A conci’, chetteserve?

A conci’, chetteserve?

Sto seguendo da lontano la vicenda dell’ Unita’ e delle richieste di pignoramento arrivate a diversi giornalisti, come Concita De Gregorio ed altri. La prima reazione e’ stata quella di sufficienza, ma poi una strana serie di domande mi si sono affacciate alla mente.

A sentire i filmati, i “lavoratori” dell’ Unita’ (perche’ li’ non c’e’ il capo e i subordinati, li’ sono tutti compagni) , si sono accorti di avere delle cause pendenti, si sono accorti di come funzioni con la legge in caso di fallimento, hanno capito cosa voglia dire “in solido”.

Hanno realizzato che il loro stesso giornale non stava pagando gli avvocati che dovevano difenderli, hanno saputo improvvisamente di aver perso le cause, e si sono accorti che i creditori, mancando l’azienda, si sarebbero rivalsi sugli unici enti solvibili.

Se stessimo parlando di Biancaneve e i sette nani, questo sarebbe concepibile. Se fossero suore di clausura o si trattasse di Michael Valentine Smith, allevato su Marte, lo avrei capito: uno su Marte non grokka la giustizia italiana.

Ma stiamo parlando dell’ Unita’.

Un giornale che della pretesa di sapere tutto piu’ degli altri, capire tutto piu’ degli altri e pensare meglio di chiunque altro aveva fatto una bandiera. Il giornale che si atteggiava a quel giornalismo che scova le magagne nascoste,che svela la propaganda del capitale, che scava in profondita’ sotto il culo al padrone.

Il giornale che spiega ai lavoratori come difendersi dalle terribili astuzie dei padroni, il giornale di quelli intelligenti che sanno e che capiscono.

Vederli cadere dalle nuvole come tanti coglioni sa di Fracchia la Belva Umana.

Quelli che discettavano dei processi di Berlusconi , di paradisi fiscali e di scappatoie legali per non pagare tasse , non avevano la piu’ pallida idea del fatto che una procedura fallimentare potesse esporre a responsabilita’ “in solido”.

Quelli che per anni hanno discettato delle riforme della giustizia e di avvisi di garanzia , con aria da fini giuristi. Quelli che dedicavano articoli interi alla costituzionalita’ delle sentenze, come se la mattina mangiassero pane e diritto, quelli che si atteggiavano a talpe di archivio, pronte a trovare carte compromettenti e scomode in qualsiasi tribunale italiano,

NON SAPEVANO NEMMENO DI ESSERE IMPUTATI, DI AVERE DELLE CAUSE IN CORSO.

Il giornale dei lavoratori. Quello che straparlava di “piano industriale” ogni volta che i sindacati erano in agitazione. Quello che parlava di tutela dei lavoratori. Quello che ti faceva cadere dall’alto il complotto dei padroni contro il proletariato.

Il giornale di quelli che vedevano piu’ lontano, di quelli che non cascavano nei tranelli del padronato, di quelli che ciarlavano delle piu’ sottili, bizantine strategie . Il giornale che svelava i retroscena che la TV berlusconiana, instupidente, non voleva mostrare.

NON SAPEVANO COSA FACESSE IL LORO STESSO CURATORE FALLIMENTARE

Erano quelli delle inchieste. Quelli che si eccitavano a furia di “resistere, resistere, resistere”. Erano quelli che avevano “le fonti dentro le procure”, quelli che parlavano di riunioni private tra politici come se fossero stati presenti, quelli che avevano ogni giorno indiscrezioni fresche dalla procura.

NON SOLO NON SAPEVANO DI ESSERE IN CAUSA, MA NEANCHE DI AVERE PERSO LA CAUSA

Hanno scartavetrato la minchia per 70 anni al pubblico italiano. I loro lettori, una volta dotati di Unita’ sotto il braccio, a loro volta assumevano lo stesso tono sapiente , si atteggiavano a penetratori della verita’ e svelatori del nascosto, sapevano sempre cosa c’era prima, cosa c’era sotto, cosa c’era dietro e cosa c’era dentro.

