Ancora Egitto?

Ogni volta che si accende una qualche turbolenza in qualche societa’ araba o generalmente islamica, l’ossessione occidentale porta gli osservatori a chiedersi se sia una primavera o una rivoluzione o cosa. In realta’, “primavere” e “rivoluzioni” sono concetti che si applicano soltanto in societa’ politiche nel senso pubblico, ovvero societa’ che hanno superato il modello tribale e hanno un modello di preferenza che riguardi la proposta di governo e non semplicemente l’appartenza del capo. 

L’egitto, per di piu’ e’ costituito da una gigantesca megalopoli che non segue quasi piu’ un modello tribale, e un resto del paese che invece segue modelli tribali. Quindi la situazione si complica, ma difficilmente qualcuno potra’ davvero analizzare un paese islamico sino a quando non ci si libera di un errore logico.

L’errore logico di cui parliamo e’ “islam moderato”.
Per Islam Moderato il mondo occidentale intende un islam che , anziche’ sopprimere i diritti civili e tenere laiche le istituzioni, rimane contenuto all’interno di alcuni limiti , che non oltrepassa.
Ora, andiamo al primo errore logico. Abbiamo l’Islam Moderato, ma non abbiamo che so io il Tennis Moderato cui si chiede di non sopprimere diritti civili o tenere laiche le istituzioni. Perche’ esiste una definizione di Islam Moderato ma non una di Tennis Moderato? Il motivo e’ che il Tennis non e’ noto per sopprimere diritti civili o distruggere la laicita’ delle istituzioni, e quindi non dobbiamo ricorrere alla categoria “Moderato” quando non lo fa.
Lo stesso concetto di Islam Moderato richiede come premessa che l’Islam normalmente sia una ideologia liberticida, fascista, la quale ideologia se non viene “Moderata”, ovvero se non viene contenuta in alcuni limiti di intensita’, si comporta come si comporta quando e’ libero di fare cio’ che vuole: distruggere  diritti civili e annientare la laicita’ dello stato.
Una volta stabilito che consideriamo l’egitto una nazione “Islamica Moderata”  (anziche’ “meno islamica”)  per il semplice motivo che riteniamo lo stato “naturale” dell’islam essere la teocrazia tirannica , arretrata e liberticida,  allora anziche’ dire che uno e’ “meno islamico” diciamo che e’ “Islamico Moderato”. Dove “Islamico Moderato” significa “meno islamico”, solo che vogliamo nascondere cio’ che pensiamo: che l’Islam normalmente sia una ideologia liberticida, fascista, la quale ideologia se non viene “Moderata”, ovvero se non viene contenuta in alcuni limiti di intensita’, si comporta come si comporta quando e’ libero di fare cio’ che vuole: distruggere  diritti civili e annientare la laicita’ dello stato.
C’e’ poi un secondo errore che impedisce una corretta comprensione, che e’ sempre insito nel condetto di “Islam Moderato”.
Supponiamo di avere un amico.E che qualcuno ci chieda come sia questo amico. E noi diciamo: “oh, e’ una persona rispettabile, ma non piu’ di cinque minuti a settimana, se ha le mani legate, e se non prende decisioni di testa sua”. Abbiamo parlato bene di lui? A me non sembra proprio. Oh, certo, dire “con moderazione” suona meglio di dire “lo reggo si e no per cinque minuti”, ma stiamo dicendo esattamente la stessa cosa.
Quando diciamo che abbiamo rispetto per l’ Islam Moderato stiamo dicendo che l’Islam lo reggiamo solo se e’ poco, se sta fermo, se non prende decisioni di testa sua, e se rimane chiuso in limiti precisi.

Quando indichiamo l’ Egitto ed altri paesi come la Turchia o la Giordania, in genere, dicendo che sono “un Islam Moderato” o “paesi islamici moderati” stiamo dicendo due cose:
  1. che l’Islam normalmente sia una ideologia liberticida, fascista, la quale ideologia se non viene “Moderata”, ovvero se non viene contenuta in alcuni limiti di intensita’, si comporta come si comporta quando e’ libero di fare cio’ che vuole: distruggere  diritti civili e annientare la laicita’ dello stato.
  2. stiamo dicendo che l’Islam lo reggiamo solo se e’ poco, se sta fermo, se non prende decisioni di testa sua, e se rimane chiuso in limiti precisi.

