Acque dolci acque.

C’e’ in giro un certo scompiglio per via di una legge che privatizza l’acqua, o meglio privatizza la gestione degli acquedotti. Ovviamente la solita dialettica sboccotronica ha iniziato ad urlare che “dando l’acqua in mano ai privati moriremo tutti di sete”. Che e’ come dire che ci manca il pane poiche’ la sua distribuzione e’ in mano a dei privati , o giriamo nudi perche’ i vestiti li fanno ancora dei privati.

Vorrei iniziare con due fatti.

Fatto primo: l’acqua non manca sul nostro pianeta, e la sua quantita’ non e’ in calo, anzi.  I 3/4 del pianeta sono coperti da oceani e mari, e anche quando l’acqua e’ salata distillarne un litro costa 0.06 centesimi di euro, al costo attuale dell’energia. Sono pochissimi gli usi industriali che trasformano l’acqua in qualcosa di chimicamente diverso, di solito si limitano a mescolarla con altre sostanze. Il risultato finale e’ che il sole fa rievaporare l’acqua separandola dalle altre sostanze, e poi ci piove addosso. Semmai sono molto diffuse le tasformazioni che producono acqua, come la combustione di molti idrocarburi. Inoltre le attivita’ estrattive pompano acqua fuori dal sottosuolo per farla finire in mare e nel circolo. Come se non bastasse si stanno sciogliendo i ghiacciai, aumentando cosi’ la quantita’ di acqua allo stato liquido. L’acqua non manca e non e’ una risorsa in diminuizione.Punto.

Quando ci si riferisce a luoghi ove ci sia carenza di acqua ci si riferisce ad una cattiva gestione di una risorsa abbondante, e non ad una reale carenza di acqua.

Qui viene il punto: come e’ gestita l’acqua in italia? Oggi l’acqua e’ gestita da una sostanziale mafia fatta da quei partiti travestiti da aziende che sono le municipalizzate. Le aziende municipalizzate sono dei paraventi, per nascondere il fatto che i partiti stiano gestendo le risorse locali. Essendo apparentemente aziende, esse si svincolano dalla responsabilita’ verso gli elettori , ma essendo in mano ai partiti sono delle vacche da mungere. E cosi’ si raggiunge lo sfascio totale.Siccome si straparla sempre di “come fanno all’estero”, adesso vi spiego cosa succede a me qui in Germania. L’acqua, al metro cubo, e’ piu’ cara. Ma io pago meno . Pago qualcosa come 16 euro al mese.(1) Qual’e’ il trucco? Il trucco e’ che mancano tutte quelle concessioni , tasse, commissioni, balzelli vari.

Ed e’ per questo che l’acqua non manca: poiche’ l’unica fonte di introiti e’ legata alla quantita’ di acqua che consumo, le aziende hanno tutto l’interesse a farmi consumare di piu’. Come ogni negozio, hanno bisogno che il cliente compri la loro merce. E quindi fanno di tutto per facilitarmi la spesa.  Cioe’, si attrezzano per portare tutta l’acqua che serve.

Qual’e’ il fattore distorsivo che agisce sul mercato italiano? Il solito: meta’ delle bollette e’ costituita non da quanto avete comprato (gas, elettricita’, acqua, etc) ma da una serie di balzelli che fanno comunque giro di cassa, e che raggiungono cifre analoghe ai consumi. Il risultato e’ che l’azienda non ha interesse a vendere di piu’, ma solo ad avere piu’ clienti.

Questa marea di balzelli e tasse , che vanno dai “consorzi idraulici” alle “concessioni” di solito finiscono alle istituzioni locali, cioe’ servono a mantenere puttane, lacche’ , nani e ballerine. Fin qui il punto.

La legge attuale impone delle quote di privati,e  nella stragrande maggioranza dei casi butta fuori le amministrazioni locali dalla gestione di queste aziende. Il che significa che chiude un rubinetto a questi parassiti di stato, lasciando a secco tutta la plebaglia.

Perche’ e’ una cosa positiva? Mettiamoci nei panni del comune di Monteculo sul Merda, o della Provincia di Schifonia, a seconda. Diciamo che la provincia, gestendo direttamente l’acquedotto, incassa 10.000.000 di euro l’anno. Di questi dieci, cinque sono tasse, concessioni e minchie varie, che in un giro o nell’altro vanno nelle casse del puttanaio locale , direttamente. Questi cinque milioni di euro non arrivano al comune/provincia/comunita’ montana  perche’  si sia consumata acqua, ma perche’ esistono i rubinetti. Punto. Siccome si tratta di un fatto che non costa nulla, i cinque milioni rimangono in tasca al comune. Gli altri cinque milioni di euro vengono dall’avervi venduto acqua. Da questi cinque milioni, quindi, dovete togliere le spese di gestione, la manutenzione, l’ infrastruttura, eccetera.

Se supponiamo un margine operativo buono, diciamo che 1,3 milioni di euro rimangono come guadagno.

Morale: se il comune gestisce l’acquedotto, guadagna 5 in tasse e 1,3 a portarvi l’acqua. E’ ovvio che in queste condizioni al comune fotta pochissimo della parte che vi porta l’acqua, visto che pesa poco, e si basi sul semplice fatto di raggiungere le case, non fosse altro che con una rete fatiscente. Non importa nemmeno che vi fornisca l’acqua ogni giorno: puo’ fare come in certe citta’ del meridione ove l’acqua arriva a giorni fissi, ci riempiono cisterne e poi usano le cisterne. Tanto le tasse le pagano lo stesso, solo perche’ sono clienti.

