Illusioni ancora piu’ apocalittiche.

Quello che scrivo non fa altro che smontare una serie di stronzate che girano per la rete, e vedo con grande piacere la torma di farlocchi che inventa cazzate pur di dire che si’, il disavanzo delle partite correnti e’ la cosa che divide le nazioni. Cosi’ ora vediamo di dare la seconda passata di napalm sulle stronzate.

Il primo punto e’ un semplice numero: la bilancia commerciale dell’ Italia e’ praticamente in pareggio. Si direbbe, cioe’, che la problematica del disavanzo delle partite correnti sia un problema piuttosto minimo, dal momento che essenzialmente l’ Italia e’ in un sostanziale pareggio. Nel 2011, per dire, la bilancia ha chiuso con un sostanziale pareggio, e le oscillazioni delle partite correnti italiane e’ contenuto nell’ordine del 3-4%, cioe’ non sembra un problema preoccupante.


Ora, questo basterebbe a liquidare il problema: se anche il problema delle partite correnti fosse tale , in Italia lo sentiremmo assai poco. Per giustificare la posizione di alcuni catastrofisti occorre ridurre la questione a Italia-PaeseA piuttosto che PaeseB, ma a quel punto il problema diventa fatto cosi’: vedendo meno pretendiamo di capire di piu’? Con una verita’ parziale pretendiamo di fare predizioni?

Se pensate che una visione parziale vi faccia capire di piu’, allora vi consiglio queste pagine: “I nuovi santi.“: le visioni parziali sono le principali tecniche dei propagandisti che vogliono vendere fumo.

Beh, mi spiace: se il bilancio delle partite correnti fosse un problema e applicasse forze centrifughe, l’ Italia non ne percepirebbe praticamente alcuna.

Ma  vorrei andare avanti per far notare una cosa: nel fare questa considerazione io sembro credere ad una cosa cui NON credo, ovvero che il bilancio delle partite correnti sia la misura di qualcosa. E’ invece il solito indice farlocco in uso presso gli economisti, il quale indice significa poco e implica ancora di meno. Uno dei motivi del fallimento della “scienza economica” dei banchieri e dei finanzieri consiste proprio nell’uso di indicatori che LORO pretendono essere delle misure, quando un fisico riderebbe loro in faccia solo all’idea.

Innanzitutto, rifacciamo gli esempi dello scorso post.

Dunque, prendiamo gli USA. Si tratta di un paese il cui bilancio governativo non fa praticamente nulla per sanare il disavanzo tra le partite correnti dei vari stati. Il dislivello si colma essenzialmente mediante dei fenomeni di migrazione ciclica tra stati.

Succede che ad un certo punto in una zona prima depressa qualcuno decide di investire, di solito un governatore illuminato alleato di un gruppo di finanzieri. Il governatore crea le condizioni legali per investire, e i finanzieri ci buttano i soldi. Cosa succede? Succede che da altre aree iniziano a migrare persone, e quindi professionalita’, e quindi idee. Ma non solo, migra VALORE: quando arriva l’ondata migratoria , normalmente il prezzo delle case aumenta, anche senza investimenti nelle case stesse.

Questo flusso NON viene misurato nel computo delle partite correnti. Se apparentemente il computo e’ ancora in negativo per via degli investimenti, se considerassimo tutto il VALORE che migra in una zona – e dare valore alle persone e’ difficile- sicuramente avremo numeri MOLTO diversi.

Un esempio tipico e’ stato quello tra sud e nord del paese: il disavanzo tremendo e le differenze economiche hanno fatto migrare al nord milioni di persone dal sud. Questo ha dato valore agli immobili, ha portato capacita’ e professionalita’ al nord, e ha svecchiato la forza lavoro.

Quest’ultimo particolare ha un notevole valore, perche’ una forza lavoro vecchia e’ di fatto un triste presagio, un presagio di declino. (Non per nulla la Germania sta facendo molto per far arrivare forza lavoro fresca dal resto d’Europa. )

 Ora, se andassimo a misurare la bilancia delle partite correnti tra nord e sud, questo fenomeno sarebbe misurato? Poiche’ non si trattava di schiavi venduti , sicuramente non troveremmo alcuna transazione commerciale che possa valorizzare questo movimento.

Cosi’, il punto molto semplice e’: il disavanzo delle partite correnti che continui e si stabilizzi  e’ semplicemente il sintomo di una serie di scambi NON commerciali  che avvengono senza venire misurati.

Adesso facciamo un’ipotesi: tutte le regioni italiane hanno lo stesso pil procapite e sono in equilibrio con tutte le altre regioni italiane. Cosi’, nessuno deve emigrare, nessuno deve muoversi, la forza lavoro ha sempre la stessa eta’ e il capitale immobiliare rimane costante con domanda costante. Perfetto. Ma a quel punto, potei chiedervi: quali forze economiche tengono unito un paese simile?

Ma possiamo aggiungere di piu’, investigando il problema francese. COme ho gia’ detto, per molto tempo quasi il 20% delle risorse francesi e’ finito a Parigi. Ora, questo flusso enorme di soldi non viene misurato come disavanzo delle partite in quanto non e’ un flusso commerciale.

Sfortunatamente, questo e’ alla base di un flusso commerciale, che va da Parigi verso il resto della francia. MA il problema e’ che non ci va tutto sotto forma di commerci. Per esempio, ci va sotto forma di infrastrutture, di sanita’, di welfare.