Ora, poniamoci per prima cosa una domanda logica: quanto e’ plausibile che un musulmano pensi di se’ medesimo le stesse cose? Secondo voi un “musulmano moderato” passa il tempo a pensare “eh, io credo fermamente in quella cosa che se non la tieni sott’occhio ti crea un fascismo teocratico in due secondi, ma fortunatamente siccome sono un quaquaraqua’ e ci credo per finta allora non succedera’, e peraltro non prendero’ decisioni con la mia testa di cazzo musulmana, parlo di religione una volta a settimana, e poi non esco mai di casa. Sono il musulmano perfetto“.

Che cosa intendo dire con questa iperbole? Intendo dire che esiste un equivoco di fondo nel modo di interagire con i “Musulmani Moderati”. Dire “Musulmano Moderato” e’ come dire “Terrone Sopportabile”, “Leghista da Osteria”, “Nazista Part-Time” , “CENTROSinistra” . Si tratta di elementi che non vorremmo nostra figlia sposasse, tuttavia ogni tanto quei cinque minuti  davanti ad una birra , al bar, magari ce li passiamo, a scherzare. Sono insulti mascherati, e’ quella capacita’ di accettare lo scemo del paese senza mai dirgli che e’ uno scemo.

D’Altro canto lo scemo del paese non crede di essere scemo. Il leghista non si ritiene ignorante. Il nazista non si considera un idiota antistorico.L’uomo di CENTROSinistra non si considera il rottame di una ideologia fallita. E tutti questi appellativi servono proprio a mascherare quel che pensiamo di loro: del Terrone Sopportabile pensiamo che ragiona come un terrone ma in fondo , un pochino, si e’ “nordicizzato”, del Leghista Da Osteria pensiamo che sia un bifolco volgare e ipocrita, ma in osteria e’ un gran simpaticone e poi e’ una brava persona che lavora, del nazista part-time pensiamo che crede in un sacco di cazzate del secolo scorso, ma certe volte ce ne vorrebbero cosi’, del CENTROSinistra pensiamo che sia un’etichetta per nascondere il fallimento di quel che c’era prima.

Questa disforia tra come noi vediamo – bonta’ nostra- le persone , con tutta l’accondiscendenza di chi e’ piu’ in alto e si appresta a tollerare chi, poverino, e’ indietro, ovviamente NON puo’ funzionare come strategia di dialogo. Non funziona per la semplice ragione che il nostro interlocutore non riconosce come tali le premesse del nostro pensiero, ovvero lui NON pensa di essere cio’ che NOI pensiamo che sia.

Allora, in che modo pensate di capire , che so io, il comportamento di un gatto, se lo osservate convinti che sia un cane?

Cioe’, vi e’ chiaro che se vedete una bella ragazza egiziana non potete andare da suo padre e dire “ehi, ti do’ ventisei pecore e dieci cammelli per quella ragazza”. Questo per voi sarebbe razzista. Corretto. Cosi’ adesso dite che lui e’ un musulmano “moderato”, uno “moderno”, uno “occidentalizzato”. Allora vi informate sul valore in Bitcoin di ventisei pecore e dieci cammelli,e  andate a dire “ehi, ti pago ventordici bitcoin per quella ragazza, ho il mio client mobail qui, possiamo fare il pagamento via NFC”. Aha. Suona piu’ moderno, suona piu’ occidentale, ma state ancora partendo dall’idea che ogni ragazza egiziana sia in vendita per ventisei pecore e dieci cammelli.

Adesso, dopo aver costruito un’idea di “Islam Moderato” che richiede ed implica un giudizio forte sul concetto di “Islam” , andiamo ad esaminare gente che NON ha la stessa idea di “Islam” in se’, per cui non puo’ concepire l’idea di “Moderato” che ne deriva.

Secondo voi, possiamo CAPIRE cosa succede partendo da un modello che NON si applica a quelle persone perche’ NON appartiene al giudizio che hanno di se’ medesimi?

 Allora, la prima cosa da comprendere e’ che l’ “Islam Moderato” non c’entra una cippa, dal momento che si tratta di un errore logico, che include un pregiudizio occidentale come condizione necessaria. L’ “Islam Moderato” esiste solo nella mente degli occidentali: non puo’ essere usato come metodo per capire il comportamento di persone che NON dispongono di questa categoria.

Il secondo punto e’ che le folle non vogliono liberta’: non stanno manifestando per la liberta’, ma per il pane.

