, credono di vivere in un universo ove le cause seguono le conseguenze, e il valore odierno di qualcosa dipenda dal rischio, ovvero da una proposizione sul valore futuro. Sono circa 45 anni che tutto l’occidente continua a calcolare la resa di un portafogli OGGI, considerando un rischio, cioe’ una proposizione sul futuro. Come se le cause seguissero le conseguenze.
Non e’ una bufala pazzesca soltanto il fatto che i bond siano una scommessa. Per esempio, prendiamo lo spread tra i titoli tedeschi e quelli italiani. Perche’ mai ci pesa addosso? Ci pesa addosso per la ragione che nella logica del CAPM il rischio viene calcolato, in UE, mediante la differenza tra un titolo a poco rischio (i bond tedeschi) con un rischio piu’ alto (per esempio quello di Grecia e Portogallo). Ma questa logica vale solo se accettiamo CAPM e tutte le merde derivate. Se invece accettiamo l’idea che il valore di qualcosa oggi NON possa dipendere dal rischio, perche’ il rischio e’ una proposizione sul futuro, e il futuro non puo’ avere impatti sul presente per ovvie leggi fisiche, tutta la baracca crolla.
Cosi’, se qualcuno vi nomina la parola “risk-free” sul mercato, ricordate una cosa: stiamo parlando di gente come questa:
Che avra’ un vestito migliore, avra’ tante formule ed un linguaggio esoterico piu’ convincente, fatto di piu’ termini occulti -cioe’ comprensibili solo agli iniziati- ma ricordate sempre che se vi calcola il valore di qualcosa OGGI usando il rischio, cioe’ il possibile valore domani, sta andando contro a TUTTE le evidenze fisiche di questo universo, perche’ in questo universo il valore che qualcosa avra’ DOMANI non inficia di niente il valore che esso ha OGGI.
Il meccanismo dei bond, cioe’ il reddito che viene dal rischio, e’ semplicemente un meccanismo anti-fisico, che pretende di legare il valore di oggi ad una proposizione sul valore di domani, detta rischio, proposizione che si comporta -violando la sua stessa definizione logica- come se le conseguenze avessero effetto sulle cause.
L’inganno del rischio, cioe’, non e’ nel COME viene calcolato. Le formule sono esatte. L’inganno del rischio e’ che esso viene usato dai cialtroni della finanza per fingere che il valore degli asset NEL FUTURO abbia conseguenze nel presente, quando in questo universo le cose NON stanno cosi’.
Uriel
(1) La chiamo formula occulta perche’ quando si una una simbologia matematica coi non matematici si sta facendo quello che gli stregoni fanno con le formule occulte: parlano una lingua svelata solo agli iniziati, al preciso scopo di non far capire nulla a tutti gli altri.. Io non mi sogno di essere qualcosa come Feynman, ma non accetto che si usino formalismi con chi i formalismi NON li sa leggere, a meno di NON SAPERGLIELI SPIEGARE. E se Feynman riusciva a spiegare la relativita’, non capisco perche’ questi stregoni non possano spiegare le cazzate che dicono. O meglio, lo capisco benissimo il perche’: perche’ si vedrebbe che sono cazzate.
(2) L’idea di base e’ che una porzione abbastanza grande del mercato fara’ quello che dice il mercato, e se il nostro calcolatore e’ piu’ veloce del mercato, allora potremo predirlo e guadagnarci.

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