E non sapevano neanche di rispondere in solido per le cause che avevano in corso.

E’ stato un sofisticato complotto della CIA?

Sono stati i terribili “poteri forti”? Si e’ trattato di un depistaggio dei servizi segreti, che agli occhi degli intelligentissimi e sapienti giornalisti dell’ Unita’ era come vetro trasparentissimo?

No, qui parliamo di Equitalia.

C’e’ una espressione che mi gira per la testa da giorni. Suona piu’ o meno cosi’:

Miserabile, patetico, velleitario branco di presuntuosi ciarlatani con la penna in mano.

Nei vostri occhi sorpresi capiamo quale sia stata la vostra REALE capacita’ di percepire la realta’. Non dico di spiegarla al lettore, eh: dico di percepirla voi stessi. Siete un branco di fessi che capisce di avere una causa pendente solo quando l’ha persa e gli e’ arrivata l’ingiunzione di pagamento, e voi, gli stessi imbecilli, pretendevate di aver capito le grandi inchieste del paese?

Siete praticamente inciampati nelle azioni del VOSTRO STESSO curatore fallimentare (e solo quando e’ troppo tardi!), e siete gli stessi che volevano spiegare al paese le trame dei servizi segreti deviati?

Un sismografo si aggira per la Sardegna. Sembra un fantasma, e’ scosso.

E’ scosso da una pernacchia da 9 gradi Richter che sgorga, con inaudita potenza, dalla tomba di Cossiga. Quelli che non sapevano di rispondere in solido con il curatore fallimentare , erano gli stessi che spiegavano al paese “i misteri” del sequestro Moro!

I misteri, capite? Hanno scartavetrato la minchia coi misteri per decenni. Loro conoscevano “i misteri”! Un branco di imbecilli , sconnessi con la realta’ al punto di credere che un’azienda fallita avrebbe pagato i loro debiti con la giustizia, pretendeva di conoscere le piu’ segrete trame dello stato!

Quanti fessi ci hanno creduto, in Italia?

Forza, dai. Saltate fuori. Quanti di voi si sono creduti meglio informati e meglio formati dall’intelligenza grondante da questo miserabile branco di alienati?

Quanti hanno creduto di aver imparato “i processi di Berlusconi” da gente COSI’ COMPETENTE che NON SAPEVA NEMMENO DI ESSERE SOTTO PROCESSO A SUA VOLTA?

In quanti hanno creduto di sapere e capire, scartavetrando la uallera ad amici , colleghi e parenti con un atteggiamento saccente, soltanto perche’ leggevano un giornale fatto da gente che non ha capito nemmeno le carte del proprio fallimento aziendale?

Credo che questa sorpresa sulle loro facce , queste espressioni facciali da gente che sembra uscita da una favole, questo stupore nel primo incontro con la realta’, siano l’epitaffio perfetto per una storia giornalistica fatta principalmente di velleita’, presunzione, spocchia e tante, tante, tante balle.

In tanti ci hanno creduto. Io stesso, sedicenne , feci il volontario per una delle vostre feste.

E tutti quelli che avevano solo 10 parole in tasca, e che credevano di trovarne altr 10 sull’unita’, per emanciparsi, che hanno creduto in voi, sapevano di avere a che fare con un branco di ciarlatani, nemmeno capaci di cercare le proprie , di cause in tribunale, figuriamoci di appoggiare la loro, di causa?

Come i fascisti che tanto odiate, avete mandato generazioni intere alla carica con le scarpe di cartone: convinti di sapere tutto sulle trame oscure del mondo e del paese, e di averlo saputo da gente che non controlla neanche se l’avvocato che li sta difendendo sia stato pagato o meno.

Quelli che “avevano le prove” del gioco sporco della CIA, non sapevano nemmeno di aver perso dei processi.

Saro’ molto sincero: preferisco ricordarvi cosi’:

unita

Come dicevate voi?

Una risata vi seppellira’

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