Le manifestazioni per la liberta’ sono tipiche del ceto medio. MA il ceto medio crea sempre 
una cultura di riferimento, perche’ si riferisce sempre ad un universo ideale. Il ceto medio e’ normalmente alfabetizzato, e quando si muove propone candidati , leader ed idee. Le rivoluzioni senza leader e senza idee sono tipiche dei ceti bassi. QUindi, si tratta di una rivolta di massa e non di una rivoluzione.

Non per nulla le masse che hanno abbattuto Mubarak non hanno saputo proporre nulla, e in quel nulla si sono infilati i Fratelli Musulmani: lo straccione vuole pane, ma il pane, che pure lo guida nella rivolta, non e’ un leader.

La fame non e’ un leader: per questo, in genere, le rivolte per la fame sono rivolte senza leader.

Cosi’ e’ stato abbattuto Mubarak perche’ la popolazione egiziana e’ alla fame, e dopo qualche tempo si abbatte Morsi, per lo stesso identico motivo: il paese e’ alla fame. Non c’entra la liberta’, la liberta’ e’ un ideale, e come tale genera leaders. Non esiste alcun leader ne’ alcuna ideologia di base, quindi smettiamola : si stanno ribellando per FAME.

Non capire questo significa non capire cosa sia una crisi finanziaria globale. Se avete una piramide, diciamo da 1 che e’ in cima, le 300 famiglie piu’ ricche del mondo, sino alla base dei piu’ poveri, e aumenta il divario tra ricchi e poveri, ovviamente in Italia vedrete una crisi e vi incazzerete, ma se avete paesi a basso PIL e cattiva curva di distribuzione, dovete chiedervi che diavolo facciano gli ultimi. I milioni che in Egitto gia’ faticavano a campare, che fine hanno fatto con la crisi e la crescita dei costi degli alimentari?

Se voi andate indietro di un gradino, non andate piu’ in ferie. Se un egiziano fa un passo indietro, ed e’ tra gli sfortunati , finisce tra quelli che non mangiano piu’ ogni giorno. Quindi, se dopo una crisi sistemica il problema del primo mondo e’ “come riduciamo la disoccupazione”, altri hanno problemi tipo “come riduciamo la fame”. In Egitto, per milioni di persone, il problema non e’ la disoccupazione. E’ la fame.

Ma quelli che gia’ non mangiavano una volta alla settimana, se fanno un gradino indietro, adesso non mangiano DUE giorni la settimana. E cosi’ via, prima o poi troverete quello che dice “adesso o mi batto o crepo di fame” perche’ e’ gia’ al limite.

Non ci fu alcuna “primavera” la prima volta, e non c’e’ alcuna primavera oggi: e’ una rivolta per la fame. E come ogni rivolta per la fame, dal momento che la fame non e’ un leader, non produrra’ mai alcuna proposta politica se non quelle preesistenti.

Un ultimo equivoco e’ quello dell’ “Islam Politico”.

Si tratta di un concetto simile a quello di “Islam Moderato”, che e’ frutto di un altro pregiudizio.

Per “Islam Politico” si intende un Islam che oltre a fare il suo mestiere, che non sarebbe la politica, si occupa ANCHE di relazioni internazionali, di coalizioni , cordate , strategie internazionali e multipolari.

Dire “Islam Politico” significa, innanzizutto , dare per scontato che l’ Islam normalmente non lo sia. Se diciamo “Automobile Fuoristrada” stiamo dicendo che normalmente l’automobile e’ fatta per le strade, e alcune speciali dotazioni permettono all’auto di andare fuori.

Cosi’, Islam Politico sottintende nella mente di chi usa questa espressione l’idea che l’ Islam normalmente NON sia politico, e che “Politico” sia un pezzo aggiuntivo.

Se apriamo un libro di storia  , anche pessimo, sull’ Islam, troviamo che storicamente il mondo islamico e’ sempre stato politico sin sopra ai capelli.

Innanzitutto, il ruolo dei sacerdoti islamici (imam o altro) e’ sempre stato prevalentemente politico. A questo si sono aggiunti sultani, sceicchi, califfi, nobili di ogni genere, che hanno sempre trasformato la politica islamica in qualcosa che avrebbe fatto sembrare Lucrezia Borgia e Machiavelli due ingenui sprovveduti: la paranoia sistemica del mondo islamico, individuale o collettiva, ogni volta che si affrontano problemi dai risvolti politici, e’ dovuta proprio ad un sistema incredibilmente complesso di relazioni interpersonali ed interfamiliari, nel quale una leggere sfumatura all’interno di una frase comporta una crisi spaventosa, e ogni azione viene letta in maniera speculativa in almeno una dozzina di  sensi: cosa ha detto tizio, cosa voleva dire, cosa non ha detto, cosa non voleva dire, di chi parlava apparentemente, di chi parlava in realta’, cosa voleva ottenere apparentemente, cosa voleva ottenere in realta’, quali sono i motivi pubblici del suo parlare, quali sono i motivi segreti, perche’ ha usato proprio queste parole, perche’ non ne ha usate invece altre, cosa voleva dire ai suoi amici, cosa ai suoi nemici.