Tutto questo enorme flusso di scambi non viene esaminato correttamente dalla situazione delle partite correnti, per una ragione molto semplice: non si tratta sempre di scambi commerciali.

Cosi’, la semplice idea di dedurre che una entita’ politica vada in pezzi perche’ c’e’ sbilancio nelle partite correnti e’ assurda e ridicola, E’ UNA VISIONE DA RAGIONERI, DA CONTABILI DI BANCA.

Prendiamo un ultimo esempio, la Russia. La russia ha avuto un’andamento oscillante delle partite correnti interne: il motivo di tutto questo, storicamente, e’ la diatriba tra potere centrale e potere periferico. Ma il succo e’ che in ogni caso , e per diversi secoli, la ratio dell’unita’ russa e’ stata la minaccia esterna sui confini, dall’impero ottomano ai vari cinesi , giapponesi ed altri.

A questo punto appare una stravagante nota nel discorso: sebbene ci siano enormi disavanzi nelle partite correnti -sempre che la pressione fiscale sia considerata nel mucchio o meno, cosa che normalmente NON si fa- tra zone della russia era irrilevante, perche’ una ratio -quella militare- teneva unita la nazione.

Cosi’, il punto e’ che in generale trovo ridicolo pensare che un processo storico possa venire fermato da un indice che di fatto e’ convenzionale , incompleto, sintetico, e non rappresenta che una minima parte del bilancio vantaggi/svantaggi.

Se volessimo misurare davvero le forze economiche che tengono stretti tra loro i paesi del continente europeo, cioe’ dovremmo andare ben oltre il discorso delle partite correnti.

  • Merryl Lynch ha appena stanziato 100 miliardi di dollari per attaccare la borsa americana, e circa 50 miliardi per attaccare i debiti europei. Qualche singolo stato ha, oggi, 50/100 miliardi in cassa per bilanciare l’assalto? Quindi, prima ratio: la ratio difensiva.
  • La forza lavoro in Germania era piuttosto vecchia, ma ultimamente c’e’ un trend positivo per via di 2.6 milioni di europei che si sono mossi li’. Adesso la domanda che viene e’: dobbiamo considerare positivo o negativo questo saldo? I tedeschi ci guadagnano forza lavoro giovane, ma un disoccupato in piu’ era meglio? C’e’ ancora un certo dibattito a riguardo , e non e’ ancora chiaro come prendere la cosa.
  • La stragrande maggioranza dei commerci dei paesi europei avviene tra paesi europei. Reintroducendo il rischio di cambio , si viene a porre un costo aggiuntivo (del tutto distruttivo) negli scambi: tutto quello che otterrete sarebbe un nuovo mercato dei futures tra paesi europei, quindi ancora piu’ finanza e quindi ancora piu’ derivati.

Nessuno di questi tre fattori sta dentro il ridicolo numerino da ragioneri di banca che e’ il “disavanzo delle partite correnti”. Ma la cosa che mi stupisce e’ ancora una volta che non si sia capito NULLA dell’ errore di Marx.

Marx nell’ideare il comunismo fece esattamente lo stesso errore: prese dei discorsi validi in un sistema microeconomico, come un singolo negozio o una singola attivita’, e pretese di applicarli allo stesso modo su macroeconomie.

Anche prevedere l’andamento della storia usando il disavanzo delle partite e’ una simile cazzata: si prende un discorso che e’ valido per il singolo commerciante di piadine della piazza di Casalecchio e siccome e’ valido per lui, allora se ne fa una legge della storia.

Come Marx state facendo delle cazzate, e come MArx il mondo vi spieghera’ che sbagliate. Intanto, pero’, qualcuno vorrebbe evitare 75 anni di baratro solo perche’ l’altra faccia del comunismo, cioe’ il liberismo ideologico, vuole avere la sua giornata di gloria.

Di ideologie ce ne sarebbero piene le palle, e no, il liberismo di oggi e’ solo un comunismo allo specchio. Fara’ gli stessi errori da destra verso sinistra, anziche’ da sinistra verso destra.

Il numero che chiamate “disavanzo delle partite correnti” e’ un indice convenzionale. Come tale, misura un tanto al chilo qualche concetto fumoso, che poi si pretende essere scientifico. Il commercio internazionale e’ un digrafo orientato  e colorato, con una quantita’ enorme di percorsi e nodi.

Pensare di prevedere il futuro di un nodo misurando ALCUNI percorsi , cioe’ quelli commerciali, senza tenere conto del fatto che gli scambi tra nazioni contengono ben piu’ dei semplici commerci , e’ semplicemente ridicolo.

Mi fa semplicemente capire quanto la storia sia sconosciuta.

In ogni caso, oggi il disavanzo tra le partite di USA e Cina e’ enorme. Se volete scommettere in una guerra fredda sul pacifico  l’anno prossimo, fate pure. Io non ci scommetto.

Allo stesso modo, il disavanzo tra blocco di Varsavia e blocco NATO negli anni della guerra fredda era minimo. Per questo eravamo cosi’ amici, right?

Sara’, a me sembrate solo dei ragioneri che cercano di capire la storia dai bilanci, anziche’ fare come fanno le persone sane di mente: leggere dei libri di storia. E non la biografia del cazzone fico tipo l’imperatore cazzoduro o la principessa mangiacazzo, proprio la storia storia. Quella delle nazioni.

Uriel

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