Ed e’ per via di questo meccanismo perverso che l’acqua e’ gestita cosi’ male: e’ come se vi facessimo pagare un gettone per entrare dal fornaio, che compriate molto pane o meno. A quel punto il fornaio ha interesse a farvi comprare poco pane (cosi’ spende meno di corrente per cuocerlo) ma ha grande interesse a farvi entrare nel negozio. Anzi, il cliente ideale a quel punto e’ uno che entra in negozio solo per chiedere il prezzo del pane, paga il gettone e se ne va. 100% grasso che cola.

Il motivo per il quale fare entrare privati “veri” dentro la conduzione degli acquedotti e’ proprio questo: il privato non riceve le concessioni, e vuole vendere piu’ acqua. Nell’esempio di prima, anche se la bolletta rimane quella , il privato non puo’ mettere le mani sui 5 milioni di imposte e balzelli. Puo’ solo mettere le mani sulla vendita di acqua. E a quel punto ha interesse a venderne piu’ di quanta ne sprechi.

Non sto facendo un problema di concorrenza, perche’ in Italia la concorrenza non ha mai risolto alcun problema, e poi e’ difficile immaginare una vera concorrenza in quel mercato. Il vero problema e’ che nessuna pubblica amministrazione ha troppo interesse a  migliorare la rete di distribuzione finche’ guadagna di piu’ con una rete di distribuzione del cazzo, pur di raggiungere formalmente (anche con un tubo che perde) un utente , e fargli pagare una tassa.

In generale il problema dell’acqua in Italia e’ dato proprio dal fatto che le aziende municipalizzate sfruttando il loro status hanno messo le mani sul tesoretto delle “imposte”, almeno in parte se non completamente. E poiche’ il loro business era quello di raggiungere un utente con un tubo pessimo pur di fargli pagare il balzello , la rete non e’ stata migliorata da decenni.

Il fatto che l’acqua in italia costi cosi’ poco, tra parentesi, accentua lo squilibrio del business a favore del mero numero di allacciati: l’acqua costa cosi’ poco che i soldi vengono dal contratto e non dall’acqua in se’.

Questo per quanto riguarda le risorse urbane.

Ci sarebbe un discorso da fare riguardo alle acque territoriali. In Italia l’acqua e’ troppo veloce. Intendo dire che se misuriamo il tempo che ci mette ad arrivare al mare, quando e’ piovuta, e’ troppo breve. L’acqua italiana passa poco tempo in Italia, e fila dritta al mare.

Questo produce, da un lato, quei terribili nubifragi (e tutti i danni da escavamento) che seguono ad ogni pioggia torrenziale. Qual’e’ il problema? Il problema e’ simile: l’assetto idrogeologico e’ dovuto in gran parte a “consorzi per la bonifica di”, come quello che mi manda un bollettino a casa, cioe’ il consorzio per la bonifica dell’alto reno.(2)

Questo consorzio, a sua volta, ha lo stesso tipo di interesse che ha lo stato: farmi pagare una tassa. Al consorzio non conviene spendere soldi per trattenere le acque e rallentarle con chiuse, canali e bacini. Sarebbe una spesa che io non gli rimborserei: al contrario, prima si tolgono l’acqua dai coglioni meglio e’, un problema in meno, cavoli del consorzio piu’ a monte.

Cosi’, tutto quello che fanno e’ tenere sgombri i canali, aumentando ancora la velocita’ dell’acqua. Ovviamente, un ruscello molto veloce non fa danni: ne ho uno, per quasi tutto inverno, nel giardino, e non succede nulla. Ma quando cento ruscelli diventano un torrente e diventa molto veloce, iniziano tutti i fenomeni di scavamento e dilavamento dei fanghi, con relativo aumento della densita’. Questa acqua pesantissima e velocissima piomba a valle con una forza enorme, e ovviamente spacca tutto quel che trova. Da cui il solito disastro idrogeologico , che accade ogni volta che piove.

Anche in questo caso, bisogna cambiare il modello di business, e fare in modo che i consorzi anziche’ basarsi sul balzello ai cittadini vendano qualcosa, in questo caso acqua. A quel punto avranno convenienza a trattenerla, chiuderla e metterla nei bacini.

Finche’ continua questa amministrazione delle risorse idriche mediante un’economia ove la parte fiscale ha un peso enorme, nessuno avra’ mai interesse a creare una rete di distribuzione migliore, ne’ ad una gestione idrogeologica migliore. Le amministrazioni pubbliche hanno fallito, come dimostra puntualmente il disastro che avviene ad ogni pioggia, e come dimostra chiaramente la condizione di devastante inefficienza delle reti idriche urbane.

Per cui mi spiace: chi ha fallito va punito e gli va tolto il giocattolo dalle mani. Chi ha gestito l’acqua fino ad oggi ha fallito, e quindi non deve continuare a farlo. E l’unica alternativa allo stato e’ il privato.

Se non vi piaceva , potevate sempre far funzionare la baracca.

Uriel

(1) In realta’ non pago io, ma vedo le bollette.

(2) Mi riferisco al Reno che passa a Bologna, non a quello che vedo sul Mannesmannhufer qui.

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