E parliamo di un tizio che ha ordinato un caffe’ ristretto al bar: la politica e’ piu’ complicata di cosi’.(1) Questo e’ il motivo per il quale i servizi segreti che si infiltrano in quei paesi faticano tantissimo a reperire informazioni: la stragrande maggioranza di quel che la gente dice da quelle parti e’ pura intossicazione di eventuali avversari in malafede, a partire dal livello “casalinga pettegola” in su. Si tratta di societa’ nelle quali fate politica semplicemente per il tono con cui salutate una persona che vedete per strada.

Va da se’ che quando vedo intellettuali occidentali che parlano di “Islam Politico”, avendo in mente lo scontro fra potere temporale e spirituale dell’occidente, o forse il cesaropapismo, mi viene da ridere: non e’ MAI esistito un islam che NON fosse politico.

Anche su larga scala, tutti gli “imperi” , da quello ottomano al califfato, non sono mai stati gerarchici al punto da essere apolitici: erano sempre e comunque alleanze e cordate di poteri locali. Gestire una complessita’ del genere, anche quando si usassero (come facevano gli ottomani) dei metodi “sbrigativi” non era esattamente un compito “non politico”. Se osserviamo la diffusione del cristianesimo e quella dell’islam, notiamo subito la multiculturalita’ spiccata dell’ Islam: dall’ africa alla Cina , non era proprio un mondo omogeneo. Immaginare un Islam “NON POLITICO”, requisito fondamentale per parlare di “Islam Politico” come se fosse una aggiunta all’islam “normale”, e’ stupido: l’islam “non politico” e’ una convinzione britannica del periodo coloniale, ma vorrei far presente che se si credeva ad un islam non politico era solo perche’ non veniva studiato abbastanza: nessuno si prendeva la briga di capire la politica di quei popoli, e quindi si pensava fossero dei piccaninnies senza politica.

Ma se una nazione coloniale riesce ad occupare un posto per 300 anni e non si accorge che la gente fa politica come respira, e’ solo perche’ si sente cosi’ superiore da credere di aver inventato la politica, e quindi “quei negroidi non avranno certo niente di simile a noi!“.

Di conseguenza, quando guardate l’ Egitto, fate una cosa:

  • Smettete di pensare all’ “Islam Moderato”. Non esiste, e nessuno da quelle parti pensera’ mai a se’ medesimo come “musulmano moderato”, sottintendendo che l’Islam e’ migliore se ce n’e’ di meno.
  • Smettete di pensare all’ “Islam Politico”. Non esiste, o meglio la categoria non ha senso nella misura in cui non e’ mai esistito un islam non politico. Non ci sono ideologie dietro ad un islam politico, perche’ “islam” in se’ e’ un concetto politico. “Islam Politico” e’ una tautologia, tantovale dire “Islam Islamico”.

E a quel punto, vedrete chiaramente l’Egitto per quel che e’: un paese ove e’ in corso una rivolta per il pane, con tutte le sue conseguenze.

Tutte le sue conseguenze significa che il popolo buttera’ giu’ di volta in volta ogni governo che non gli dia pane, sino a quando arriva il pane, o fino a quando l’opportunista che prende il potere cogliendo la palla al balzo non e’ in grado di spezzare le gambine al popolo stesso. 

In pratica il popolo abbatte il governo per fame, non ha quindi una proposta politica, si crea un vuoto, arriva qualcuno che lo riempie, che viene abbattuto se non e’ abbastanza forte, sino a quando, giro dopo giro, non arriva qualcuno abbastanza forte da tenere a freno il popolo affamato, o abbastanza bravo da dare pane a tutti, o un mix delle  due cose.

Uriel

(1) Se parlate con un arabo sperando di aver detto quello che credete di aver detto, rimarrete sorpresi per molti mesi successivi , quando piano piano scoprirete …. che cosa avete detto in realta’.

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